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Eritrociti: Cosa sono? Valori Normali, Bassi e Alti Gravidanza

I globuli rossi, chiamati anche eritrociti, sono le cellule più numerose tra quelle del sangue: in media ne abbiamo 4, 5 milioni a testa e il loro compito principale è quello di trasportare l’emoglobina. I globuli rossi sono formati per la maggior parte da acqua e poi da enzimi, ioni, glucosio, urea, lipidi di membrana e dall’emoglobina. Quest’ultima è la proteina adibita al trasporto dell’ossigeno verso i tessuti periferici (cioè quelli che si trovano lontani dal cuore) e da cui preleva l’anidride carbonica (CO2) per eliminarla. Ma vediamo nello specifico cosa sono gli eritrociti e quale ruolo svolgono nel sangue insieme all’emoglobina.

Eritrociti: cosa sono?

Gli eritrociti sono cellule del sangue note anche con il nome di globuli rossi. Queste cellule non hanno il nucleo né altri organelli e costituiscono una buona porzione della parte figurata del sangue. Dal punto di vista morfologico, presentano una struttura biconcava che gli conferisce la classica forma di una ciambella con il buco al centro. Questa particolare forma sembra consentire una maggiore distribuzione dell’ossigeno perché permette al globulo rosso di circolare persino nei vasi sanguigni più stretti.

La distribuzione dell’ossigeno come ruolo fondamentale è legata all’emoglobina. Si tratta di una cromoproteina, ovvero responsabile del colore rosso degli eritrociti ed è formata da quattro subunità e da un gruppo eme; che è la porzione che lega l’ossigeno in modo reversibile. Reversibile perché l’ossigeno deve essere legato per trasportalo attraverso il sangue e rilasciarlo dei diversi organi e tessuti. Le subunità non sono tutte uguali:

  • due monomeri sono detti alfa
  • altri due, invece, sono detti beta

Queste subunità possono presentare delle alterazioni dovute a difetti genetici che causano particolari condizioni patologiche come nel caso della talassemia. I precursori dei globuli rossi sono i proeritroblasti e l’emoglobina viene prodotta al loro interno. Queste forme immature subiranno poi un processo di maturazione con la seguente perdita del nucleo e la “trasformazione” in eritrociti. L’emoglobina è l’unica proteina capace di legare l’ossigeno ed è per questo motivo che la sua carenza nel sangue potrebbe addirittura essere fatale per il soggetto in questione. Quando l’emoglobina si presenta legata all’ossigeno si trova nella sua forma coniugata. Più le molecole sono legate ad essa più la proteina giunge a saturazione. Infatti, nei polmoni, dove la concentrazione di ossigeno è molto alta, l’emoglobina è satura.

Globuli rossi eritrociti e midollo osseo

Anche i globuli rossi come quelli bianchi vengono prodotti nel midollo osseo e il processo che porta alla loro formazione prende il nome di eritropoiesi. La produzione dei globuli rossi, che hanno una durata media di circa 120 giorni, richiede la presenza di:

  • eritropoietina (prodotta dalle cellule juxtaglomerulari del sistema renale)
  • ferro
  • folati
  • vitamina B12

Alla fine della loro “vita”, i globuli rossi vanno incontro ad un processo di degradazione che inizia con la perdita delle membrane cellulari. Successivamente, i fagociti della milza, del fegato e dello stesso midollo iniziano a rimuovere i globuli rossi “vecchi” dalla circolazione del sangue. Il ferro presente all’interno dell’emoglobina trasportata dai globuli rossi viene comunque recuperato grazie all’azione dell’eme ossigenasi. Questo sistema converte il gruppo eme in bilirubina tramite la cooperazione di una serie di altre proteine ed enzimi.

Eritrociti: Valori Normali 

Il numero totale di globuli rossi in un soggetto sano è compreso, in media, tra 4.500.000 (nelle donne) e 5.000.000 (nell’uomo) cellule per mm3. Quando si creano situazioni patologiche o comunque condizioni fisiologiche particolari, questi valori di riferimento possono andare incontro a delle alterazioni. Per questo motivo, è raccomandato controllare il proprio stato di salute eseguendo le analisi del sangue con una certa frequenza.

Infatti, variazioni dei vari parametri, come i globuli rossi, possono avvisare il soggetto del fatto che qualcosa non sta funzionando bene ed è necessario intervenire per evitare che la situazione possa peggiorare. Anche l’invecchiamento è un fattore che contribuisce all’alterazione di questi valori. Infatti, con l’età sia l’emoglobina che l’ematocrito diminuiscono rimanendo sempre nel range di normalità. Un’altra condizione non patologica che porta alla diminuzione dei globuli rossi è il ciclo mestruale nella donna che inevitabilmente porta alla perdita di numerose cellule del sangue.

Eritrociti bassi

Così come esistono cause che portano ad un aumento del numero dei globuli rossi allo stesso modo possono verificarsi condizioni tali da portare ad una loro diminuzione. Nello specifico, gli eritrociti bassi determinano quella condizione comunemente conosciuta con il termine di anemia. Le cause sono molteplici e questo rende anche più difficile capire qual è il fattore che ha determinato un numero così basso degli eritrociti nel nostro sangue. Di seguito ne elenchiamo alcune, le più comuni:

  • lesioni, emorragie e traumi che possono determinare consistenti perdite di sangue (ad esempio nel caso di incidenti stradali)
  • il ciclo mestruale nelle donne
  • tutte quelle infezioni batteriche, virali e parassitosi che causano la distruzione dei globuli rossi
  • le forme tumorali del midollo osseo
  • le forme immature dei globuli rossi
  • le infiammazioni croniche
  • l’abuso di alcolici
  • le forme anemiche

Eritrociti bassi in gravidanza

Proprio le forme anemiche sono le cause maggiormente riscontrate nella riduzione dei globuli rossi durante la gravidanza. Gli eritrociti bassi possono essere considerati anche come una normale condizione della donna che aspetta un bambino. Infatti, il sangue di una donna incinta è soggetto a volemia cioè all’aumento del volume sanguigno quindi un maggior volume del plasma causerà una riduzione dell’ematocrito che è alla base dell’anemia.

In condizioni generali, il tutto avviene fisiologicamente quindi senza arrecare danni né alla mamma né al bambino. Tuttavia, possono manifestarsi delle condizioni patologiche associate alla presenza di numerosi e gravi fattori di rischio. La causa più comune è la carenza di ferro, vitamina B12 o acido folico che vengono prontamente prescritti alle mamme in attesa. Non c’è da preoccuparsi perché durante la gravidanza vengono prescritti numerosi esami che rendono praticamente impossibile non accorgersi di particolari situazioni di rischio. La futura mamma affetta da anemia, quindi eritrociti bassi nel sangue, può manifestare sintomi come stanchezza, pallore e pressione bassa.

Eritrociti alti

Abbiamo detto che i globuli rossi hanno una vita media di circa 120 giorni trascorsi i quali vengono degradati dai fagociti e “rimpiazzati” da globuli rossi nuovi. Se questo processo di sostituzione delle cellule vecchie non procede nel verso giusto e in particolare se vengono distrutti meno globuli rossi o se ne vengono prodotti in eccesso, il risultato è un numero più alto di cellule. Quindi, nel sangue iniziano a circolare più cellule e nel referto delle analisi risulterà un valore dei globuli rossi più alto del normale. La condizione in cui i valori degli eritrociti sono alti è definita policitemia che può essere falsa quando non sono gli eritrociti ad aumentare ma è la quantità di acqua nel sangue che diminuisce concentrando le cellule.

L’acqua nel sangue può diminuire in seguito a condizioni fisiologiche e/o patologiche che possono determinare sudorazione, diarrea, vomito ecc. Gli eritrociti alti sono indice di alcune patologie anche molto gravi. Tra queste possiamo citare sia le patologie di carattere genetico che le forme tumorali del midollo osseo. Altre cause riconducibili ad un numero alto di eritrociti possono essere:

  • la mancanza di ossigeno
  • problemi cardiaci
  • disfunzioni renali
  • uso e abuso di particolari farmaci

Vedi anche: Radioterapia

Eritrociti nelle urine

In presenza di ingenti danni al tratto urinario, gli eritrociti possono essere ritrovati anche nelle urine. In questo caso si parla di ematuria che può essere microscopica (valutata attraverso le analisi delle urine) e macroscopica (valutata a occhio nudo grazie alla colorazione rossastra delle urine). Può succedere che anche soggetti perfettamente sani ritrovino eritrociti nelle urine ma è bene non sottovalutare la loro presenza. Gli eritrociti nelle urine possono essere dovuti a danni a livello urinario che hanno causato sanguinamento oppure ad altre infiammazioni in atto che il medico valuterà in modo opportuno.

Eritrociti e indice RBC nell’emocromo

L’esame di laboratorio che si esegue per controllare le quantità delle componenti del sangue è chiamato emocromo. Basta il prelievo, da una delle vene superficiali delle nostre braccia, di pochi millilitri di sangue tramite un sottile ago. L’emocromo viene generalmente eseguito al mattino e a digiuno perché la circolazione di zuccheri nel sangue potrebbe falsare i valori dell’esame. Il sangue prelevato viene poi analizzato utilizzando un contaglobuli detto anche Coulter counter che ha proprio la funzione di contare le cellule del sangue e riferire poi il numero esatto.

Sul referto delle analisi sanguigne e in particolare dell’emocromo possiamo ritrovare la sigla RBC che è proprio riferita ai globuli rossi e che deriva dal termine inglese Red Blood Cells (letteralmente cellule rosse del sangue o più comunemente globuli rossi).

Un’altra tipologia di esame che viene eseguita sulle componenti del sangue è l’ematocrito. Questo misura il volume che i globuli rossi occupano nel sangue ed è espresso in percentuale rispetto al plasma. Spieghiamoci meglio: se l’ematocrito restituisce un valore del 48% vuol dire che i globuli rossi occupano il 48% del volume sanguigno mentre la parte rimanente è occupata dal plasma che rappresenta la porzione liquida del sangue. L’ematocrito viene indicato con la sigla HCT.

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Scritto da Sara Roversi

Specializzata in Microbiologia e Virologia. Esperienza in laboratorio di diagnostica microbiologica (batteriologia, virologia, micologia, parassitologia, micobatteriologia, sierologia), conoscenza delle tecniche diagnostiche di biologia molecolare, anche per ricerca SARS-CoV-2.