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Apnee Notturne: cosa sono? Come riconoscerle e Rimedi

Le apnee notturne, definite in medicina Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), rappresentano una patologia cronica molto diffusa nella popolazione e caratterizzata da frequenti interruzioni della respirazione durante il sonno. Le interruzioni, che durano dai 10 ai 15 secondi, comportano dei micro-risvegli (di 2-3 secondi) che sebbene non vengano ricordati dal soggetto, impediscono di godere di un riposo adeguato. Queste apnee possono avere una frequenza di centinaia di volte in una sola notte e quindi disturbano il sonno in modo importante.

Le apnee ostruttive del sonno o apnee notturne possono essere considerate fisiologiche in un certo numero e durata, oltre i quali diventano fattori di rischio per malattie cardiovascolari, ipertensione e problemi respiratori. In genere i soggetti più colpiti sono sovrappeso, fumatori e tendono a russare rumorosamente. Siccome le apnee notturne rappresentano un fattore di rischio per eventi cardiovascolari, è importante diagnosticarle e trattarle per tempo. Scopriamo quindi che cosa sono le apnee notturne, come si manifestano, quali sono i rischi a lungo termine e quali sono le opzioni terapeutiche.

Apnee notturne

Apnee notturne: cosa sono?

Le apnee notturne, come dice la parola, sono un disturbo del sonno e consistono in un arresto della respirazione della durata di 10 o più secondi. Questo tipo di apnea può essere:

  • centrale (di origine neurologica) se il respiro si ferma per mancanza dello stimolo nervoso alla muscolatura respiratoria
  • ostruttiva (come le OSAS), molto più frequenti e dovute ad una ostruzione delle vie aeree superiori o ad un collasso delle stesse; i polmoni cercano di espandersi ma non ci riescono, perché c’è un’ostruzione nelle alte vie aeree, determinata dalla resistenza dei tessuti stessi. In questo tipo di apnea l’organismo va in sofferenza: aumenta la frequenza cardiaca, diminuisce l’ossigenazione del sangue, aumenta la pressione arteriosa polmonare, si hanno dei micro-risvegli

Al di sotto di 5 apnee per ora di sonno, le apnee possono essere considerate fisiologiche. Ognuno quindi può avere un breve arresto della respirazione nelle ore notturne, senza che ciò rappresenti un rischio. Quando però le apnee di almeno 10 secondi superano il numero di 5 per ora di sonno, è necessario prendere dei provvedimenti, soprattutto se il soggetto lamenta sonnolenza diurna (segno di frequenti micro-risvegli e di un sonno frammentato e poco strutturato).

Durante un episodio di apnea notturna, la mancanza di ossigeno è tale da spingere il cervello ad uscire dal sonno profondo per entrare in un sonno più leggero o in uno stato di vigilanza. In questo modo, le vie aeree si riaprono e e il soggetto potrà riprendere a respirare normalmente. Tuttavia, le ripetute interruzioni del sonno fanno sì che la persona si senta molto stanca durante il giorno.

apnee notturne

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Purtroppo il numero di pazienti che soffre di OSAS è ampiamente sottostimato: in Italia ne soffrirebbero 24 milioni di persone (il 54% della popolazione adulta), ma solo 450 mila sono stati diagnosticati (4% di chi ne soffre) e solo 230 mila trattati (2% di chi ne soffre). Si tratta di numeri allarmanti, considerando che le apnee notturne sono un grave fattore di rischio per altre patologie e sono correlate anche a conseguenze non mediche (basso rendimento lavorativo, incidenti stradali). Tale patologia viene sottostimata perché il fatto di russare viene sottovalutato da pazienti e medici; inoltre, i centri dedicati alla diagnosi ed al trattamento delle OSAS sono ancora pochi.[/md_boxinfo]

Apnee notturne: come riconoscerle?

Raramente è il soggetto ad accorgersi di soffrire di apnee notturne, perché questi episodi al mattino non vengono mai ricordati. Molto più spesso sono i familiari ed i conviventi ad accorgersi del problema. Bisogna eseguire approfondimenti se i familiari affermano che il soggetto:

  • Russa rumorosamente e frequentemente
  • Fa delle pause del respiro e poi ricomincia a respirare con lamenti e sospiri
  • Ha il sonno agitato

Inoltre un segno preoccupante è il partner che va a dormire in un’altra stanza perché è troppo disturbato dal soggetto che russa o respira male. Altri segni che indicano la necessità di un approfondimento sono:

  • sonnolenza e sensazione di stanchezza
  • cefalea mattutina
  • riduzione della concentrazione e dell’attenzione
  • variazioni dell’umore e alterazioni della personalità
  • riduzione della destrezza manuale
  • tendenza ad addormentarsi (davanti al pc, davanti alla TV, mentre si legge, colpi di sonno in auto)
  • russamento abituale e persistente (tutte le notti per molti mesi)

In presenza di questi segni, è molto probabile che si soffra di OSAS. Ci sono inoltre caratteristiche che favoriscono l’insorgenza di apnee notturne:

  • sovrappeso o obesità (Indice di Massa Corporea superiore a 29)
  • circonferenza del collo superiore ai 43 cm per gli uomini o a 41 cm per le donne
  • presenza di dismorfismi cranio-facciali e/o anomalie oro-faringee (condizioni anatomiche che determinano una riduzione del calibro delle prime vie aeree)

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Il sospetto di soffrire di OSAS è già un buon punto di partenza per iniziare ad indagare, ad esempio chiedendo a familiari e conviventi il proprio comportamento notturno (ad esempio se sentono russare, se si accorgono di interruzioni della respirazione…).[/md_boxinfo]

Ci sono inoltre test auto-diagnostici che, sebbene non sostituiscano la diagnosi medica, aiutano a capire se ci sono le condizioni per soffrire di apnee notturne. Uno di questi è il Questionario Stop-Bang , un test scientifico molto noto e usato anche dagli anestesisti prima di un intervento, utile per valutare il rischio di apnee notturne. Il questionario si compone di 8 semplici domande, che prevedono solo le due risposte sì/no. Rispondere a tre domande in modo affermativo equivale ad un rischio elevato di apnee notturne.

  • Vedi anche: Bruxismo: Cos’è? Sintomi, nei bambini e Rimedi

Apnee notturne: Rimedi

Il primo rimedio per le apnee notturne è la modifica dello stile di vita, innanzitutto perdere peso. Il peso eccessivo è uno dei principali fattori di rischio per l’OSAS, perché la presenza di adipe in eccesso sul torace e nelle vie respiratorie superiori rende difficoltosa l’espansione della cassa toracica ed ostacola il passaggio dell’aria nelle vie aeree.

Un rimedio molto efficace per le apnee notturne è di tipo strumentale, mediante l’utilizzo di un apparecchio ventilatorio a pressione positiva (CPAP) che consiste in una mascherina rigida applicata a livello nasale e fissata dietro alla testa. La mascherina è collegata ad un apparecchio che insuffla aria nelle prime vie aeree, riducendo il rilassamento dei tessuti ed evitando le apnee. Nei primi giorni può risultare fastidiosa, ma quasi subito i benefici si fanno sentire in termini di miglioramento della respirazione notturna e sonno di buona qualità. I risultati benefici della CPAP sono stati anche confermati dalla polisonnografia, che evidenzia la scomparsa totale delle apnee ostruttive; se il paziente si adatta all’utilizzo del dispositivo, la terapia può essere mantenuta a tempo indefinito.

La terapia chirurgica otorinolaringoiatrica non è mai un trattamento di prima scelta, perché comporta potenzialmente diverse complicanze; è giustificata solamente dal fallimento degli altri trattamenti o dalla presenza di alterazioni o patologie delle prime vie aeree che ostruiscono il passaggio dell’aria. Se il paziente ha specifici problemi anatomici (palato molle, ugola grande ecc.) si può valutare un intervento di chirurgia maxillo-facciale o il posizionamento di apparecchi ortodontici.

L’operazione deve essere studiata per il singolo paziente, in modo da attuare una “plastica” delle vie aeree; nei bambini relativamente frequente è la rimozione delle adenoidi o delle tonsille, che possono costituire un ostacolo alla corretta respirazione. La terapia chirurgica per le apnee notturne tuttavia deve essere condotta in associazione con la terapia medico-comportamentale, per garantire risultati a lungo termine.

Apnee notturne: cause

Ma quali sono le cause delle apnee notturne? Non tutti ne soffrono e non esistono delle cause vere e proprie, ma piuttosto dei fattori che possono predisporre al restringimento delle vie aeree superiori. Tra questi troviamo:

  • Aumento significativo di peso
  • Rilassamento eccessivo dei muscoli di collo e lingua
  • Consumo di alcool
  • Tabagismo
  • Congestione nasale acuta (infezioni virali) o cronica (sinusiti, malformazioni, allergie)
  • Uso di farmaci e tranquillanti che inducono il sonno
  • Sesso maschile (gli uomini tendono a soffrire di OSAS molto più delle donne)
  • Età: con l’invecchiamento il tono muscolare diminuisce

Diversi studi hanno evidenziato che l’apnea notturna non ha cause psicologiche, ma può provocare ansia, disagio ed insoddisfazione. Nella maggior parte dei casi la terapia comportamentale e la dieta sono sufficienti a rimuovere le cause delle apnee del sonno ad avere ottimi risultati sulla respirazione notturna. In particolare, bisogna:

  • Dimagrire (la perdita di anche solo il 10% del peso corporeo può migliorare in modo significativo le apnee)
  • Smettere di fumare
  • Evitare alcolici e sedativi nelle ore serali
  • Non assumere tranquillanti ed antistaminici
  • Non dormire supini (sulla schiena)sonno apnee

Apnee notturne: conseguenze

Una diagnosi tempestiva è essenziale per prevenire le conseguenze a lungo termine delle apnee notturne, che possono essere diverse e potenzialmente molto gravi. I pazienti affetti da OSAS presentano un’incidenza maggiore di:

  • Malattie cardiovascolari (aritmie, infarto, ipertensione arteriosa, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, ictus, morte improvvisa) a causa dei ripetuti episodi di asfissia durante le apnee e delle oscillazioni di pressione arteriosa e frequenza cardiaca. Il cuore risente negativamente sia dell’ipossia, sia delle variazioni di frequenza cardiaca e pressione, ma anche della mancanza di un riposo ristoratore. La relazione tra OSAS e rischio cardiovascolare è ampiamente dimostrata.
  • Diabete. Chi soffre di apnee ostruttive ha un maggiore rischio di sviluppare resistenza all’insulina, la fase precedente al diabete conclamato. Studi clinici hanno esaminato il rapporto tra apnee del sonno e diabete ed hanno stabilito che l’OSAS è correlata ad un peggioramento del controllo glicemico in pazienti diabetici di tipo 2; inoltre una OSAS non diagnosticata può annullare i benefici delle terapie antidiabetiche, aumentando il rischio di complicanze.
  • Ansia e depressione. Alcuni studi hanno correlato le apnee notturne a sintomi depressivi, favoriti da una scarsa ossigenazione del sangue. Inoltre la sonnolenza diurna aumenta i sintomi ansiosi.
  • Demenza. Lo scarso apporto di ossigeno dovuto alle apnee ostruttive determina una riduzione dei lobi temporali cerebrali, aumentando il rischio di malattie neurodegenerative (Alzheimer e morbo di Parkinson). Il deterioramento cognitivo si somma a quello fisiologicamente provocato dall’età.
  • Incidenti stradali. La correlazione è chiara: un riposo notturno superficiale e poco ristoratore può causare colpi di sonno durante il giorno. Secondo dati recenti, il 7% degli incidenti stradali ogni anno è causato dai colpi di sonno.

Apnee notturne nei bambini

Anche i bambini possono soffrire di apnee notturne, un disturbo del sonno che colpisce il 2% dei bambini in età prescolare e scolare. Le apnee notturne nei bambini possono determinare problemi a breve ed a lungo termine, come:

  • Ritardo nella crescita
  • Riduzione delle capacità riflessive e del quoziente intellettivo
  • Deficit neuro-cognitivi
  • Rallentamento della crescita ponderale
  • Pressione alta nel sangue
  • Malattie cardiache
  • Morte precoce

apnee notturne

I genitori dovrebbero porre particolare attenzione al sonno dei bambini. Se il proprio bambino presenta un sonno agitato, russa o ha un respiro ansimante, bisogna rivolgersi al medico. Attenzione anche alle attività quotidiane: i bambini affetti da OSAS hanno un sonno leggero e non ristoratore e sono quindi irritabili, con uno scarso rendimento scolastico, spesso in preda ad ansia e paure intense e infondate. Non bisogna sottovalutare questi campanelli d’allarme: il rischio che i problemi peggiorino è reale.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Se trattate in modo corretto, le apnee notturne possono essere risolte con successo. L’importante è una diagnosi immediata con polisonnografia, tramite la quale definire un percorso terapeutico atto a tenere sotto controllo la patologia.[/md_boxinfo]

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Scritto da Sara Roversi

Specializzata in Microbiologia e Virologia. Esperienza in laboratorio di diagnostica microbiologica (batteriologia, virologia, micologia, parassitologia, micobatteriologia, sierologia), conoscenza delle tecniche diagnostiche di biologia molecolare, anche per ricerca SARS-CoV-2.