L’esofagite è l’infiammazione dell’esofago, il canale che grazie alla peristalsi dei muscoli sottostanti, dalla bocca conduce il cibo allo stomaco, passando attraverso la faringe. L’esofagite è generalmente associata al reflusso gastroesofageo, ma non solo: esistono diverse forme causate da infezioni virali, batteriche e fungine, da neoplasie, da alcuni farmaci e da malattie autoimmuni.
L’esofagite può causare dolore toracico, bruciore e difficoltà a deglutire. La cura dipende dalla causa dell’infiammazione e dalla gravità del danno tissutale. Nella maggioranza dei casi, se trattata rapidamente con la terapia appropriata, l’infiammazione esofagea si risolve rapidamente e senza conseguenze, con la scomparsa dei sintomi e dell’infiammazione. Se non curata invece può interferire con l’alimentazione e danneggiare anche gravemente la mucosa, causando complicazioni.
Esofagite: sintomi
I sintomi causati dall’esofagite sono:
- Bruciore di stomaco che risale dal torace verso lo sterno (esofagite da reflusso)
- Nausea
- Sensazione di gonfiore e pienezza
- Difficoltà ad ingoiare e deglutizione dolorosa
- Dolore al petto che si irradia alle braccia, spesso confuso con infarto
- Respiro corto
- Mancanza di appetito
- Perdita di peso
- Tosse secca e stizzosa
La descrizione accurata dei sintomi può indirizzare il medico verso una diagnosi; l’esame obiettivo ed una visita completa sono necessari per scoprire la causa dell’esofagite. Il medico può anche richiedere alcuni esami specifici, come:
- Esofagogastroscopia. Esame strumentale eseguito in leggera sedazione che esplora direttamente l’esofago e lo stomaco l’inserimento, attraverso la bocca, di un tubo flessibile a fibra ottica (endoscopio) che registra e trasmette le immagini allo schermo di un monitor. L’esame permette di visualizzare l’esofago e consente anche il prelievo di porzioni di tessuto (biopsia). L’esofagite da reflusso è caratterizzata da arrossamento della mucosa con eventuale presenza di ulcere. Nelle esofagiti causate da farmaci si osservano gonfiore ed arrossamento della mucosa con presenza o meno di piccole ulcere superficiali. Nelle esofagiti da causa infettiva sono presenti lesioni caratteristiche dell’agente infettivo che ne è causa.
- Biopsia. L’esame della biopsia prelevata nel corso dell’endoscopia permette di confermare la causa dell’esofagite, soprattutto nelle esofagiti da causa infettiva e nell’esofagite eosinofila.
- Radiografia dell’apparato digerente con mezzo di contrasto. È l’esame di elezione se il paziente presenta difficoltà ad ingoiare.
Esofagite: cause
Ma quali sono le cause che possono provocare un’infiammazione all’esofago? Le cause più comuni sono:
- Reflusso gastroesofageo. Nel punto di congiunzione tra stomaco ed esofago esiste un restringimento chiamato sfintere gastroesofageo, una sorta di valvola la quale si apre durante la masticazione per consentire il passaggio del bolo deglutito. Il malfunzionamento dello sfintere gastroesofageo e la sua apertura in momenti inopportuni determinano la risalita in esofago del contenuto gastrico corrosivo che irritarne fortemente la mucosa. Quando simili episodi si ripetono frequentemente, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
- Infezioni. Colpisce soprattutto persone con ridotte difese immunitarie, come quelle HIV positive o malate di cancro, ed è causata da agenti infettivi di origine batterica, fungina o virale. Piuttosto comune negli immunodepressi è l’esofagite da Candida albicans, un fungo normalmente non patogeno e presente nell’intestino; questa forma di infiammazione esofagea è favorita dall’uso prolungato di antibiotici e dall’iperglicemia cronica (diabete). Altri patogeni coinvolti sono il Citomegalovirus, il virus dell’Herpes simplex e l’HIV.
- Farmaci. Si verifica quando la pillola del farmaco viene assunta con poca acqua ed essa, o i suoi residui, rimangono a lungo a contatto con la mucosa esofagea. I farmaci più comunemente implicati in questa forma di esofagite sono i FANS (aspirina, ibuprofene, naprossene ecc.), alcuni antibiotici (tetraciclina e doxiciclina), il cloruro di potassio ed i bifosfonati (usati nel trattamento dell’osteoporosi).
- Esofagite eosinofila. Questa forma è determinata da una allergia verso determinati alimenti. In questa forma di esofagite, nei tessuti dell’esofago vengono rinvenute alte concentrazioni di granulociti eosinofili, cellule immunitarie coinvolte nella risposta allergica. L’esofagite eosinofila può anche essere provocata da allergie non alimentari, come quelle da pollini.
- Esofagite associata a radioterapia
- Ingestione di sostanze caustiche
- Esofagite associata ad altre malattie. L’infiammazione esofagea può essere secondaria a malattie della pelle come l’epidermolisi bollosa, il penfigo, manifestazioni cutanee da assunzione di farmaci, psoriasi, malattia di Behçet, malattia da trapianto contro ospite (Graft versus host disease, GVHD), malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn).
Esofagite da reflusso
L’esofagite da reflusso gastroesofageo, provocata da un malfunzionamento dello sfintere che collega stomaco ed esofago, è senza dubbio la forma più comune di questa infiammazione. I fattori di rischio più importanti per il suo sviluppo sono:
- Ernia iatale: malformazione talvolta congenita o indipendente dalla dieta, ma alcune volte provocata da abitudini nutrizionali scorrette
- Alimentazione notturna: tipica dei lavoratori serali/notturni
- Pasti consumati prima di coricarsi, ad esempio pranzare e poi stendersi
- Porzioni e pasti troppo abbondanti
- Pasti poco digeribili
- Cibi troppo freddi o troppo caldi
- Tabagismo
- Indumenti stretti nell’addome
- Iperacidità di stomaco
- Stress
Esofagite: Rimedi Naturali
Il miglior rimedio per questo tipo di infiammazione, specialmente se causata dal reflusso, è la prevenzione. Si raccomanda quindi di:
- Evitare alcol e fumo
- Migliorare le abitudini alimentari, evitando i cibi che scatenano il reflusso (cibi grassi o fritti, cioccolato, aglio, cipolla, caffeina)
- Ridurre le quantità di cibo durante i pasti
- Mangiare lentamente e masticando con cura
- Se si è in sovrappeso, seguire una dieta
- Diminuire l’assunzione di caffeina
[md_boxinfo title=”Curiosità”]L’importanza della dieta contro i disturbi digestivi non va mai sottovalutata. Esistono anche rimedi naturali che possono aiutare a lenire il dolore e l’infiammazione quando il disturbo è nella sua fase iniziale. Questi rimedi sono alla portata di chiunque.[/md_boxinfo]
- Bicarbonato di sodio. L’iperacidità e la risalita dei succhi gastrici verso l’esofago possono essere contrastati sciogliendo in 1 bicchiere di acqua 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio, che neutralizza gli acidi gastrici.
- Succo di aloe. L’aloe è una pianta che vanta diverse proprietà, tra cui azione antinfiammatoria e disinfettante. Il gel contenuto nella pianta di aloe è ricco di vitamina B, mucillagini ed amminoacidi essenziali, che aiutano a ridurre l’infiammazione dell’esofago e del tratto digestivo. Per preparare il rimedio all’aloe, servono 2 foglie di aloe e 1/2 bicchiere di acqua. La buccia delle foglie va eliminata, insieme al liquido giallo; la polpa va frullata in mezzo bicchiere di acqua ed infine aggiungere 1 cucchiaino di miele (a piacere). Ne va bevuta una tazza ogni pasto principale, senza eccedere perché ha effetto lassativo.
- Zenzero. La radice di zenzero ha proprietà gastroprotettive, ideali per chi soffre di problemi digestivi e disturbi intestinali. Prendere 3 pezzetti di radice di zenzero ed aggiungerli ad una tazza di acqua in ebollizione. Lasciare in infusione 30 minuti. Si consiglia una tazza ad ogni pasto principale.
- Camomilla. La camomilla ha un effetto rilassante, calmante ed allevia il dolore; i suoi fiori secchi contengono tepernoidi e flavonoidi che contribuiscono a conferirle proprietà medicinali. Bere una tazza prima di andare a dormire, lasciando le bustine in infusione per 5 minuti.
- Liquirizia. La liquirizia è un valido antiacido, come riconosciuto da diversi studi scientifici. Mettere 5 grammi di radice di liquirizia in una tazza di acqua molto calda, lasciare in infusione 10 minuti, filtrare ed addolcire a piacere con del miele. L’uso della liquirizia è controindicato in pazienti affetti da disturbi cardiovascolari, come ipertensione arteriosa o aritmie cardiache.
Esofagite: dieta e cosa mangiare
L’esofago è un organo cavo che trasporta il cibo dalla bocca fino allo stomaco quindi, in presenza di esofagite, è necessario apportare cambiamenti alla dieta al fine di permettere la risoluzione dell’infiammazione. Innanzitutto, bisogna:
- Frammentare i pasti e ridurre le porzioni. Chi soffre di esofagite deve mangiare poco e più spesso, dando importanza ai pasti secondari (spuntino di metà mattina, merenda) per non diminuire il necessario apporto energetico.
- Assumere alimenti digeribili. Non solo diminuire le porzioni, ma scegliendo alimenti più facilmente digeribili dallo stesso gruppo alimentare: ad esempio sostituire il latte intero con quello scremato, le brioches con pane magro e marmellata, la carne di maiale con la carne di pollo, i formaggi grassi (brie, gorgonzola) con quelli magri (ricotta), i vegetali complessi (peperoni, melanzane, pomodori) con altri più semplici (zucchine, finocchi, insalata).
- Ridurre i grassi animali e controllare le fibre. I grassi totali ingeriti in una giornata andrebbero ridotti al 25% delle calorie complessive ingerite. I lipidi permangono più a lungo nello stomaco e per non irritare la mucosa gastrica ed aumentare la secrezione di acidi, è necessario utilizzare cibi magri conditi con olio extravergine di oliva. Le fibre andrebbero assunte intorno ai 30 grammi al giorno: se in eccesso rallentano lo svuotamento gastrico. Meglio non eccedere con i legumi e con i cibi integrali.
- Cuocere le proteine. Le proteine per essere digerite devono essere denaturate: ciò avviene con la cottura oppure nello stomaco, a contatto con i succhi gastrici. Cuocere la carne (lessata, a vapore, a pressione, sottovuoto ecc) la rende digeribile ed evita di sovraccaricare lo stomaco.
I cibi da evitare perché peggiorano il reflusso e quindi l’esofagite, sono:
- Alcol etilico: le bevande alcoliche aumentano l’acidità gastrica e promuovono il reflusso.
- Caffè, tè, cacao, energy drink. Contengono sostanze che aumentano la contrattilità muscolare, come caffeina, teofillina e teobromina.
- Bevande gassate. L’anidride carbonica addizionata crea un aumento della pressione nello stomaco e tende ad accentuare la risalita del contenuto gastrico nell’esofago.
- Spezie piccanti. Spezie come peperoncino, pepe, rafano, cipolla, aglio e zenzero sono irritanti sia per la mucosa dello stomaco (aumentando l’acidità), sia per quella dell’esofago.
- Menta. Svolge un’azione favorevole il reflusso gastroesofageo.
- Altri alimenti che per ragioni non del tutto chiarite peggiorano il reflusso e l’esofagite, sono i cibi aciduli come il pomodoro (soprattutto quello conservato) e gli agrumi.
Esofagite: tempi di guarigione
I tempi di guarigione da una esofagite dipendono molto dalla causa che l’ha determinata e dall’appropriatezza e dalla tempestività della terapia effettuata, oltre che dalla gravità del quadro clinico iniziale. Nel caso di esofagite da reflusso, che rappresenta la maggioranza dei casi, la terapia farmacologica a lungo termine con gli inibitori di pompa protonica (IPP) permette di ottenere la scomparsa dei sintomi entro 6-8 settimane e la risoluzione delle lesioni all’esofago.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]La guarigione in genere richiede tempi medio-lunghi, con una media di 1-2 mesi ammesso che l’esofagite non sia eccessivamente grave e la terapia sia intrapresa senza ritardi. Per una risoluzione positiva dell’infiammazione è importante seguire il trattamento prescritto dal medico per tutto il tempo necessario e nelle modalità consigliate, senza apportare modifiche alla posologia o cambiare/sospendere il farmaco e rispettando sempre la dieta prescritta.[/md_boxinfo]
Oltre alla dieta ci sono rimedi comportamentali che, come raccomandato dall’ISS, aiutano a far regredire la sintomatologia:
- Rialzare la testata del letto di 10-15 cm
- Se si è in sovrappeso, perdere peso
- Dopo cena non coricarsi immediatamente ma aspettare 2-3 ore
- Indossare abiti comodi che non stringono all’altezza della vita
Esofagite: farmaci
Il tipo da terapia da intraprendere dipende dalla causa dell’esofagite:
- Da reflusso. Per la terapia di questa forma sono utilizzati gli inibitori di pompa protonica (IPP) che inibiscono la produzione di succhi gastrici dello stomaco, costituiti soprattutto da acido cloridrico. Il più conosciuto degli inibitori di pompa è l’omeprazolo, ma sono stati sviluppati numerosi derivati (esomeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo ed altri). La durata della terapia e la posologia sono stabiliti dal medico curante o dallo specialista, ma le terapie sono in genere prolungate, perché la loro efficacia si vede a medio-lungo termine.
- Da cause infettive. L’esofagite può essere causata da malattie infettive croniche come l’HIV che inducono immunodepressione e rendono suscettibili all’attacco di germi opportunisti, come la Candida. In questi casi per alleviare il disturbo bisogna rimuovere la causa alla base della patologia o assumere farmaci specifici. Se ciò non fosse possibile, bisogna trattare i sintomi caso per caso, in base alla situazione clinica del paziente ed avvalendosi della consulenza di altri specialisti.
- Esofagite eosinofila. Essendo essenzialmente causata da allergie alimentari, l’esclusione degli alimenti causali permette di far regredire la sintomatologia. Se non si conoscono gli alimenti che scatenano l’allergia, bisogna procedere ad una dieta di esclusione, con l’aiuto del gastroenterologo. Può essere utile l’assunzione di cortisonici per bocca.
- Da farmaci. Il farmaco responsabile della reazione infiammatoria deve essere sospeso, o ridotta la posologia. In ogni caso i farmaci vanno assunti con molta acqua ed in posizione eretta o seduta, mai da sdraiati.
Vedi anche: Gastroenterite: sintomi, cause, cosa mangiare e cura