Ogni anno purtroppo molte persone si ritrovano costrette a chiudere la partita IVA. I motivi che conducono a questa decisione possono essere diversi, ma molto spesso la causa sono le troppe tasse per cui il nostro Paese è tristemente famoso. A volte accade anche che la partita IVA venga lasciata inattiva per molto tempo senza fatturare. Con questi presupposti, nelle prossime righe vedremo insieme come chiudere partita IVA in alcune situazioni, con debiti, inattiva, agricola e mai usata.
Come chiudere la Partita IVA
Al giorno d’oggi chiudere una partita IVA è molto semplice, e l’intera pratica può essere portata a termine direttamente online. Non esiste nemmeno differenza tra i diversi regimi delle attività, se ordinario, forfettario oppure dei minimi. Per procedere puoi utilizzare due differenti metodi. Tra i due non ci sono sostanziali differenze, e persino i costi sono gli stessi. Il primo di questi è utilizzando il software ComUnica. In alternativa è possibile anche inviare telematicamente il modello AA9/11. Il procedimento invece cambia a seconda se l’attività è iscritta o meno al Registro delle Imprese.
Come chiudere la Partita IVA con debiti
Per coloro che hanno contratto debiti con la propria attività senza riuscire a pagarli, è possibile chiudere la partita IVA nel medesimo modo di quella senza debiti. Non esiste infatti alcuna differenza né nelle procedure, né nei modelli da inviare, e lo stesso discorso è valido anche per i costi di chiusura. Nonostante questo però, è opportuno prestare attenzione a cosa potrebbe succedere subito dopo. Una volta chiusa la partita IVA con debiti infatti, i creditori potrebbero rivalersi sul patrimonio e sui beni personali.
In questi casi, il rischio è che tali creditori possano agire legalmente e riuscire ad ottenere il sequestro dei suddetti beni al fine di metterli all’asta per ottenere un risarcimento. Questo discorso è valido per liberi professionisti, ditte individuali, lavoratori e artigiani che rispondono limitatamente dei debiti sociali. Come vedremo successivamente invece, più complicato è il caso delle società di capitali e di persone.
Come chiudere la Partita IVA inattiva
Abbiamo detto che per chiudere la partita IVA, anche inattiva, è possibile procedere in due modi differenti, che non si diversificano a seconda del regime adottato, se ordinario, forfettario o dei minimi, ma solamente a seconda che l’attività sia iscritta o meno al Registro delle Imprese. Nel dettaglio, per le imprese iscritte al Registro è necessario utilizzare ComUnica, ovvero il software ufficiale online del Registro delle Imprese stesso. Tale software permette di trasmettere la richiesta di chiusura in un’unica comunicazione.
Questo significa che simultaneamente la richiesta perverrà alla Camera di Commercio, all’INPS, all’INAIL e alla camera di commercio, tutto in un’unica comunicazione. Se invece la Partita IVA non è iscritta, è necessario ricorrere al modello AA9/11 dell’Agenzia delle Entrate. Tale modello può essere consegnato a mano attraverso una qualsiasi sede territoriale dell’Agenzia, oppure attraverso il servizio Entratel direttamente online, o in alternativa con una tradizionale raccomandata con ricevuta di ritorno.
Come chiudere la Partita IVA agricola
Per la normativa italiana, l’imprenditore agricolo è colui che titolare di partita IVA esercita attività legate alla coltivazione della terra, alla selvicoltura o all’allevamento. La partita IVA agricola deve essere aperta con codice ATECO 01 agricoltura. Un’impresa agricola può essere aperta con due diverse forme:
- Individuale: in questo caso l’imprenditore è uno solo.
- Societaria: ci sono più soci. È possibile creare società di persone (snc, sas), società di capitali (srl, spa, sapa) e cooperative.
La chiusura della partita IVA agricola non ha costi e la richiesta può essere inoltrata attraverso uno dei seguenti modi:
- Coldiretti. Può gestire la pratica di chiusura della partita IVA e relativa posizione INPS;
- Agenzia delle Entrate. Rilascia apposita ricevuta che dovrà essere consegnata all’INPS per chiudere la posizione contributiva;
- ComUnica, per chiudere contemporaneamente partita IVA e posizione INPS:
La partita IVA deve essere chiusa entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività. In caso di ritardi, o di partita IVA inattiva da tempo, l’Agenzia delle Entrate può chiederne la cancellazione d’ufficio. In questo caso verrà applicata una sanzione pari a 516 euro, ridotti a 172 euro se provvede alla chiusura entro 30 giorni dalla comunicazione.
Come chiudere la Partita IVA mai usata
Una partita IVA mai usata deve essere chiusa al più presto. Il consiglio è di farlo prima di entrare nel mirino dell’Agenzia delle Entrate. L’ufficio infatti, con una certa regolarità, individua tutte quelle partite IVA inattive o mai usate con lo scopo di chiuderle. L’Agenzia delle Entrate in questo caso invia al titolare una comunicazione per avvisare della chiusura automatica della partita IVA, in aggiunta a una sanzione di 516 euro che può essere ridotta a un terzo se pagata entro 30 giorni.
Come chiudere la Partita IVA retroattiva
Per coloro che non fatturano più e non vogliono più utilizzare la partita IVA è opportuno chiuderla al più presto, prima che l’Agenzia delle Entrate se ne accorga. Questo perché l’ufficio regolarmente individua le partite IVA inattive, ovvero quelle che non presentano la dichiarazione di chiusura ma nemmeno fatturano più. Nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate si accerta di questa condizione, invia una comunicazione di chiusura d’ufficio dell’attività.
Tale comunicazione viene effettuata per informare il titolare della partita IVA che la chiusura verrà fatta automaticamente, senza alcuna richiesta. Inutile sottolineare come non convenga far sbrigare tutte le pratiche all’Agenzia delle Entrate, anche perché oltre alla chiusura d’ufficio, verrà inviata anche una sanzione dell’importo di 516 euro. Tale sanzione, se pagata entro 30 giorni dalla notifica, sarà ridotta a un terzo, quindi a 172 euro.
Quando conviene chiudere la Partita IVA
Per quanto concerne i tempi di chiusura, la partita IVA può essere chiusa in qualsiasi momento dell’anno, ma non oltre i 30 giorni dalla cessazione dell’attività. Inviata la comunicazione della cessazione, l’Agenzia delle entrate chiuderà la partita IVA entro pochi giorni, e comunque entro un paio di settimane.
È importante ricordare di chiudere la partita IVA entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività. Tutto questo tra l’altro, senza ritardo. Non procedere in questo modo, significa farlo fare all’Agenzia delle Entrate, che provvederà a farlo in maniera automatica. Questo però, come spiegato in precedenza, conduce direttamente ad una sanzione di 516 euro.
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