La cefalea, o mal di testa, consiste in un dolore localizzato alla testa o al collo. Le cause della cefalea sono diverse: siccome il tessuto cerebrale non possiede recettori del dolore, la sensazione dolorosa proviene dal resto delle strutture sensibili che si trovano intorno al cervello, in particolar modo i vasi sanguigni, i muscoli, i nervi, i tessuti sottocutanei, gli occhi, i seni nasali e paranasali e le mucose. Il mal di testa viene classificato in diversi modi in base all’insorgenza, ai sintomi e alla durata.
Quasi il 90% degli individui soffre di mal di testa almeno una volta nella vita. La maggior parte delle persone ha una cefalea primaria, ovvero non causata da altre patologie; le donne ne soffrono molto più degli uomini, a causa di fattori ormonali e stressanti. La cefalea è un disturbo piuttosto comune e solitamente non grave, ma può danneggiare la qualità della vita (specialmente l’emicrania) costringendo chi ne soffre a ridurre le proprie attività ed assumere farmaci per controllare il dolore.
I rimedi per il mal di testa dipendono dalle cause: alcune tipologie possono essere prevenute, altre invece richiedono l’assunzione di farmaci. Scopriamo cos’è il mal di testa, quali sono le cause e le caratteristiche, come viene classificato e come trattarlo.
Cefalea: significato
La cefalea è descritta come un dolore a qualsiasi parte della testa, compresi il cuoio capelluto, la parte superiore del collo, il viso e l’interno del cranio. Le cefalee sono uno dei motivi più comuni per cui le persone si recano dal medico. Infatti, il mal di testa è un sintomo piuttosto comune: prima o poi tutti ne soffriamo, alcuni più di altri. Per alcuni soggetti il mal di testa diventa un disturbo serio, specialmente quando si tratta di emicrania, una forma particolarmente dolorosa ed invalidante che colpisce circa il 12% della popolazione.
Nella maggioranza dei casi tuttavia la cefalea non è grave ed è solamente episodica, cioè compare ogni tanto e non provoca disagi alla vita quotidiana.
Esistono oltre 200 tipologie di mal di testa, da quelli episodici ed innocui, a quelli che possono mettere a rischio la vita. Una prima distinzione va attuata tra cefalee primarie e secondarie.
- Primaria. La cefalea primaria (come la cefalea tensiva, la cefalea a grappolo o l’emicrania) è la più comune, non è provocata da una patologia di fondo ed ogni sotto-tipologia ha caratteristiche tipiche.
- Secondaria. Le cefalee secondarie sono causate da altre malattie che colpiscono la testa o il collo; un esempio è la cefalea cervicale, che deriva dai muscoli del collo, o la cefalea da farmaci antidolorifici, che insorge in chi abusa di questi farmaci e paradossalmente ha un peggioramento di questi sintomi. Le cefalee secondarie possono essere dovute anche a tumori, infezioni, ictus, malattie degenerative ed emorragie cerebrali. In questi casi ci sono campanelli d’allarme che non vanno ignorati ma che richiedono immediatamente un approfondimento, come una cefalea fortissima improvvisa (“a rombo di tuono”), svegliarsi dal mal di testa, presenza di sintomi neurologici (incapacità a muovere gli arti, confusione mentale), anisocoria, perdita della vista o anomalie visive, rigidità di collo o mandibola, febbre elevata.
Perché viene mal di testa?
Ma perché insorge il mal di testa? Quali sono i meccanismi fisiopatologici che portano a sentire dolore alla testa, al collo ed alle spalle? Di per sé, il cervello non può sentire dolore, perché è privo di nocicettori; tuttavia le zone circostanti (meningi, arterie e vene, nervi cranici e spinali, muscoli di testa e collo) li possiedono e sono proprio queste responsabili dell’insorgenza del mal di testa. Il dolore può derivare da un’irritazione delle meningi e dei vasi sanguigni, oppure dalla vasodilatazione e dalla tensione muscolare; una volta stimolato, il nocicettore invia il segnale doloroso al cervello.
Mentre nelle cefalee secondarie è piuttosto semplice determinare la causa del dolore alla testa (è sufficiente capire qual è il disturbo alla base), nelle cefalee primarie i meccanismi del dolore non sono ancora stati ben compresi.
Diverse teorie hanno cercato di spiegare che cosa accade nel cervello: la più quotata è la teoria vascolare, formulata intorno al 1950, secondo la quale la costrizione e la successiva dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali portano all’attivazione dei nervi nocicettori vascolari. Questa teoria è stata in seguito approfondita dagli specialisti. Oggi è universalmente accettato che le cefalee siano causate da un complesso network di eventi vascolari e neurali, che portano ad una ipereccitabilità della corteccia cerebrale che comporta un massivo invio di segnali dolorosi al cervello.
La cefalea colpisce più spesso le donne a causa di caratteristiche ormonali (tranne la cefalea a grappolo che invece è più frequente negli uomini). Le variazioni ormonali del ciclo mestruale sono una delle cause per cui le donne sono più sensibili alla cefalea. Dopo la menopausa, la frequenza delle cefalee è decisamente inferiore.
Cefalea: sintomi
Nella maggioranza dei casi, il dolore della cefalea è bilaterale, ovvero si avverte in entrambi i lati del cranio; alcuni lo localizzano con precisione (ad esempio ad una tempia, dietro un occhio, alla nuca); altri lo descrivono come diffuso. Il dolore può essere lieve, moderato o molto forte e viene descritto come opprimente, pulsante, pesante e tensivo (“cerchio alla testa”). Può diffondersi da un singolo punto in tutta la testa, lateralmente o frontalmente o, ancora, può irradiarsi a collo e spalle. Fa eccezione l’emicrania, una malattia neurologica debilitante che solitamente riguarda un solo lato del cranio (non mancano però i casi di emicrania bilaterale).
La durata dell’attacco di mal di testa è estremamente variabile. Va da pochi minuti, ad ore oppure giorni, nei casi più estremi. Nelle forme croniche generalmente di emicrania o di cefalea a grappolo, il mal di testa può durare addirittura mesi: sono descritti casi di persone che si sono suicidate a causa del dolore insopportabile. Ogni tipologia di cefalea presenta sintomi a sé stanti, ma alcuni sono comuni a tutti i mal di testa:
- Dolore alla testa che si può irradiare verso spalle/collo
- Fastidio a luci e rumori
- Nausea
- Difficoltà di concentrazione
Cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo è una cefalea primaria poco comune: interessa circa lo 0,5% della popolazione, ma la sua prevalenza è difficile da stimare. A differenza delle altre tipologie di mal di testa, la cefalea a grappolo è più comune negli uomini, con un rapporto di 7:1 con le donne. Compare spesso nell’età adulta ed è caratterizzata da crisi frequenti che possono durare mesi, per poi sparire e lasciare in benessere per un periodo di tempo più o meno lungo.
La fase attiva e dolorosa viene appunto chiamata grappolo o cluster, perché le crisi sono continue e ravvicinate e si presentano spesso in certi periodi dell’anno.
I sintomi della cefalea a grappolo sono:
- Dolore molto intenso di tipo pulsante, lancinante o trafittivo (“cefalea da suicidio”) nella zona temporale o a metà del viso. Il dolore non si diffonde, rimane sempre localizzato nello stesso lato del cranio e anche negli attacchi successivi, rimane nella stessa zona.
- Localizzazione del dolore intorno all’occhio ed allo zigomo, con possibile irradiazione alla tempia, alla mandibola, al naso o al mento. In alcuni casi tutto il lato del cranio è colpito dal dolore.
- Congestione congiuntivale e nasale, rinorrea
- Fotofobia e fonofobia
- Miosi (contrazione della pupilla)
- Edema della palpebra
- Lacrimazione dell’occhio nella metà del viso interessata
- Durata della crisi da 20 minuti a molte ore, con la media di 1 ora. Il dolore insorge rapidamente ed improvvisamente ed altrettanto rapidamente scompare senza lasciare segni.
Esistono due forme di cefalea a grappolo:
- Forma episodica. In questa forma, il cluster dura da pochi giorni ad alcuni mesi, con intervalli liberi da malattia superiori a due settimane.
- Forma cronica. Gli attacchi si presentano ogni giorno per più di un anno consecutivamente, senza intervalli privi di dolore. Circa il 10% dei casi di cefalea a grappolo sono cronici.
Come altri mal di testa, anche questa tipologia insorge a causa di una eccessiva dilatazione dei vasi cerebrali che esercitano una pressione sul nervo trigemino; le cui cause però sono sconosciute. Alcune ipotesi sono una eccessiva stimolazione dell’ipotalamo, un malfunzionamento dei gangli sfeno-palatini o l’assunzione di certi farmaci. Curiosamente, la maggior parte dei pazienti è fumatore. Ci sono fattori che agiscono nella fase attiva della malattia, cioè durante il periodo delle crisi dolorose e non in fase di remissione. I fattori che possono scatenare la cefalea a grappolo sono:
- Bevande alcoliche (favorirebbero lo squilibrio chimico dell’ipotalamo)
- Fumo di sigaretta
- Stress ed emozioni intense
- Alterazione dei ritmi di sonno-veglia
- Jet lag
- Farmaci (nitroglicerina, farmaco antianginoso utilizzato nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica).
Inoltre, la cefalea a grappolo tende a comparire con maggiore frequenza nel cambiamento di stagione, soprattutto in primavera e in autunno. Gli attacchi comunque si presentano con frequenza, durata e intensità estremamente variabili da persona a persona.
Cefalea tensiva
La cefalea tensiva è sicuramente la forma più comune e meno grave di mal di testa primario. Questo tipo di cefalea può presentarsi in qualsiasi momento e non è cronica (se non nei periodi di stress più forti in cui può comparire con una certa frequenza). Il dolore tipico di una cefalea tensiva è diffuso, costrittivo e bruciante anche quando è lieve; non è associato a sensibilità alla luce o nausea/vomito, si aggrava con lo stress e l’ansia ma il movimento e lo sport possono dargli sollievo.
La cefalea di tipo tensivo è solitamente bilaterale (a differenza dell’emicrania) e può durare da pochi minuti ad anche più giorni, ma di norma non è invalidante; il dolore può avere dei picchi o calare temporaneamente.
Le donne sono le più colpite dal mal di testa tensivo. La parola “tensiva” che si associa alla cefalea ne descrive le cause, che risiedono nella contrazione irregolare dei muscoli delle spalle, del collo e della testa. Ci possono però essere diverse cause, non ancora del tutto note. Ci possono essere problemi di natura fisica (postura scorretta, ore davanti al pc, carenza di sonno) o psicologica (stress, ansia, depressione). Non può essere esclusa una predisposizione familiare, così come la presenza di altre patologie che possono aggravare la cefalea. Riassumendo, la cefalea tensiva non è una delle più dolorose e può essere scatenata da una serie di fattori:
- Contrazioni muscolari
- Anomalie del sistema nervoso centrale che aumentano la risposta al dolore o riducono i livelli di serotonina
- Stress intenso e prolungato che determina squilibri nel sonno e nell’alimentazione, oltre che tensione muscolare
- Postura scorretta o scomoda
- Ansia e sindromi depressive
- Abuso di farmaci analgesici (cefalea da farmaci)
La cefalea tensiva è definita episodica/sporadica se compare meno di una volta al mese; frequente, se gli attacchi appaiono più volte al mese per almeno 3 mesi; cronica, se gli episodi sono quotidiani o molto frequenti. In questo caso però spesso si associano sintomi come nausea, fotofobia e fonofobia che non sono tipici della cefalea tensiva ma di altre forme di mal di testa. La cefalea di tipo tensivo trova giovamento nello sport (che probabilmente agisce positivamente sui muscoli e sui nervi) e nei farmaci antinfiammatori.
Cefalea: Rimedi
Il primo rimedio per evitare frequenti attacchi di cefalea è modificare il proprio stile di vita. I comportamenti di tutti i giorni incidono sullo stato di salute più di quanto comunemente non si pensi:
- l’esercizio fisico
- una dieta sana e priva di eccessi
- evitare lo stress
- dormire abbastanza
Tutti sarebbero accorgimenti già di per sé sufficienti a mantenere il corpo sano ed allontanare lo spettro delle malattie tipiche della società occidentale moderna (obesità, cancro, patologie cardiovascolari, ansia e depressione).
Le cefalee sono molte e diverse per localizzazione del dolore, intensità e caratteristiche, così come sono diverse le cause scatenanti. In alcuni casi (come nell’emicrania) non c’è un vero e proprio motivo per cui il mal di testa compare, ed il dolore può essere talmente forte da impedire le attività quotidiane. I rimedi al mal di testa si dividono in naturali e farmacologici. Prima di assumere dei farmaci (che siano da banco o su prescrizione) vale la pena di tentare i rimedi naturali che, per alcune forme di mal di testa, possono essere risolutivi.
L’unica forma di cefalea primaria che può efficacemente essere prevenuta grazie alla modifica dello stile di vita e ad alcuni rimedi naturali è la cefalea tensiva. Nella cefalea a grappolo e nell’emicrania, alcuni accorgimenti possono ridurre la frequenza ed intensità degli attacchi, ma non eliminano il disturbo del tutto.
- Attività motoria. Molto utile nella cefalea tensiva, aiuta a rilassare la muscolatura in tensione ed aumentare i livelli di neurotrasmettitori che funzionano da antidolorifici endogeni.
- Tecniche di rilassamento. Meditazione, yoga, pilates, training autogeno, respirazione profonda… sono tecniche che aiutano a raggiungere un profondo rilassamento e allontanano lo stress.
- Panni freddi sulla testa. La vasodilatazione che provoca le pulsazioni dolorose può essere contrastata con l’aiuto di un panno freddo, che restringe i vasi cerebrali dando sollievo al dolore. Al contrario, la cefalea tensiva può migliorare appoggiando la nuca su un cuscino caldo, per distendere i muscoli del collo.
- Buio e silenzio. Luci dirette e rumori forti peggiorano il mal di testa: quando il dolore è forte, è meglio riposare sdraiati in una stanza buia e silenziosa.
- Tisane rilassanti: indicate quelle a base di melissa, camomilla, valeriana.
- Non variare gli orari del sonno. La “cefalea del weekend” è molto nota ed è causata dall’abbassamento dei livello di stress nel fine settimana, oltre che dall’alzarsi più tardi.
Cosa NON fare in caso di cefalea:
- attività fisica intensa. Del movimento aiuta in caso di cefalea tensiva, ma se il dolore è forte, il movimento lo renderà ancora peggiore. Meglio riposare.
- assumere caffeina ed alcolici. Gli alcolici sono vasodilatatori (peggiorano il mal di testa) e la caffeina può essere utile solo in piccole dosi, altrimenti si verificherà assuefazione.
- assumere troppi antidolorifici. Esiste anche una forma di mal di testa scatenata da una eccessiva assunzione di farmaci.
- mangiare cibi freddi, pesanti, poco digeribili, ricchi di tiramina (contenuta nel cioccolato) o nitriti (vino rosso, salumi)
Farmaci per cefalea
Una cefalea invalidante e cronica dovrebbe essere trattata nei centri appositi (“centro cefalee”) presente ormai in tutti i maggiori ospedali. Un centro cefalee offre un percorso diagnostico e terapeutico per tutte le tipologie di cefalea: viene eseguita una visita neurologica ed eventualmente esami strumentali e di laboratorio, che permettono di identificare il tipo di cefalea e di formulare una diagnosi precisa. In tal modo è possibile tracciare un percorso terapeutico personalizzato.
I farmaci più indicati per la cefalea sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come:
- ibuprofene e suoi derivati
- paracetamolo
- naprossene
- diclofenac
- acido acetilsalicilico, anche in combinazione tra loro o con sostanze naturali (ibuprofene+paracetamolo, paracetamolo+caffeina, acido acetilsalicilico+paracetamolo).
Non bisogna abusare di questi farmaci per evitare l’ “effetto rimbalzo” e mal di testa ancora più forti a causa della tolleranza indotta dall’assunzione. I FANS sono molto efficaci nella cefalea tensiva ed in alcuni casi nell’emicrania, ma ci sono forme resistenti ai farmaci che possono essere trattate solamente con medicinali su prescrizione come i triptani (Sumatriptan) o l’ergotamina (ormai in disuso a causa degli effetti collaterali, a favore di alternative più tollerate). Questi farmaci sono maggiormente specifici, ma presentano una serie di controindicazioni ed effetti collaterali, per cui vengono prescritti dallo specialista in casi selezionati di cefalea refrattaria.
Nei casi di mal di testa particolarmente grave ed invalidante, come quello provocato dall’emicrania, lo specialista può prescrivere specifici farmaci per prevenire il disturbo (vasocostrittori), che agiscono sui meccanismi cerebrali (anti-convulsivanti, anti-epilettici) o per gestire l’intenso dolore (oppioidi, narcotici, barbiturici).