Cos’è l’anemia microcitica? L’anemia è una condizione patologica in cui i globuli rossi, per svariati motivi. Per la maggior parte dei casi per una questione di numero ridotto, non sono in grado di trasportare ossigeno in quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei diversi tessuti e organi portando all’insorgenza di sintomi quali: pallore, mal di testa, insonnia, irritabilità ecc.
Dopo questa doverosa introduzione possiamo ora andare a precisare meglio cosa intendiamo per anemia microcitica. Questo è, infatti, uno dei pochissimi casi in cui quello che fa la differenza non è tanto il numero ma la dimensione del globulo rosso che, rispetto la media, risulta essere molto più piccolo. Questa caratteristica è talmente accentuata che si può parlare di una riduzione anomala del volume corpuscolare medio (MCV) ed i globuli rossi prendono il nome di microciti.
Anemia Microcitica: tipologie
Si possono andare a distinguere due tipologie di anemia microcitica:
- Anemia Microcitica Ipocromica: in questi casi, il tutto è accompagnato da una riduzione della quantità globale di emoglobina;
- Anemia Microcitica Normocromica: in questi casi, invece, la quantità di emoglobina rientra nella norma.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]In ambito medico quando si parla di microcitemia non ci si riferisce solamente all’anemia microcitica (microcitosi), che abbiamo in breve appena descritto ma anche alla ?-talassemia conosciuta dai più anche come anemia mediterranea. Quest’ultima racchiude un gruppo di malattie ereditarie nelle quali si constata una ridotta sintesi delle catene di tipo beta dell’emoglobina.[/md_boxinfo]
Anemia microcitica: cause
Le cause che possono scatenare l’anemia microcitica sono veramente svariate, tra queste rientrano:
- la carenza di ferro: questa situazione deve avvenire in cronico: questo si può verificare per via di un basso apporto di ferro dovuto ad un’alimentazione particolarmente sbilanciata, per il suo ridotto assorbimento oppure per una perdita eccessiva di questo minerale.
- la talassemia;
- possibile presenza di alcune malattie croniche come la celiachia, malaria, scompenso cardiaco, diabete, deficit di vitamina B6 (che aumentano lo stato generale dell’infiammazione).
La talassemia: cos’è e tipologie
Le varie talassemie prendono anche il nome di sindromi talassemiche. Queste costituiscono un gruppo molto vario ed eterogeneo di patologie ereditarie. Riguardano da vicino l’emoglobina ed in particolar modo si traducono con la ridotta od assente sintesi di una delle sue quattro catene proteiche (la singola catena proteica prende il nome di globulina). L’emoglobina, dal punto di vista strutturale, è composta da quattro catene proteiche: 2 di tipo ? e 2 di tipo ?. A seconda della catena interessata possono prendere il nome di ?- talassemia o di ?-talassemia. Dal punto di vista clinico, per quanto riguarda la ?-talassemia se ne possono distinguere tre diverse forme:
- Talassemia minor: si presenta come asintomatica, il paziente deve solamente sottoporsi a controlli ematici per tenere monitorata la situazione, spesso non risulta essere necessaria l’assunzione dei farmaci;
- Talassemia intermedia: può richiedere interventi piuttosto invasivi come trasfusioni occasionali, può essere asintomatica o presentarsi in modo anche molto simile alla talassemia major;
- Talassemia major: sicuramente rappresenta la forma più grave tra le tre, chi ne è colpito per sopravvivere è costretto a sottoporsi a numerose trasfusioni ed utilizza regolarmente farmaci. Compare entro i primi due anni di vita e prende il nome anche di morbo di Cooley.
Anemia Microcitica: sintomi
Abbiamo accennato precedentemente ai sintomi, ora andiamo a vederli più da vicino. Tra questi ci sono:
- pallore
- facilità nell’affaticamento
- debolezza muscolare
- stanchezza
- inappetenza
- emicrania
- senso di vertigini
- palpitazioni
- confusione e diarrea
[md_boxinfo title=”Curiosità”]È importante ricordare che ci possono esserci alcune situazioni in cui questa patologia è completamente asintomatica e altre in cui i sintomi sono talmente accentuati che viene messa a rischio addirittura la vita.[/md_boxinfo]
Anemia Microcitica: terapia
Il trattamento è diverso a seconda del tipo di causa scatenante, andando a risolvere la causa è infatti possibile apportare molti miglioramenti a livello della patologia. Solitamente il medico consiglia integratori di ferro in associazione a vitamina C. Questa combinazione, infatti, contribuisce ad aumentare la capacità del corpo di andare ad assorbire il ferro.
Altri consigli pratici, che in realtà si applicano bene anche a tutte le altre tipologie di anemia sono quelli di praticare con costanza l’attività fisica e tenere un’alimentazione adeguata e varia che permetta l’introduzione di tutti i macronutrienti ed i micronutrienti. Il medico potrebbe anche consigliare l’assunzione di alimenti ricchi di calcio e vitamina D per scongiurare il rischio di osteoporosi ed integratori di acido folico che sono in grado di andare a dare un contributo positivo alla produzione dei globuli rossi.
Anemia Microcitica: Diagnosi
Diverse sono le tecniche che permettono di andare a diagnosticare l’anemia microcitica ma la più semplice è sicuramente quella di andare a valutare MCV (volume corpuscolare medio) per andare ad evidenziare l’eventuale presenza di eritrociti più piccoli della norma. Questo può essere fatto attraverso una semplice analisi del sangue.
Il sospetto dell’esistenza di questa patologia può nascere anche dalla presenza di particolari sintomi che possono far pensare ad una situazione sottostante. Il medico, in questo caso, indicherà una serie di analisi ed indagini che avranno l’obiettivo di valutare la quantità e il tipo di emoglobina e, ovviamente, il numero ed il volume dei globuli rossi. Altri parametri che potranno essere controllati saranno il ferro corporeo.
Nelle anemie microcitiche il volume corpuscolare medio si presenta inferiore agli 80 femtolitri. Per andare a completare il quadro si può valutare anche se queste anemie sono ipocromiche o meno. Si parla di ipocromiche quando presentano un contenuto emoglobinico globulare medio (MCHC) inferiore a 27 picogrammi.
Se dalle analisi risulterà basso anche il valore di ferro questo potrebbe essere anche la causa scatenante per tutte le ragioni elencate precedentemente.
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