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Farmaci Diuretici: Nomi, Significato e funzionano per dimagrire?

I diuretici sono una classe di farmaci elaborati allo scopo di favorire il processo di diuresi dell’organismo. Si tratta, dunque, di stimolare la produzione di urina e di eliminare, così, tutte quelle sostanze inutili o tossiche del metabolismo. Tra gli organi addetti all’eliminazione delle tossine e sostanze inutili ci sono: pelle, intestino, pancreas, fegato, apparato urinario ecc. Ma quali sono i farmaci diuretici più famosi ed efficaci? Il significato specifico, le diverse tipologie di diuretici e perché diverse persone li usano per dimagrire.

Farmaci diuretici: Nomi

Esistono diverse tipologie di farmaci diuretici, ognuna con una funzione peculiare. Nel paragrafo successivo li andremo ad analizzare nello specifico. Adesso ci soffermeremo, invece, sui nomi dei farmaci diuretici più conosciuti ed efficaci:

  • Lasix (Furosemide)
  • Diuremid
  • Diuresix
  • Toradiur
  • Elkapin
  • Reomax

Diuretici: significato

I diuretici sono una classe di farmaci apprezzata soprattutto per la loro capacità di aumentare la velocità del flusso urinario. Inoltre, sono deputati all’escrezione del sodio e dell’anione che, generalmente, è accoppiato al cloro. In caso di somministrazione cronica l’eliminazione di sodio tende via via a compensarsi a causa di un effetto che viene definito “freno diuretico“. Questo particolare fenomeno è dovuto all’azione del sistema nervoso simpatico, del sistema renina-angiotensina-aldosterone e dall’ipertrofia delle cellule renali (sono delle specie di sistemi compensatori). Questi farmaci sono numerosi e altrettante sono le loro possibilità di classificazione (sito d’azione, efficacia e struttura chimica rappresentano solamente qualche esempio).

  • Diuretici Inibitori dell’anidrasi carbonica

In questa classe di farmaci è importante ricordare l’acetazolamide (rappresenta anche il capostipite di questa serie di composti). L‘anidrasi carbonica di tipo IV la troviamo sulla membrana luminale e basolaterale mentre quella di tipo II nel citoplasma. A livello renale la sua azione avviene nel tubulo prossimale in cui investe un ruolo importantissimo nel riassorbimento di bicarbonato e nella secrezione di acidi. Oltre che sul rene si trova anche nell’occhio. Per ottenere un effetto terapeutico apprezzabile è necessario andare ad inibire entrambi i sottotipi di anidrasi carbonica. La conseguenza di questo effetto è la riduzione della formazione di umore acqueo e della pressione endoculare (ovviamente questi avvengono a livello dell’occhio). Questi farmaci, purtroppo, non sono privi di effetti avversi che rappresentano una conseguenza dell’acidosi metabolica e dell’alcalinizzazione delle urine. Tra questi ci sono:

  • allergie
  • tossicità cutaneane
  • frotossicità
  • mielodepressione

A causa degli effetti indesiderati il suo impiego risulta, attualmente, molto limitato se consideriamo la via sistemica ma è molto apprezzato per via oftalmica nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto. Ha benefici anche sull’epilessia ma, purtroppo, in questo caso, va rapidamente incontro a fenomeni di tolleranza.

  • Diuretici osmotici

In questa classe i farmaci maggiormente rilevanti sono: glicerina, isosorbide e mannitolo. La loro azione è apprezzabile nel  tubulo prossimale dove vanno ad aumentare l’osmolarità del liquido tubulare e nell’ansa di Henle. In quest’ultimo tratto provocano un minor richiamo d’acqua nella parte discendente che va a riflettersi in un conseguente minor riassorbimento di sodio in quella ascendente. Questa tipologia di farmaci è utilizzata per la sindrome da squilibrio da dialisi e prima di eseguire interventi chirurgici perché aiutano a ridurre la pressione endoculare ed un’eventuale edema a livello cerebrale.

  • Diuretici dell’ansa

Tra i diuretici dell’ansa impossibile non ricordare la furasemide (conosciuta anche con il nome commerciale LASIX) e la torasemide. Agiscono a livello del tratto ascendente dell’ansa di Henle andando a bloccare il simporto sodio-potassio-2cloro. Vengono anche chiamati diuretici drastici in quanto in questo particolare tratto viene riassorbito ben il 25% del sodio (i segmenti a valle lo riassorbono poi in modo molto limitato).

In questo caso è necessario porre attenzione alla sospensione del diuretico perché si potrebbe avere un effetto rimbalzo conosciuto come “ritenzione sodica postdiuretico“. In questo caso si avrà un incremento massivo del riassorbimento di sodio. Anche in questo caso non è possibile escludere l’insorgenza di alcuni effetti indesiderati tra cui:

Si utilizzano anche in caso di edema polmonare e scompenso cardiaco cronico. Altri usi (diuresi forzata, ipertensione ecc..) sono di gran lunga meno rilevanti.

  • Diuretici tiazidici

Tra i tiazidici i principi attivi più apprezzati sono: clorotiazide ed idroclorotiazide. Il loro nome deriva dal fatto che, dal punto della struttura chimica, si ricavano dalla benzotiadiazina. Anche se poi, le nuove formule, sono state ideate per sintesi da strutture differenti in cui però si è cercato di mantenere lo stesso meccanismo d’azione (da qui la nuova denominazione di simil-tiazidici). Agiscono a livello del tubulo contorto distale inibendo il simporto sodio-cloro che è localizzato, nel corpo umano, solamente nel rene. La loro efficacia è modesta e si evidenziano anche rilevanti interazioni con altri farmaci tra cui: anticoagulanti, FANS, cortisonici e chinidina. Nonostante questo possono essere utilizzati nei protocolli di terapia per edema ed ipertensione.

  • Diuretici risparmiatori di potassio

Questa classe di diuretici si può ulteriormente suddividere in: inibitori dei canali del sodio ed antagonisti dell’aldosterone. Per quanto riguarda la prima tipologia citata sono rilevanti soprattutto l’amiloride (si trova anche in associazione con l’idroclorotiazide nella specialità MODURETIC) ed il triamterene. Questi vanno ad inibire i canali al sodio che si trovano nel tubulo distale e nei dotti collettori. Il loro uso può portare all’iperkaliemia (soprattutto in associazione con altri farmaci tra cui i FANS), nausea, vertigini e mal di testa. Si apprezzano per l’edema, l’ipertensione e la fibrosi cistica (se somministrati sotto forma di aerosol vanno ad idratare le secrezioni permettendo così la loro rimozione).

Tra gli antagonisti dell’aldosterone si trovano lo spironolattone, il canrenone ed canrenoato di potassio. Vengono utilizzati per l’edema e per l’iperaldosteronismo primario.  Anche questi non sono privi di effetti collaterali (ginecomastia, impotenza, ulcera, sonnolenza ecc..). Questa classe di farmaci deriva dal principio che i mineralcorticoidi provocano ritenzione idro-salina e aumento dell’escrezione di potassio.

Diuretici: funzionano per dimagrire?

Dopo aver visto i vari tipi di diuretici in circolazione, soffermiamoci su un aspetto molto diffuso che riguarda questi farmaci, ovvero, il loro impiego per perdere peso velocemente. Secondo alcuni studi, sono tante le persone che utilizzano diuretici per favorire la perdita di peso o per accelerarla. Alcune ne fanno davvero abuso, nella convinzione di riuscire ad eliminare quei chili di troppo. In realtà, i diuretici non sono dei prodotti ideati con lo scopo di far dimagrire. La loro funzione è quella di aumentare la velocità del flusso urinario, aiutando il corpo ad eliminare i liquidi in eccesso e impedendo l’assorbimento di sodio. Una funzione molto lontana da quella del perdere peso. I diuretici sono indicati soprattutto per chi soffre di:

  • problemi cardiocircolatori
  • diabete
  • disturbi renali
  • patologie che provocano la ritenzione idrica

La loro capacità di sgonfiare l’addome fa si che tante persone li scelgano anche per perdere peso, ma sono davvero utili a questo scopo? Si sa che per avere una buona perdita di peso c’è bisogno di una dieta sana ed equilibrata, molto sport e tanta forza di volontà. Adoperare dei diuretici non solo non aiuta la giusta perdita di peso, ma porta alcune conseguenze al corpo.

Assunzione di diuretici per dimagrire: conseguenze

Uno dei problemi principali causati da questi tipi di farmaci è la perdita di peso momentanea. Dopo aver perso peso, i chili torneranno ad accumularsi nuovamente. In pratica, appena si abbandonano questi farmaci e si ritorna ad un’alimentazione normale, si sarà al punto di partenza. Quindi i diuretici sono per lo più una soluzione momentanea al problema del peso in eccesso, ma sono sconsigliati da tutti i medici per raggiungere questo scopo. Anche perché ci sono molti rischi importanti legati all’assunzione di diuretici che sono comunque dei farmaci forti.
Una delle conseguenze importanti è la possibilità di soffrire di minzione frequente. Quindi lo stimolo costante di andare in bagno e questo può compromettere la vita sociale, inoltre:

  • ci si può sentire stanchi, affaticati
  • si possono avere crampi muscolari
  • vertigini
  • carenza di minerali e vitamine
  • aritmia
  • vomito e nausea

Insomma, è chiaro che assumere diuretici per dimagrire non è la scelta giusta. Questi tipi di farmaci andrebbero assunti solo per lo scopo per il quale sono stati creati. Un uso prolungato di diuretici può anche compromettere seriamente alcuni organi e far nascere patologie legate al fegato e ai reni, anche gravi. Per eliminare la ritenzione idrica non è d’obbligo assumere diuretici.

È possibile anche adottare alcuni rimedi naturali molto efficaci. Inoltre, dormire otto ore a notte, aiuta ad eliminare i liquidi in eccesso, rilassando il corpo. Per la ritenzione idrica il segreto è quello di bere tanta acqua ogni giorno, almeno due litri al dì ed eliminare i cibi che fanno gonfiare come le patate, il caffè, il cioccolato, il tè, le melanzane, i grassi saturi ect… In conclusione, perdere peso assumendo diuretici è quanto di più sbagliato si possa fare. Sia perché non porta a soluzioni definitive e sia perché, a lungo andare, può compromettere negativamente lo stato di salute dell’organismo.

Diuretici e Panoramica sul rene

Il rene, a livello fisiologico, è il protagonista di differenti attività. Tra cui è importante ricordare il suo compito in:

  • azioni di regolazione (in particolar modo si parla di regolazione idrica ed elettrolitica)
  • nel mantenimento del corretto pH
  • nella rimozione dei diversi prodotti di catabolismo (questi vengono trasportati qui dal flusso ematico per poi venire successivamente escreti per via renale attraverso l’urina)

Tuttavia queste non sono le sue uniche funzioni. È impossibile, infatti, non andare a citare il suo ruolo nella secrezione ormonale di sostanze quali, ad esempio, l’eritropoietina, la renina e la vitamina D3. Quest’organo, nonostante le sue piccole dimensioni (non arriva nemmeno all’1% del peso corporeo) riceve ben il 25% della gittata cardiaca e consuma il 7% dell’ossigeno totale. Il nefrone è composto da differenti aree:

  • tubulo contorto prossimale: qui viene riassorbito il 65% del sodio filtrato ed, in più, questa zona presenta un’elevata permeabilità all’acqua
  • ansa di Henle: qui viene riassorbito il 25% del sodio filtrato. Si divide in due tratti: uno discendente (permeabile all’acqua) ed uno ascendente (qui il sodio viene attivamente riassorbito). Al termine di questo particolare tratto si trova la macula densa che è un sensore della concentrazione di sodio (se questa è elevata viene liberato ATP)
  • tubulo contorto distale: trasporta in modo attivo al sodio ma è impermeabile all’acqua
  • dotti collettori: qui la permeabilità all’acqua è influenzata dalla vasopressina

Scritto da Ilenia Zelin

Da sempre amante della farmacologia e dell’integrazione naturale. Sono copywriter da sei anni, personal trainer e laureata in chimica e tecnologia farmaceutiche dal 2017 e farmacista dal 2020.