Il codice tributo 3813 si utilizza per il pagamento dell’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive. Solo nel caso in cui si debba saldare la seconda rata, oppure si decida di pagare il tributo in una rata unica.
Esiste infatti la possibilità di pagare l’IRAP in due rate distinte, oppure in una rata singola. Nel primo caso la rata iniziale si salda in concomitanza con la dichiarazione dei redditi, il 16 giugno di ogni anno, ed è pari al 40% di quanto dovuto. La seconda rata invece, corrispondente al 60% del totale, si versa entro il 30 di novembre. Nel secondo caso si paga l’intera cifra a fine novembre.
Ogni anno le attività produttive hanno l’obbligo di inviare per via telematica la Dichiarazione IRAP, nel 2019 entro il 2 dicembre.
Ci si può aspettare che i termini per il pagamento del tributo cambino di anno in anno, è bene quindi informarsi in merito.
Codice Tributo 3813: come pagare l’IRAP
L’IRAP è l’Imposta Regionale per le Attività Produttive, questo il significato della sigla, ed è un imposta che il soggetto contribuente versa alla Regione in cui l’attività produttiva ha la sua sede.
Questa tassa si paga attraverso la compilazione del Modello F24 ad ha modalità telematiche dirette, nel senso che il soggetto contribuente impiegherà a fini fiscali i servizi F24 web o F24 online presentati a gestiti dall’Agenzia delle Entrate, con i canali telematici Fisconline o Entratel.
Alternativamente può ricorrere tranne se l’F24 è a saldo 0, ai servizi di internet banking messi a disposizione da banche, Poste Italiane e Agenti della riscossione convenzionati con l’Agenzia delle Entrate, infine si può rivolgere ad un intermediario abilitato di qualsiasi genere.
Il calcolo dell’IRAP da versare deve essere fatto considerando la specifica Regione in cui ha sede l’attività produttiva cui il tributo si riferisce. Ogni Regione ha infatti facoltà di fissare l’ammontare del tributo come meglio crede.
Da ricordare il fatto che l’aliquota si applica ad un imponibile leggermente più ampio rispetto a quello utile per il calcolo dell’IRPEF.
Si immette poi il codice tributo 3813 che riguarda l’acconto della seconda rata IRAP o la soluzione di pagamento a saldo in un’unica rata.
IRAP: una Tassa Regionale
L’IRAP è un’imposta nata nel 1997, come contributo da parte delle imprese produttive di ogni Regione al sostentamento del Fondo Sanitario Nazionale. I cosiddetti Soggetti Passivi sono molteplici, a partire dalla gran parte delle società e degli enti operanti all’interno di una Regione, così come i liberi professionisti e i lavoratori autonomi.
Fanno parte di questo ampio elenco anche i produttori e i lavoratori agricoli e tutti coloro che producono reddito di impresa da un’attività di tipo agricolo.
Il codice tributo 3813 è quello che il soggetto contribuente impiega sia per il versamento della seconda rata di acconto dell’Irap sia, in alternativa, per il pagamento dell’acconto eseguito in un’unica soluzione.
Per il pagamento della prima rata di acconto si utilizza invece il codice tributo 3812.
L’aliquota da applicare dipende dalla singola Regione, ma partendo da una base stabilita dall’Agenzia delle Entrate. Per il 2019 l’aliquota base è pari al 4,82%, a cui si deve aggiungere ogni eventuale variazione decisa dalla Regione in cui risiede l’azienda.
Tempistiche e modalità di calcolo
Come abbiamo detto, le date per il pagamento dell’IRAP variano nel corso degli anni. L’Agenzia delle Entrate pubblica le modalità e i termini ultimi per i pagamenti con un certo anticipo, in modo da consentire al contribuente di conoscerle per tempo.
Il contribuente può decidere di versare entro questa data l’IRAP intera in un’unica rata. Come dicevamo, per la prima rata di acconto si utilizza il codice tributo 3812, per la seconda o il versamento unico vale in entrambi i casi il codice tributo 3813.
La tassa va pagata entro i termini di legge, per non incorrere in sanzioni. Se si è in ritardo anche di un solo giorno dai termini suddetti è necessario saldare l’IRAP ricorrendo al ravvedimento operoso. Il ravvedimento è possibile solo se è trascorso meno di un anno dal giorno del mancato pagamento di una tassa, questo in senso generale e non solo per quanto riguarda l’IRAP.
I codici tributo dell’Irap
I codici di tributo specifici per questa imposta sono:
- 3800: saldo in un’unica rata
- 3812: versamento della prima rata in acconto
- 3813: versamento della seconda rata in acconto o dell’acconto in un’unica rata
- 3805: interessi sul pagamento dilazionato
- 1987: ravvedimento operoso
- 9971: sanzioni relative all’IRAP
Esiste anche un aggiornamento della situazione contabile che può essere effettuato da parte dell’amministrazione finanziaria entro il 31 dicembre del quarto anno successivo alla data di presentazione della dichiarazione mendace o entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’anno in cui avrebbe dovuto essere effettuata la dichiarazione.
Il calcolo dell’IRAP
Le persone fisiche, le associazioni e le società pagano un’IRAP pari al 100% dell’importo indicato al rigo IR21 della dichiarazione dei redditi, qualora risulti superiore a 51,65 euro. Tutti gli altri soggetti invece devono pagare un saldo complessivo del 101,50% ma solo se superiore alla cifra minima di 20,66 euro.
Se la Regione ove si paga l’IRAP in unica soluzione, o come acconto e seconda rata attraverso il codice tributo 3813, ha un deficit sanitario, può rifarsi attraverso questa tassa prevedendo una maggiorazione della stessa.
L’IRAP copre infatti come imposta, il 40% della spesa sanitaria di ogni Regione. Ne consegue che ogni Regione sulla base delle necessità in tal senso, può aumentare l’aliquota IRAP quindi occorre sempre fare riferimento a tale eventualità.
Prima di saldare il tributo è quindi opportuno verificare l’entità dello stesso per l’anno in corso, per non incappare in errori che riguardano il suo calcolo, che potrebbero portare a sanzioni pecuniarie di una certa importanza.
In sostanza rientrano nell’imponibile per il calcolo dell’IRAP: l’intero imponibile IRPEF, i costi per la gestione d’azienda, eventuali interessi passivi. Si possono sottrarre esclusivamente i proventi straordinari e i costi per il personale.
Compilazione del Modello F24
Il modello F24 è un documento che deve essere compilato al fine di poter pagare alcune tasse ben precise. Nel caso si debba inserire il Codice Tributo 3813, i punti del documento da dover compilare andranno compilati in un certo modo. Si consideri che esiste una breve guida sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che indica una numerazione e anche cosa dover scrivere nello spazio bianco apposito. Sulla voce “punto 1”, si deve sempre scrivere il Codice Tributo (qualsiasi esso sia, quindi questo vale anche per l’inserimento di Codice Tributo quali ad esempio il 2001 oppure il 2002 ed il 2003).
Il punto 2, quello relativo alla rateizzazione, non deve essere compilato, mentre al punto 3 deve essere inserito l’anno di imposta in cui si effettua il pagamento, ad esempio il 2019. Al punto 4 invece deve essere inserito l’importo a debito, il punto 5 va lasciato in bianco, e al punto 6 si deve scrivere somma degli importi a debito indicati nella Sezione Erario. Al punto 7 vanno inseriti sempre gli importi indicati nella Sezione Erario, ma non quelli “a debito”, bensì quelli “a credito”.
Il punto 7 non dovrà essere compilato se sono già presenti importi a credito indicati precedentemente. Con il punto 8 si indica il saldo totale, che si ottiene sottraendo dal totale di A, il totale di B. Nonostante esistano anche i punti 9 e 10, che indicano rispettivamente il “codice ufficio” ed il “codice atto”, in questo caso non dovranno essere compilati.
- Sezione modello F24 da compilare: REGIONI
- Tributo da utilizzare solo per importi a debito
- Legge di Disciplina della materia: D.lgs. 446 del 1997
Esempio di compilazione del Modello
- importo da versare: 6000€
- anno dell’imposta 2017
- Regione di riferimento: Lazio
Le voci sull’F24 da compilare sono quelle che seguono:
- Codice Regione: (in questo caso, e per la Regione Lazio è lo 08, va ricordato però che la Tabella dei Codici Regione è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate)
- Codice Tributo: 3813
- Anno di riferimento: 2017
- Importi a debito versati: 6000€
- Totale E: 6000€
- Saldo E-F: medesima cifra versata in questo caso 6000€
Codice tributo 3813: seconda rata
- 3800 – pagamento del saldo dell’imposta;
- 3812 – pagamento dell’acconto dell’imposta o versamento della prima rata;
- 3813 – pagamento della seconda rata o acconto dell’imposta in un’unica soluzione.
IRAP: il ravvedimento operoso
I codici tributo, invece, per l’eventuale ravvedimento operoso, sono:
- 1992 – pagamento degli interessi per il ravvedimento operoso;
- 8907 – pagamento delle sanzioni per il ravvedimento operoso.
Relativamente al ravvedimento operoso è doverosa la precisazione che non è più utilizzabile tale pratica, quella del ravvedimento operoso, quando siano trascorsi più di 365 giorno dalla data della scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi (ovverosia dal giorno in cui avrebbe dovuto essere presentata. La legge di stabilità del corrente anno 2015 sta, tuttavia, introducendo delle novità legislative in tema di modalità e tempi per effettuare i pagamenti secondo la metodica del ravvedimento operoso.
IRAP: gli accertamenti
In assoluto stando alle vigenti normative si può affermare con certezza che un accertamento tributario potrà essere effettuato, da parte dell’amministrazione tributaria, entro il trentuno del mese di dicembre del 4° anno successivo alla data di presentazione della dichiarazione dei redditi mendace ovvero entro il trentuno del mese di dicembre del 5° anno successivo all’anno in cui si sarebbe dovuto presentare quella dichiarazione dei redditi.
Esemplificando: chi abbia omesso la dichiarazione relativa all’IRAP per l’ anno 2007, la quale, ovviamente, andrà presentata nel corso dell’anno 2008, potrà subire un accertamento fino alla data del trentuno dicembre 2013. Invece se costui ha presentato la dichiarazione, ma erronea, regolarmente nel corso dell’anno 2008, l’accertamento potrà essere effettuato esclusivamente entro la data del trentuno dicembre dell’anno 2012.
Decreto fiscale 2019: la rottamazione delle cartelle
Il nuovo Decreto da poco entrato in vigore consente ai soggetti già in possesso di un PVC, processo verbale di constatazione, da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza di aderire alla cosiddetta Pace Fiscale.
Il provvedimento non prevede la riduzione delle imposte non corrisposte, o delle cifre corrisposte in modo inesatto, ma il totale stralcio di sanzioni e interessi. Questo a patto che il contribuente saldi quanto dovuto in un’unica soluzione, o in 20 rate trimestrali senza compensazione con i crediti. Per aderire alla Pace fiscale è necessario presentare una dichiarazione integrativa entro il 31 maggio 2019, nella quale si devono indicare tutti i periodi di imposta già contestati e le rispettive cifre non versate.