Una delle misure più controverse delle ultime legislature italiane è sicuramente il reddito di cittadinanza. Slogan del Movimento 5 stelle, grande vincitore delle elezioni del 2018, questo sussidio è stato criticato aspramente in quanto impossibile da applicare nelle modalità idonee e per lo scarso controllo sull’erogazione del denaro.
Adesso il nuovo governo ha promesso di cambiarlo radicalmente: ci sarà riuscito? Nel 2023 cambieranno già moltissime cose per tante famiglie. La platea dei beneficiari si distingue, ora, tra soggetti attivabili al lavoro e soggetti privi di questa qualifica. Oltretutto scatteranno numerosi nuovi obblighi per la sua effettiva attivazioni. Il sussidio sarà inoltre cumulabile con un altro lavoro!
La promessa del premier Meloni inoltre è che al rifiuto della prima offerta di lavoro il reddito di cittadinanza verrà automaticamente annullato. Cambiano anche i requisiti per accedervi: Le famiglie formate in parte da minorenni, invalidi o over 60, saranno coloro che verranno coperte per l’intero 2023. Per chi invece avesse membri compresi tra i 18 e i 59 anni, pertanto attivabili al lavoro, il reddito di cittadinanza verrà interrotto dopo 8 mesi, ad agosto.
Le famiglie predisposte a venire sovvenzionate fino ad agosto verranno obbligatoriamente coinvolte in corsi di formazione e aggiornamento, così da facilitare il compito dello stato di trovargli un lavoro. Va inoltre ricordato che al rifiuto della prima offerta di lavoro il reddito verrà annullato. Infine, tutti i beneficiari dovranno essere coinvolti dal comune in lavori di pubblica utilità, contro il 33% che erano previsti prima.
Solo nei prossimi mesi saremo in grado di giudicare queste riforme, che al momento sembrano voler andare a rivoluzionare completamente quelle che sono le dinamiche attuali del reddito di cittadinanza. Moltissime regioni specialmente al sud protestano vibratamente contro l’abolizione di questa misura, tuttavia l’elettorato del governo attuale esulta. Chi avrà ragione alla fine?