La NASA ha finalmente dato il benvenuto alla sua navicella spaziale Orion domenica mattina, 11 dicembre, nell’Oceano Pacifico a ovest della Bassa California. Il viaggio “da record” per Orion giunge al termine dopo aver trascorso 25,5 giorni in alcuni degli ambienti più difficili, inclusa la resistenza a una temperatura di 2.800 gradi Celsius – circa la metà del calore della superficie del sole – quando è entrato nell’atmosfera terrestre.
Il veicolo spaziale Orion della NASA è un veicolo spaziale progettato per missioni di esplorazione dello spazio profondo. È destinato a essere un successore delle navette spaziali in pensione ed è in grado di trasportare gli astronauti verso destinazioni oltre l’orbita terrestre bassa, come la Luna e Marte. La missione, nota come Artemis I, ha lanciato la navicella spaziale Orion senza equipaggio sul retro di uno Space Launch System (SLS) in un viaggio intorno alla Luna dove ha condotto una serie di esperimenti scientifici, molteplici test di sistema come navigazione, capacità di imaging, sistemi di propulsione , e altro ancora.
Il veicolo spaziale è stato lanciato dal Kennedy Space Center in Florida il 16 novembre. Artemis 1, la missione che è stata finalmente lanciata il 16 novembre (dopo tante cancellazioni), ha segnato l’inizio di una nuova serie Artemis della NASA, attesa da un decennio. La navicella spaziale Orion ha percorso 1,4 milioni di miglia durante il suo viaggio e, secondo le prime analisi, tutto l’equipaggiamento di Orion ha superato il test, il che significa che la NASA è in grado di andare avanti con la preparazione per Artemis II. Artemis II è la seconda missione pianificata del programma Artemis della NASA, che mira a riportare gli esseri umani sulla Luna e stabilire una presenza sostenibile sulla superficie lunare.
La NASA ora intende fare ancora di più attraverso la sua serie Artemis: queste missioni cercano di ristabilire una presenza umana sulla Luna e dimostrare tecnologie e approcci commerciali necessari per futuri studi scientifici, inclusa l’esplorazione di Marte. Orion ora è stato recuperato dalla NASA, dopo il suo splashdown per raccogliere dati cruciali per le future missioni: Queste includono raccogliere informazioni sulle condizioni della nave dopo il suo volo, come i dati dei monitor che rilevano l’accelerazione e le vibrazioni, nonché le prestazioni di uno speciale giubbotto indossato da un manichino nella capsula per valutare come proteggere le persone dalle radiazioni durante il volo spazio.