L’epatite B è una malattia epatica provocata da un virus, che si trasmette attraverso il contatto con i liquidi corporei delle persone affette. L’epatite B è diffusa in tutto il mondo e in particolare nei Paesi in via di sviluppo, con una prevalenza del 3,5% nella popolazione. La guarigione è solitamente spontanea, ma la malattia può cronicizzare e causare gravi conseguenze in chi ne è colpito. Ogni anno nel mondo l’epatite B uccide più di mezzo milione di persone. Non esiste una cura specifica per l’epatite B, si possono somministrare antivirali nei casi gravi. Esiste un vaccino molto efficace, che attualmente è obbligatorio nei nuovi nati ed impedisce di contrarre la malattia.
Epatite B: cos’è?
L’epatite B è una malattia infettiva che colpisce il fegato ed è causata dal virus dell’epatite B (HBV), molto contagioso e facilmente trasmissibile attraverso il contatto con i fluidi corporei (sangue, secrezioni genitali, mucose). L’epatite B si trasmette tipicamente con i rapporti sessuali (vaginali, anali, orali), per via verticale (madre-figlio), per via parenterale (tramite trasfusioni di sangue infetto e lo scambio di siringhe) o per contatto con lesioni e mucose di soggetti infetti.
Una volta penetrato nel sangue, il virus raggiunge il fegato, per il quale ha una particolare preferenza. Si insedia nelle cellule epatiche (epatociti) dove replica massicciamente provocando infiammazione e la comparsa dei sintomi (fase acuta). In circa il 5% dei casi il virus rimane latente per molto tempo, danneggiando il fegato (forma cronica). Il decorso clinico è molto variabile: si va da portatori asintomatici poco infettivi che non riportano danni al fegato, ad una malattia fulminante o al contrario a lentissima evoluzione.
Forma acuta
La forma acuta della malattia ha una durata piuttosto breve, circa 6 mesi, specialmente se si contrae l’infezione in età adulta quando il sistema immunitario riesce a sviluppare gli anticorpi in breve tempo. Nel 90% dei casi, l’infezione porta a completa guarigione con acquisizione dell’immunità e nessuna conseguenza sul fegato. In rarissimi casi, l’epatite può essere fulminante, con una mortalità del 90% senza trapianto di fegato.
Forma cronica
La forma cronica dell’epatite B si sviluppa nel 5-10% dei casi e dura più di 6 mesi. Questa forma si sviluppa se il sistema immunitario non riesce ad eradicare completamente l’infezione: in tal caso la malattia dura molti anni e porta a problemi di salute seri (carcinoma epatocellulare, cirrosi epatica, insufficienza renale cronica). Nella maggior parte dei bambini che contrae l’infezione dai genitori o comunque prima dei 5 anni di vita, l’epatite B cronicizza. La forma cronica può anche evolvere in acuta (riacutizzazione).
Epatite B: Cause
L’epatite B è provocata da HBV (Hepatitis B Virus), un virus a DNA appartenente al genere Orthohepadnavirus, famiglia Hepadnaviruses. HBV è uno dei pochi virus a DNA che replica all’interno degli epatociti replica utilizzando una trascrittasi inversa, un meccanismo tipico dei virus ad RNA. Sono noti 4 sierotipi del virus HBV (adr, ADW, Ayr, ayw) e 8 genotipi: le differenze tra genotipi influenzano la gravità della malattia, il decorso clinico, la probabilità di complicazioni e la risposta al vaccino ed al trattamento con antivirali.
HBV è uno dei virus più infettivi al mondo (sono sufficienti pochi virioni per determinare l’infezione), sopravvive nell’ambiente fino a 7 giorni e si trasmette attraverso il sangue infetto ed i fluidi corporei, nei quali è presente in abbondanza. Anche se il virus replica a livello epatico, nel sangue sono rilevabili le proteine virali ed i corrispondenti anticorpi specifici, che vengono utilizzati per fare diagnosi.
Epatite B: trasmissione
Il virus dell’epatite B si contrae attraverso:
- Rapporti sessuali. Il virus è presente nei fluidi corporei di entrambi i sessi ed il DNA del virus è stato rilevato nella saliva, nelle lacrime e nell’urina dei portatori cronici.
- Via parenterale (contatto con sangue infetto). L’epatite B si può contrarre attraverso trasfusioni di sangue infetto (casi ormai rarissimi) e con lo scambio di siringhe, aghi ed oggetti taglienti infetti (compresi rasoi e forbici per unghie).
- Via verticale (madre-figlio). Il virus può passare al feto attraverso la placenta oppure durante il parto, con il contatto con il sangue materno.
Il contatto casuale (baci, abbracci, condivisione di posate, allattamento, tosse e starnuti) non trasmette il virus. Tuttavia, almeno il 30% delle segnalazioni di epatite negli adulti non è associabile ad alcuna causa identificabile. La malattia si può trasmettere anche se il soggetto è asintomatico ed anche durante il periodo di incubazione.
Epatite B: sintomi
Il decorso clinico della malattia è molto variabile e circa il 30% dei pazienti non presenta sintomi. I sintomi, quando presenti, si sviluppano dopo un periodo di incubazione di circa 3 mesi (durante i quali si è comunque infettivi) e comprendono:
- Affaticamento
- Nausea, vomito, perdita di appetito
- Febbricola serale
- Rash cutaneo
- Dolori addominali, specialmente nell’area del fegato (fianco destro)
- Ingiallimento di occhi e pelle (ittero)
- Urine di colore scuro
- Dolori alle articolazioni
Nei bambini e negli adulti che sviluppano una forma cronica, la patologia è quasi sempre asintomatica ed i sintomi compaiono in una fase avanzata della malattia, quando i danni sono già gravi. (Vedi anche: Clamidia: Cos’è? Test, sintomi e Come si trasmette)
Epatite B: Fattori di rischio
I soggetti a rischio di epatite B e di altre malattie a trasmissione sessuale dovrebbero sottoporsi periodicamente a test specifici, anche se non presentano sintomi. E’ a rischio di epatite B chi:
- Assume droghe per via endovenosa
- Vive con una persona che ha contratto l’epatite B
- È sieropositivo (HIV)
- Ha avuto rapporti sessuali con persone infette
- Ha ricevuto trattamenti di dialisi epatica
- Proviene da Paesi in cui l’epatite B è endemica, o ha vissuto in tali Paesi
- Assume o ha assunto farmaci immunosoppressori
- Donne incinte
Utilizzare il preservativo ed evitare rapporti promiscui aiuta a proteggere da malattie come l’epatite virale e da altre malattie a trasmissione sessuale. Bisogna anche evitare di farsi fare piercing e tatuaggi in luoghi a rischio (sulla strada, da ambulanti ecc.) che non sono in grado di certificare l’avvenuta sterilizzazione dello strumentario. Chi ha comportamenti a rischio dovrebbe fare il test almeno 2 volte all’anno, anche in assenza di sintomi. L’epatite B si diagnostica dosando nel siero i marcatori virali specifici e gli anticorpi contro le proteine virali. (Vedi anche: Cistite Uomo e Donna: Sintomi, Rimedi e rapporti intimi).
Epatite B: diagnosi
L’epatite B in atto o pregressa (ovvero già guarita) si può diagnosticare con un semplice prelievo del sangue venoso. Sul sangue è possibile rilevare la presenza del DNA virale o delle proteine virali (che significa che è in corso l’infezione) o la presenza di anticorpi contro le proteine (che segnalano l’avvenuta immunizzazione). La rilevazione di entrambi significa che la patologia è ancora in atto, ad esempio in forma cronica. I test sono molto importanti anche per monitorare l’evoluzione della malattia e l’efficacia del trattamento. I marker infettivologici dell’epatite B consistono in anticorpi diretti contro le proteine del virus e servono a definire lo stadio dell’infezione:
- HBsAg: antigene Australia o di superficie, positivo al contatto col virus anche nel periodo antecedente alla manifestazione dei segni e sintomi della malattia
- HBsAb: anticorpi contro l’antigene di superficie prodotti dai linfociti B, positivo dopo la guarigione della malattia o nei soggetti vaccinati
- HBcAb: anticorpi contro l’antigene del core virale (HBcAg), può esistere di due diverse classi di immunoglobuline: la classe IgM è dosabile in fase acuta mentre la classe IgG lo è per tutta la vita
- HBeAg: antigene non corpuscolato del core virale; indica attività della malattia e della replicazione virale, è presente in fase acuta e in alcuni tipi di portatore cronico attivo
- HBeAb: anticorpo contro l’antigene non corpuscolato del core virale, compare nell’epatite acuta quando comincia a risolversi; è presente anche nel portatore cronico sia attivo sia inattivo.
Altri esami possono far sospettare una malattia epatica, come:
- l’innalzamento delle transaminasi (tipico del periodo acuto ma non della malattia cronica)
- l’alterazione del valore della bilirubina diretta e indiretta
- sintomi clinici come la presenza di ittero, bilirubinuria (presenza di bilirubina nelle urine) e feci ipocromiche (colore giallo)
Vaccino epatite B
L’infezione in fase acuta si risolve da sola e non necessita di nessun trattamento, ma solo sul controllo dei sintomi. La forma acuta fulminante e la forma cronica richiedono invece il trattamento con antivirali, scelti dall’epatologo in base al singolo paziente ed alle sue caratteristiche. Gli antivirali non possono bloccare l’infezione ma impediscono la replicazione del virus, evitando ulteriori danni al fegato. I più utilizzati sono lamivudina, adefovir-dipivoxil, tenofovir, telbivudina, entecavir e modulatori del sistema immunitario.
Siccome l’80-90% delle infezioni da HBV si contrae prima del 1° anno di vita, è importante che tutti i neonati vengano vaccinati. Il vaccino ha un’efficacia elevatissima (circa il 95%) e protegge per tutta la vita. La vaccinazione consiste in 3 dosi all’età di 2, 4 e 12 mesi ed è altamente consigliata; gli operatori sanitari ed i soggetti a rischio a causa del loro lavoro spesso vengono sottoposti a richiamo vaccinale.
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