L’aspartame è un edulcorante di sintesi. Si tratta di un dipeptide che si costituisce da due diversi aminoacidi: l’acido aspartico e la fenilalanina, la cui estremità carbossilica è stata esterificata con il metanolo. Data questa sua caratteristica strutturale, una volta che si ingerisce, si metabolizza allo stesso modo delle proteine. Si tratta di una sostanza che presenta lo stesso quantitativo calorico dello zucchero da cucina ma che, a differenza di quest’ultimo, ha un potere edulcorante pari a 200.
Rispetto al saccarosio, dunque, bisogna utilizzarlo in minime quantità per rendere dolci alimenti e bevande. Proprio a causa delle piccole dosi, si inserisce tra gli edulcoranti che normalmente si impiegano nella formulazione di cibi dietetici. Al palato si presenta come una sostanza che lascia in bocca un gusto dolce ma allo stesso tempo pulito, senza alcun retrogusto. Il suo gusto risulta essere, dunque, molto simile agli zuccheri naturali. Pertanto non va ad alterare in alcun modo la caratteristica organolettica sopra citata.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]La scoperta di questo edulcorante è attribuita a Schlatter che, a metà degli anni Sessanta, stava lavorando su di un possibile farmaco per la terapia dell’ulcera. L’Aspartame, infatti, era un intermedio che avrebbe portato al composto d’interesse. Il suo sapore dolce fu scoperto per caso, come la maggior parte delle volte accade, in quanto il ricercatore si inumidì il dito con le labbra per girare dei fogli.[/md_boxinfo]
Aspartame: Dose giornaliera
Attualmente gli studi sulla sicurezza di questa sostanza non forniscono dati precisi. Si indica generalmente una dose massima giornaliera di 40 mg/kg (più di cento compresse di questo edulcorante) che dovrebbe tutelare anche i soggetti più sensibili. Questo dato non è ancora certo in quanto, secondo recenti studi dell’Istituto Ramazzini, si dimostrerebbe un incremento dello sviluppo di cancro in alcune specie di roditori esposte ad Aspartame. Particolare attenzione si pone anche sui prodotti derivati dal catabolismo dell’edulcorante. In particolar modo fenilalanina e metanolo che, in seguito a una sostanziosa assunzione, potrebbero accumularsi nell’organismo sviluppando fenomeni di tossicità.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Il metanolo libero si forma quando un prodotto liquido che contiene aspartame si porta a una temperatura superiore ai trenta gradi (situazione fisiologica per l’organismo umano): quindi ogni volta che si ingerisce. In seguito si metabolizza a formaldeide che, successivamente, darà luogo alla formazione di acido formico (sostanza che viene impiegata nel veleno contro le formiche). È importante fare un paragone con il metanolo contenuto nei normalissimi succhi di frutta che non è però in quantità paragonabile a quello assunto con l’aspartame anche a bassissime dosi.[/md_boxinfo]
Aspartame e Diabete
Uno specialista israeliano, il dottor Suez, ha evidenziato una possibile correlazione tra il consumo eccessivo degli alimenti che contengono aspartame e l’insorgenza dell’intolleranza al glucosio. Si tratta proprio del fattore che predispone all’insorgenza del diabete mellito. In una sperimentazione si è provato ad aggiungere l’aspartame alla normale dieta dei roditori e i risultati non sono stati per nulla positivi. Questa sostanza, infatti, sembra andare ad alterare il metabolismo degli animali con conseguente aumento della glicemia. In questo modo si determina una condizione che comunemente si definisce di pre-diabetica. In più gli edulcoranti sono in grado di andare ad apportare modifiche alla flora intestinale. Difatti, questi selezionano una particolare specie di popolazione batterica che predispone a un maggior assorbimento calorico e una maggiore conversione degli zuccheri in grassi.
Aspartame e tumore
Gli scienziati, secondo studi eseguiti in laboratorio, sembravano aver correlato l’aspartame all’insorgenza di patologie di natura tumorale. Studi, però, con non solide basi scientifiche: ovvero non permettevano la replicabilità e la chiarezza richiesti dal processo metodologico. Da una recente revisione, non sembra emergere una particolare correlazione tra l’aspartame e il tumore. In particolare si escludono dall’associazione:
- forme di cancro al seno
- tumori alla prostata come la prostatite (vedi anche: prostata ingrossata o infiammata)
- forme di tumore al pancreas
- linfoma di Hodgking
A tal proposito si escludono anche collegamenti a malattie o incidenti cardiovascolari e possibilità di imbattersi in un parto prematuro.
Aspartame: Utilizzo attuale
Attualmente l’utilizzo dell’Aspartame è principalmente quello di edulcorante (anche se, talvolta, trova impieghi come esaltatore di sapidità). In Europa si riconosce il suo utilizzo in:
- bevande (che vengono considerate a basso tenuto calorico)
- gomme da masticare
- prodotti dolci (come lo yogurt)
- edulcorante vero e proprio e per la preparazione di prodotti appositamente formulati per i regimi dietetici dimagranti o per il controllo del peso
N.B: È importante ricordare che la maggior parte delle preparazioni che contengono Aspartame sono prive delle sostanze nutritive essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo.
Aspartame: effetti collaterali
L’aspartame, se si assume a dosi massicce e per periodi prolungati, può causare diversi effetti collaterali e reazioni avverse, tra cui:
- dolori addominali
- peggioramento di stati depressi e ansiosi
- asma
- sensazione di bruciore durante la minzione
- tosse cronica e fastidiosa
- affaticamento
- disturbi gastro-intestinali (diarrea, nausea e vomito)
- ipertensione
Inoltre, questo edulcorante, sembra poter peggiorare o mimare i sintomi che caratterizzano diversi stati patologici tra cui: morbo di Parkinson, linfoma, sclerosi multipla, attacchi di panico e depressione. Generalmente, nei casi in cui si manifestano questi effetti indesiderati, per notare dei miglioramenti, è necessario interromperne il consumo per circa due mesi.
Soggetti che devono prestare attenzione al consumo di aspartame
Particolare attenzione all’assunzione di Aspartame devono prestarla le donne che si trovano in stato di gravidanza e i bambini. Anche se, ormai, l’Aspartame è entrato a far parte di preparazioni industriali rivolte direttamente a questi ultimi. Un occhio di riguardo va anche rivolto a tutti coloro che soffrono di fenilchetonuria e che, quindi, presentano una difficoltà maggiore nel metabolizzare l’aminoacido fenilalanina. Tuttavia non c’è nessuno studio scientifico che possa determinare con estrema certezza che l’aspartame provochi effetti tossici a livello fisiologico. Soprattutto se questo non si assume in grandi quantità e per un lungo periodo di tempo.
Vedi anche altri dolcificanti, come: