Camomilla, un pianta erbacea usata e conosciuta per le sue proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche e miorilassanti. Non viene assunta solo attraverso tisane, ma anche creme ed altri tipi di rimedio. Il suo nome botanico è matricaria recutita, una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee, originaria dell’Europa e dell’Asia nord-occidentale. Oggi viene coltivata anche in Nord America e nel resto del mondo. La camomilla comune, nota anche con il nume inglese pin heads, è conosciuta ed apprezzata sin dall’antichità per i numerosi suoi effetti benefici. In particolare, come dicevamo, è utilizzata per le sue proprietà calmanti e antinfiammatorie.
Detto questo, all’interno di questo articolo, ci occuperemo di analizzare sia benefici che possibili effetti collaterali di questa pianta. Pur essendo un rimedio naturale, non va infatti usata senza cognizione di causa, avendo numerosi effetti collaterali e possibili interazioni farmacologiche da considerare.
Continua la lettura di questa mini guida se vuoi scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulla pianta della camomilla comune, che non va mai confusa con la camomilla romana, con una minore azione leniva ed antispastica.
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Camomilla: pianta
La camomilla è una pianta a portamento cespuglioso che raggiunge gli 80 cm di altezza, con una storia molto lunga alle spalle. Il popolo del Nilo la usava già per abbassare la febbre, per curare e abbellire la pelle. Per il popolo egizio, il fiore della camomilla assomigliava al sole e, per questo, la consacrarono proprio al dio Rà. Da lì all’Impero Romano, oggi questa pianta è diffusa soprattutto in Europa, Asia ed è stata naturalizzata in America. La camomilla cresce spontaneamente nei prati e nei campi, sino a 800 metri di latitudine e spesso viene considerata al pari di una pianta infestante quando invade le colture.
La sostanza a cui si devono i benefici della pianta, è costituita dai capolini essiccati. I fiori di camomilla hanno quel profumo inconfondibile e si presentano, appunto, riuniti in capolini di 1-2 cm di diametro. I fiori esterni sono di colore bianco, quelli interni invece di colore giallo.
Il nome camomilla deriva dal termine greco chamaeleon che significa “mela nana” poiché il suo profumo ricorda appunto quello di questo frutto. In lingua latina, era usato il termine matricaria che significa “utero”, poiché questa pianta veniva usata, già allora, per calmare i dolori mestruali. Nella medicina popolare, la camomilla era impiegata non solo per gli spasmi dovuti al ciclo mestruale, ma anche come rimedio interno per flatulenza e diarrea e come rimedio esterno per emorroidi, ascessi e acne. In campo omeopatico, da secoli viene usata per alleviare i disturbi della dentizione dei bambini e persino dei neonati.
Proprietà della camomilla
La camomilla ha innumerevoli usi come rimedio naturale, prima di tutto legate all’effetto miorilassante, cioè in grado di rilassare tutta la muscolatura del nostro corpo. Per questo, aiuta a contrastare i disturbi del sonno, insonnia e sintomi di disturbi d’ansia. Questa pianta è, per antonomasia, la bevanda della buonanotte da decenni: in generale, si consiglia di berla 30 minuti prima di coricarsi la sera. Contrasta anche le oscillazioni di umore, proprio perchè ha proprietà sedative, grazie alla presenza di flavonoli, che riescono ad agire sui recettori del cervello quasi allo stesso modo di alcuni farmaci.
Oltre a questo, tra le proprietà di questa pianta, troviamo anche l’utilità in caso di coliche gassose. Infatti, l’estratto di camomilla, facilita l’eliminazione dei gas intestinali ed esercita anche una azione spasmolitica, quindi riduce il dolore, anche nelle coliche neonati. Contrasta il mal di testa, la dismenorrea e i disturbi legati alla menopausa. A livello intestinale, combatte le infiammazioni dell’apparato uro-genitale, facilita la digestione e, in generale, supporto il sistema immunitario.
Nel combattere infiammazioni e arrossamenti, anche a livello cutaneo, entrano in gioco le mucillagini contenute nella camomilla. Per questo, combatte prurito, dermatite atopica, punti neri, acne e ma anche piccole ferite. L’effetto antinfiammatorio agisce anche in caso di congiuntivite, stomatite, afte e gengivite.
Come si assume la camomilla?
A seconda della problematica da curare, la camomilla viene usata sotto forma di infuso, estratto, tintura madre o impacchi. Esistono in commercio anche numerosi prodotti cosmetici a base di camomilla con uso topico per lenire rossori, idratare la pelle e curare la dermatite.
In campo estetico, la camomilla viene anche usata per schiarire i capelli biondi che hanno perso brillantezza e lucentezza. In questo caso, si ricorre a impacchi o prodotti specifici come quelli della linea Schultz che sono fatti tutti a base di camomilla biologica, coltivata dall’azienda dal lontano 1900. Gli impacchi sono anche usati in in caso di congiuntivite o per lenire la pelle arrossata o ferita. I gargarismi sono invece utili in caso di disturbi della dentizione, come gengiviti e infiammazioni della mucosa orale. Sotto forma di infuso, invece, viene usata in caso di ansia, insonnia e per gli spasmi dell’apparato gastrointestinale.
Molto utile nella pulizia dei capelli e, nello specifico, per le acconciature per capelli ricci.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Uno studio pubblicato dalla rivista The Gerontologist e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas (USA), ha dimostrato che bere camomilla allunga la vita. Per la ricerca è stato preso in esame un campione di 1600 persone di età over 65 anni: il 14% di loro era abituato già a bere camomilla. Dopo 7 anni, è stato rivelato che bere camomilla diminuisce del 30% la mortalità delle donne ispanico-americane. Indipendentemente dall’affidabilità di questo risultato, i benefici della camomilla sono innegabili.[/md_boxinfo]
Interazioni farmacologiche ed effetti collaterali
La camomilla deve essere assunta con cautela, anche se è rientra tra i rimedi naturali. Infatti interagisce con i farmaci anticoagulanti, aumentando il rischio di sanguinamento incontrollato. Allo stesso modo, la camomilla potenzia l’effetto di farmaci sedativi o a base di benzodiazepine.
Un uso prolungato della camomilla o un dosaggio eccessivo può provocare una riduzione dell’assorbimento di ferro. In soggetti particolarmente sensibili, la camomilla può avere effetti collaterali come agitazione, insonnia e forte nausea. In persone allergiche alla famiglia delle Asteracee, invece, l’assunzione di camomilla può provocare dermatiti o congiuntivite allergica. In numerosi casi, il contatto con la pianta fresca della camomilla provoca dermatite da contatto e prurito, a causa della presenza di lattoni sesquiterpenici.
Camomilla: quando non usarla?
La camomilla non può essere usata dai soggetti allergici alle piante della famiglia delle Compositae e dalle donne in stato di gravidanza o allattamento. In particolare, se assunta in dolce attesa, c’è il rischio di contrazioni premature. Se però il ginecologo lo consente, è possibile bere infusi di camomilla nei dosaggi consigliati di sera, per favorire il rilassamento anche in gravidanza. Non sono comunque accertati casi di danni al feto.
Per qualsiasi dubbio o perplessità sull’uso terapeutico della camomilla sia per via orale che esterna, si consiglia prima dell’assunzione di consultare il medico di fiducia.