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Disturbi intestinali: Quali sono, Rimedi e Cosa mangiare

I disturbi intestinali rappresentano una vasta categoria di problemi che colpiscono l’intestino. Essendo l’intestino un organo estremamente complesso e fortemente connesso al sistema nervoso, è estremamente sensibile a qualsiasi turbamento o modificazione della dieta, dell’assetto ormonale, dell’ambiente esterno. L’intestino può quindi essere interessato da problemi collegati a stress, abitudini alimentari scorrette, abuso di farmaci, infezioni e fumo.

Gonfiore intestinale, mal di pancia, intestino pigro, irregolarità intestinale, diarrea, pesantezza e meteorismo sono solo alcuni dei sintomi che possono essere causati da disturbi intestinali. Nella popolazione questi disturbi sono estremamente frequenti e rappresentano una delle prime cause per cui ci si rivolge ad un medico; per fortuna, nella maggioranza dei casi si tratta di disturbi lievi, che possono essere risolti con una dieta adeguata e con maggiore attenzione al proprio stile di vita. In altre situazioni tuttavia i disturbi intestinali possono essere gravi e colpire pesantemente la qualità della vita.

Vediamo quali sono i disturbi dell’intestino facendo una panoramica sui più frequenti, quali sono i rimedi e come impostare una dieta per trattare i problemi intestinali.

  • Vedi anche l’articolo dedicato ad Hamolind, rimedio efficace per emorroidi

Disturbi intestinali: quali sono?

I problemi intestinali sono un disturbo diffuso e molto più comune di quanto si pensi. Sgradevoli sensazioni di pienezza, gonfiore, diarrea o costipazione (anche alternate) sono molto comuni e fino al 40% della popolazione lamenta questi sintomi, che sono causati da un eccessivo accumulo di gas nel tratto digerente, dall’ingestione di aria o dalla fermentazione intestinale. Spesso i disturbi intestinali si manifestano con sintomi come:

Approfondiamo ciascuno dei più comuni disturbi intestinali e vediamo quali sono le cause.

Gonfiore intestinale

Le cause del gonfiore intestinale sono sia dietetiche, sia comportamentali. La stragrande maggioranza del gas prodotto nell’organismo è rappresentato dall’azoto e dall’ossigeno presenti nell’aria respirata; la fermentazione batterica invece produce prevalentemente azoto, idrogeno e metano. Il gonfiore addominale è quindi principalmente conseguenza dell’ingestione di aria durante i pasti, ma anche in seguito a cattive abitudini. Il gonfiore intestinale dipende da:

  • aerofagia: ingestione di aria causata da fumo, masticazione o suzione di chewing-gum e caramelle
  • alterato assorbimento dei gas intestinali
  • intolleranze alimentari (al lattosio, al glutine, ecc.)
  • stress intenso
  • flora intestinale alterata (presenza di patogeni o squilibrio delle specie batteriche residenti) dovuta ad infezioni o assunzione di antibiotici
  • ansia, depressione e insonnia
  • sindrome del colon irritabiledisturbi intestinali

In questi casi, si assiste a una iperproduzione e conseguente accumulo di gas, con la comparsa della sgradevole sensazione di gonfiore intestinale e distensione addominale. In generale il gonfiore addominale è una condizione benigna, che si risolve con una dieta speciale e correggendo lo stile di vita; ad esempio può presentarsi ingerendo alcuni cibi, mangiando troppo velocemente o bevendo bibite gassate.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]In casi più rari il gonfiore addominale è causato da processi patologici come appendicite, calcoli alla cistifellea e gastroenterici, ma in tal caso sono presenti altri sintomi più gravi come dolore e febbre. Le donne sono più colpite da disturbi intestinali come il gonfiore, perché l’intestino è più sensibile agli ormoni femminili; durante il periodo mestruale e in gravidanza, il gonfiore addominale è una condizione molto comune nelle donne.[/md_boxinfo]

Mal di pancia

Il termine “mal di pancia” indica dei disturbi intestinali piuttosto vaghi, che possono essere causati da moltissime situazioni, per la maggior parte benigne. Se al mal di pancia si accompagnano febbre, diarrea, nausea, vomito, oppure sangue nelle feci, le cause potrebbero essere infezioni virali o batteriche, che solitamente si auto-risolvono con l’idratazione ed una dieta leggera e richiedono attenzione medica solo se non guariscono spontaneamente entro 2-3 giorni o se tendono a peggiorare. Il mal di pancia causato dall’appendicite è crampiforme, acuto, inarrestabile, invalidante e non localizzato; questi sintomi richiedono immediato soccorso.

Un mal di pancia non grave, con dolore e diarrea lievi e che tende a ripresentarsi nel tempo, è piuttosto comune e può essere dovuto a stress, intolleranze alimentari o diete scorrette. Lo stress accentua fortemente i disturbi intestinali. La causa principale del mal di pancia è la sindrome dell’intestino irritabile, un disturbo funzionale molto comune caratterizzato da dolore intestinale e disturbi della motilità (stitichezza e diarrea alternate o prevalenza di una o l’altra). Nel periodo mestruale e premestruale il mal di pancia ed altri disturbi intestinali sono comuni.

Se il mal di pancia appare dopo aver mangiato, è possibile che le cause siano:

  • pasti troppo abbondanti
  • alimenti grassi e poco digeribili
  • assunzione di alcolici
  • alimenti come cipolle, fagioli, lenticchie e cavolfiori

Altre cause del mal di pancia dopo i pasti sono:

  • intolleranza al lattosio
  • celiachia (intolleranza al glutine)

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Bisogna inoltre distinguere tra mal di pancia e mal di stomaco. I problemi di tipo gastrico si manifestano con bruciore, gonfiore, eruttazione localizzati al centro del torace, tra sterno e ombelico; questi sintomi possono mimare un attacco cardiaco. I dolori intestinali compaiono all’addome superiore o inferiore, interessano un’area estesa (dallo stomaco fino alla pelvi) e di norma non sono brucianti ma continui, trafittivi, crampiformi e irradiati.[/md_boxinfo]

Intestino pigro

Tra i disturbi intestinali l’intestino pigro è molto comune e consiste in una condizione di rallentato transito intestinale, causato dalla diminuzione della peristalsi (le contrazioni muscolari che consentono al materiale fecale di progredire lungo il tubo intestinale). La peristalsi, che spinge le feci verso la parte terminale dell’intestino, è controllata dai muscoli involontari che dipendono dal sistema nervoso autonomo.

Se la peristalsi rallenta, il transito delle feci diventa difficoltoso, così come l’evacuazione che diventa scarsa ed irregolare. La sintomatologia dell’intestino pigro è fastidiosa: le feci rimangono a lungo del colon dove si disidratano e diventano dure e secche, rendendone ancora più difficile l’espulsione. I sintomi dell’intestino pigro sono:

  • gonfiore e dolore addominale
  • crampi addominali
  • meteorismo
  • sensazione di incompleto svuotamento
  • sensazione di nausea e di pienezza
  • alitosi al mattino

Ognuno ha la propria regolarità intestinale, ma si parla di intestino pigro quando:

  • la frequenza di evacuazione è inferiore alle 2-3 volte la settimana
  • vengono eliminate feci eccessivamente disidratate e/o di scarso volume
  • l’evacuazione è dolorosa e/o accompagnata da uno sforzo eccessivo
  • sensazione di evacuazione incompleta
  • necessità del ricorso a clisteri o lassativi
  • presenza di tracce di sangue vivo nelle feci
  • comparsa di emorroidi (dovute allo sforzo)

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Le cause di intestino pigro sono diverse: da una alimentazione scorretta, a patologie sottostanti fino all’assunzione di farmaci che rallentano la peristalsi. Il sesso femminile è più esposto a questi problemi intestinali per via delle fluttuazioni ormonali; anche gli anziani soffrono spesso di rallentamenti della motilità intestinale.[/md_boxinfo]

L’intestino pigro è più comune in:

  • periodi di intenso stress psico-fisico
  • stile di vita sregolato: incluse abitudini alimentari scorrette e vita sedentaria
  • farmaci come antipertensivi, antidolorifici oppiacei, antidepressivi ed antiacidi
  • alterazione della flora batterica intestinale o sindrome del colon irritabile

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Chi soffre di intestino pigro è anche più suscettibile all’insorgenza di cistite, per via di batteri che potrebbero migrare dall’intestino fino alla vescica.[/md_boxinfo]

Diarrea

La diarrea consiste nell’emissione di feci liquide o poco formate, con un aumento della quantità di feci e del numero di evacuazioni (in genere 3 o più al giorno). La diarrea è generalmente un meccanismo di difesa dell’organismo, che cerca di espellere velocemente sostanze nocive che transitano nell’intestino. Con l’aumento dei movimenti intestinali, le feci passano velocemente nel tratto intestinale e vengono assorbiti meno liquidi e sostanze nutritive; per questo motivo se la diarrea è prolungata, si può soffrire di malassorbimento e disidratazione. L’intolleranza al lattosio è piuttosto diffusa, anche se non sempre correttamente diagnosticata. 

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Se la diarrea dura meno di 2 settimane, si parla di diarrea acuta. La diarrea viene definita cronica se dura più di 4 settimane. Nei casi intermedi (episodi di diarrea acuta con periodi di remissione), si parla di diarrea persistente. Una diarrea protratta si ripercuote in modo negativo sullo stato di salute generale e sul benessere.[/md_boxinfo]

La diarrea acuta è un disturbo intestinale non grave che generalmente si autorisolve. Le cause possono essere:

  • Squilibrio della flora intestinale (flora intestinale funziona da difesa contrastando l’insediamento di batteri patogeni o virus che possono provocare infezioni intestinali)
  • Virus (rotavirus, norovirus): tipici nella diarrea del viaggiatore
  • Infezioni batteriche e parassitarie
  • Farmaci (antibiotici, lassativi, chemioterapici)
  • Intolleranze alimentari
  • Freddo, ansia e stress
  • Malattie infiammatorie intestinali o malassorbimento (causano diarrea cronica)

[md_boxinfo title=”Curiosità”]La diarrea può anche essere accompagnata da sintomi come crampi, dolore addominale, urgenza, gas, febbre, nausea e vomito. Una diarrea profusa può causare squilibrio elettrolitico e disidratazione severa. Se le scariche diarroiche si accompagnano a sangue, muco o pus, la diarrea si definisce dissenteria e richiede subito una visita medica, perché molto grave ed a rischio di disidratazione.[/md_boxinfo]

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Irregolarità intestinale

Quante volte bisogna scaricarsi per considerare normale la propria attività intestinale? Ci sono ampie variazioni soggettive, ma è considerata normale l’evacuazione un giorno sì e uno no, fino a due volte al giorno. Bisogna anche considerare l’aspetto delle feci, che dovrebbero essere formate; l’emissione di feci dure, malformate o addirittura liquide è sintomo di problemi intestinali.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]L’irregolarità intestinale può essere la conseguenza di situazioni benigne (stress, ansia, gravidanza, ciclo mestruale, stile di vita, assunzione di farmaci,, intolleranze alimentari) o di malattie (infezioni, malattie infiammatorie, neoplasie, disbiosi, alcuni farmaci). Problemi gravi vanno esclusi con una visita dal medico, in presenza di sintomi quali sangue o muco nelle feci, perdita di peso, presenza di masse palpabili, anemia, dolori intestinali persistenti.[/md_boxinfo]

La sindrome del colon irritabile è una causa molto frequente di irregolarità intestinale perché provoca periodi di stitichezza alternati a periodi di diarrea, con dolore e gonfiore addominale. Nelle donne i disturbi intestinali sono più frequenti, perché sono soggette a variazioni ormonali. Alcune malattie intestinali e neurologiche si accompagnano a stitichezza, così come l’assunzione di antidolorifici oppiacei ed uno stile di vita sedentario, con scarsa assunzione di fibre e tendenza a bere poco.

  • Stress e basse difese immunitarie sono anche alla base delle afte, fastidiose lesioni del cavo orale.

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Disturbi intestinali da stress

Gli eventi stressanti, come un esame, ansia, tensioni lavorative e familiari o altre fonti di preoccupazione, possono causare mal di pancia acuto o cronico. Lo stress può essere motivo di alterazioni della motilità gastrica ed intestinale, come ritardi nello svuotamento dello stomaco (digestione difficile, reflusso gastroesofageo) e rallentamento del transito intestinale (mal di pancia o stitichezza).

[md_boxinfo title=”Curiosità”]L’intestino è profondamente innervato ed esistono profondi legami tra cervello e tratto intestinale: infatti quest’ultimo contribuisce alla produzione di neurotrasmettitori, contiene milioni di neuroni e ospita una flora batterica importantissima per lo stato di salute.[/md_boxinfo]

L’equilibrio tra flora intestinale e benessere è molto stretto. Lo stato di disbiosi (alterazione della flora residente) predispone a disturbi dell’alvo, malessere e gonfiore. Comunque, i disturbi intestinali da stress non sono pericolosi per la salute, nonostante i sintomi possano essere intensi (scariche diarroiche alternate a stitichezza, dolore, gonfiore, problemi digestivi). Con la risoluzione dell’evento stressante, di norma cessano anche i sintomi.

Disturbi intestinali: Rimedi

I rimedi contro il gonfiore addominali, la diarrea e la stitichezza dipendono molto dalle cause che hanno determinato questi disturbi. A volte un rimedio non è nemmeno necessario, ad esempio quando il disturbo è occasionale, abbastanza tollerabile e tende a risolversi da solo in breve tempo. Altre volte la frequenza del problema tuttavia può rendere necessario intervenire con trattamenti che alleviano i fastidiosi sintomi dei disturbi intestinali, che possono influire sul benessere psico-fisico di chi ne soffre.

Gonfiore addominale: rimedi

Contro il gonfiore addominale, sono molto utili le tisane e i decotti a base di finocchio, che si somministrano anche ai neonati per combattere le coliche addominali ed altri disturbi intestinali. Il finocchio infatti possiede la proprietà di inibire la fermentazione batterica che porta all’accumulo di gas nell’intestino ed al conseguente gonfiore.

In questo contesto risultano utili anche le tisane a base di:

  • melissa
  • coriandolo
  • camomilla e menta

Gli integratori possono essere degli efficaci coadiuvanti della dieta, nei casi di gonfiore addominale, per ripristinare l’omeostasi del tratto digerente: sono indicati gli estratti vegetali a base di tarassaco, menta, cumino, melissa, coriandolo e finocchio, associati ad agenti anti-gonfiore che assorbono i gas intestinali in eccesso, come il carbone vegetale. Anche l’artiglio del diavolo è indicato nel trattamento. Nei casi di disturbi intestinali con disbiosi, ad esempio in seguito ad una terapia antibiotica, sono necessari i fermenti lattici che regolarizzano e modulano la composizione della flora intestinale residente, contrastando e prevenendo fenomeni di meteorismo e gonfiore.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Per impedire l’eccessivo accumulo di gas nell’intestino è necessario prestare attenzione ad abitudini alimentari scorrette (aerofagia, bibite gassate che causano la fermentazione batterica, alimenti difficili da digerire) e, se si sospetta una intolleranza alimentare, rivolgersi al medico o al nutrizionista per ottenere una dieta corretta.[/md_boxinfo]

Mal di pancia rimedi

Il dolore alla pancia può o meno essere accompagnato da diarrea, acuta o cronica. Innanzitutto bisogna individuare la causa della diarrea: stress, alcuni alimenti, infezioni… ci sono alcune misure generali che possono migliorare la funzionalità intestinale ed alleviare i sintomi:

  • fare pasti piccoli distribuiti nella giornata, masticando bene e lentamente
  • eliminare dalla dieta gli alimenti poco tollerati, i cibi pesanti o troppo speziati
  • idratarsi, sempre evitando le bibite gassate; vanno bene tisane ed infusi
  • favorire lo stato di equilibrio della flora batterica intestinale, essenziale per il benessere dell’organismo,
    anche attraverso l’assunzione di fermenti lattici
  • ritagliarsi degli spazi per praticare esercizio fisico in maniera regolare. L’attività fisica permette il rilascio di endorfine utili al buonumore ed a aiuta a sciogliere anche quelle tensioni psicologiche che sono spesso accompagnate da disturbi intestinali
  • imparare a gestire lo stress, organizzarsi, pianificare il proprio tempo ed evitare di sovraccaricarsi di impegni

Anche in caso di mal di pancia, attenzione ad idratarsi maggiormente per reintrodurre i liquidi persi, ma anche all’equilibrio della flora intestinale, che viene danneggiata da infezioni, intossicazioni, dieta sregolata, antibiotici ed altri fattori. I fermenti lattici devono essere sicuri (non patogeni), resistenti al pH gastrico estremamente acido ed alla bile pancreatica, raggiungere intatti e vitali il tratto enterico contribuendo al ripristino della flora batterica alterata.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]Una flora batterica ben costituita è essenziale per chi soffre di mal di pancia: svolge infatti una funzione protettiva, impedendo l’attecchimento di batteri patogeni e producendo una barriera mucosa difensiva; regola la peristalsi intestinale; produce vitamine essenziali (gruppo B); aiuta la digestione degli zuccheri; normalizza la funzione del sistema immunitario.[/md_boxinfo]

Nei casi di diarrea grave con disidratazione, possono rendersi necessari farmaci che rallentano il transito intestinale, calmano i dolorosi crampi e bloccano la diarrea, da assumere sotto prescrizione del medico. In molti casi non sono necessari gli antibiotici, ma soluzioni orali reidratanti con sali minerali ed una dieta speciale ricca di cibi neutri.

Intestino pigro rimedi

I disturbi intestinali comprendono anche la stitichezza, un problema occasionale di lieve entità che può essere risolto con alcuni rimedi ed accorgimenti, in particolar modo una dieta equilibrata ed una regolare attività fisica. Innanzitutto è necessaria una dieta ricca di fibre insolubili: verdura, frutta, legumi, cereali aiutano la motilità intestinale, specialmente la mela cotta, le pere, le prugne, i kiwi ed i fichi. Anche o yogurt è consigliato, essendo ricco di batteri benefici.

[md_boxinfo title=”Curiosità”]In parallelo, esistono integratori che aiutano a ripristinare il fisiologico ritmo del transito intestinale, come quelli a base di Psillio e Opuntia, piante che favoriscono la peristalsi, ma anche tisane di liquirizia, tarassaco, finocchio e rabarbaro.[/md_boxinfo]

L’attività fisica è una panacea contro i disturbi intestinali: il movimento stimola la peristalsi ed il transito delle feci lungo l’intestino. Sono ottime la camminata, la corsa, l’atletica leggera e gli sport acquatici.

Disturbi intestinali: cosa mangiare

Prediligere una dieta bilanciata rappresenta il primo fondamentale passo per salvaguardare il benessere del nostro intestino ed evitare disturbi intestinali. La dieta corretta da intraprendere nel caso di disturbi intestinali dipende da qual è il problema riscontrato. Nel caso di gonfiore addominale, bisogna evitare alimenti che favoriscono la fermentazione batterica e la produzione di grandi quantità di gas, come:

  • carboidrati complessi
  • lieviti contenuti nei prodotti da forno (pane e pizza) o nella birra
  • legumi
  • cavoli, broccoli, broccoletti, carciofi
  • cipolle, scalogno, porro, aglio
  • melanzane, peperoni
  • mele, prugne, uva passa
  • salse elaborate
  • bibite frizzanti zuccherate
  • frappè, frullati ed altri cibi ricchi di aria
  • dolci
  • chewing-gum
  • carbone, o meglio il carbone vegetale

[md_boxinfo title=”Curiosità”]In molti casi per sgonfiare la pancia è sufficiente ridurre l’assunzione di tali alimenti, mentre nel caso di vere e proprie intolleranze è necessario indagare in maniera più approfondita i fattori scatenanti il gonfiore e procedere con diete di esclusione. Il sintomo più tipico delle intolleranze è la diarrea: una dieta che esclude l’alimento sospettato può aiutare a capire qual è la causa dell’intolleranza, solitamente il lattosio o il glutine (celiachia).[/md_boxinfo]Per fornire all’organismo tutti i nutrienti necessari per la nostra salute è importante non rinunciare agli alimenti in grado di provocare aria nella pancia ed altri disturbi intestinali. Bastano alcuni accorgimenti:

  • scegliere prodotti freschi e di qualità, evitando quelli precotti
  • consumare piccole porzioni
  • ridurre i condimenti
  • scegliere metodi di cottura salutari (vapore, microonde, griglia o piastra, padella antiaderente, pentola a pressione)
  • consumare i pasti lentamente, senza foga
  • bere 1,5-2 litri di acqua al giorno
  • consumare cibi che aiutano la diuresi, come asparagi e cetrioli (contengono oltre il 95% di acqua) ed alimenti altamente digeribili, come pesce e carne bianca

Nella stitichezza cronica è molto importante l’idratazione (almeno 1,5 litri di acqua al giorno), l’assunzione di fibre (frutta, verdura, cereali) ed evitare i cibi astringenti e raffinati/grassi (limone, riso, banane, cioccolato, spezie…). Nella maggior parte dei casi la stitichezza è causata proprio da una dieta inadeguata e povera di fibre e liquidi, anche nei bambini; è fondamentale quindi aumentare l’apporto di questi cibi per rendere le feci più morbide ed espellerle facilmente.

Disturbi intestinali: Cura e farmaci

Nei casi in cui la dieta e il cambiamento di alcune dannose abitudini non abbia effetto sui disturbi intestinali, è necessario andare dal proprio medico che può prescrivere alcuni farmaci idonei. Contro la stitichezza refrattaria alle terapie, ad esempio nelle persone allettate o che assumono altri farmaci che causano stitichezza, possono essere prescritti lassativi (aumentano la massa fecale e la peristalsi intestinale) oppure zuccheri come lattulosio e mannitolo che richiamano acqua nel lume intestinale con effetto diarroico ed emolliente. In altri casi si possono utilizzare microclismi e supposte per sciogliere le feci indurite.

Altri farmaci contro i disturbi intestinali sono:

  • Salicilati (mesalazina), antinfiammatorio di elezione contro le malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa, proctite, morbo di Crohn)
  • Antidiarroici (loperamide, difenossilato, acetorfato, diosmectite)
  • Enzimi digestivi: si somministrano quando c’è una difficoltà di assorbimento dei cibi a causa di un deficit enzimatico
  • Anticolinergici (scopolamina, mebeverina, propantelina, clomipramina): impiegati nella sindrome del colon irritabile perché riducono gli spasmi intestinali e la secrezione gastrica. Non sono sempre efficaci, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità.
  • Stimolanti gastrointestinali: utilizzati per accelerare il transito intestinale in caso di reflusso o disturbi della peristalsi
  • Inibitori della pompa (lansoprazolo, omeprazolo, pantoprazolo): inibiscono la produzione acida gastrica e sono utilizzati per gastrite, iperacidità e reflusso

I farmaci per i disturbi intestinali possono avere effetti indesiderati o presentare interazioni con altri farmaci. Alcuni effetti collaterali sono nausea, diarrea, vomito, vertigini e mal di testa; i lassativi possono portare ad assuefazione. È necessario prestare attenzione all’assunzione e seguire attentamente le indicazioni del medico e la posologia, per evitare di incorrere in effetti indesiderati.

Scritto da Sara Roversi

Specializzata in Microbiologia e Virologia. Esperienza in laboratorio di diagnostica microbiologica (batteriologia, virologia, micologia, parassitologia, micobatteriologia, sierologia), conoscenza delle tecniche diagnostiche di biologia molecolare, anche per ricerca SARS-CoV-2.