Molte persone hanno festeggiato alla notizia che in Unione Europa è stato raggiunto finalmente un accordo con il prezzo del gas. Il tetto al prezzo del gas, già in carica sotto il governo di Mario Draghi, aveva come obiettivo quello di mitigare gli effetti della crisi energetica in Europa. Tuttavia, secondo gli analisti che hanno studiato la faccenda, sembra che questa sia più una mossa politica contro la Russia e non a favore dei cittadini europei. Secondo le stime, purtroppo le bollette non scenderanno anzi è possibile che ci saranno ulteriori aumenti.
Capiamo prima in cosa consiste il price cap, o meglio, il meccanismo di correzione dei prezzi approvato dall’Unione Europea. Il price cap, entrerà in vigore dal 15 febbraio 2023 in presenza di due condizioni:
- Se le quotazioni mensili dell’indice Ttf superano i 180 euro al megawattora;
- Se la differenza di prezzo tra il Ttf e il Gnl, il gas naturale liquefatto, supera i 35 euro per tre giorni consecutivi.
Una volta entrato in azione, il tetto al prezzo del gas resta in vigore per 20 giorni lavorativi.
Molti hanno commentato che il tetto al prezzo del gas, almeno nella forma scritta nell’accordo, non è proprio un tetto. La soglia non è fissa. Il funzionamento del meccanismo di correzione dei prezzi fa in modo che il tetto del gas al mercato TTF non superi il valore del prezzo Gnl + il premio. Ad oggi 35 euro. Questo significa che il prezzo del gas non può superare i 180 euro.
Inoltre, il price cap entrerebbe in azione solo quando il prezzo del gas sarà più alto, per poi chiudersi automaticamente una volta che i prezzi di mercato tornino entro i parametri. Questo significa che nel 2023 il price cap potrà essere attivo solo per 40 giorni tra agosto e settembre.