in

Il mammut potrebbe tornare sulla terra tra meno di cinque anni

Come sappiamo, spesso le ricerche scientifiche si diramano nelle direzioni più bizzarre, a volte anche molto controverse.

mammut

Una di queste riguarda anche la rigenerazione di specie ormai estinte. Non temete, non c’è nessun Jurassic Park in arrivo. Tuttavia, qualche animale che non abita il nostro pianeta da secoli e secoli potrebbe facilmente tornare in vita.

Tra questi forse il più famoso è il mammut. L’elefante peloso ha scorrazzato libero sulla terra fino a meno tempo fa di quanto crediamo. La società di bioscienze Colossal prevede di impregnare un elefante con un embrione fatto di cellule di mammut e elefante. Questa de-estinzione è resa possibile dalla tecnologia di modifica genetica CRISPR che, come le forbici molecolari, può inserire il DNA estinto nel genoma di un elefante asiatico.

I genomi sono prelevati da animali recuperati dal permafrost. Gli embrioni sarebbero trasportati da una madre surrogata. In un’intervista con Inverse, il team ha rivelato che una “mandria” di di mammut potrebbe essere portata in vita già nel 2027. La possibilità di ricreare le bestie giganti è stata studiata per anni. Ora i ricercatori hanno nuovi finanziamenti che pensano possano renderlo realtà.

Ti potrebbe interessare: La curiosa storia del cimitero degli elefanti

I mammut lanosi si estinsero circa 4.000 anni fa, alla fine dell’ultima “era glaciale”. Riportarli indietro, dice il team di Colossal, è un passo verso nuovi progressi tecnologici nella conservazione ambientale. Il genetista dell’Università di Harvard e altri sostenitori del movimento di de-estinzione affermano che insieme a nuove intuizioni nel campo della biologia e dell’evoluzione, il progetto ha il potere di aiutare a riparare gli ecosistemi e migliorare la biodiversità.

La spinta proviene da 11 milioni di sterline raccolti dalla società di bioscienze e genetica Colossal. Il team ritiene che gli animali potrebbero aiutare a ripristinare la steppa artica abbattendo alberi. Colossal ha anche suggerito che i mammut lanosi potrebbero avere la capacità di rivitalizzare le praterie artiche. Senza questi erbivori dai piedi pesanti, c’è il pericolo che alberi, muschio e macchia occupino troppo terreno, il che impedisce al gelo di penetrare così facilmente nel terreno.

Il permafrost artico è una delle topografie più critiche al mondo, mantenendo il carbonio congelato sottoterra, ma si è gradualmente scongelato in un ciclo di feedback che accelera il riscaldamento globale. I mammut vaganti incoraggiavano invece le praterie a prosperare, consentendo al permafrost di penetrare più in profondità nel terreno. Church spera che branchi di “elefanti artici” possano aiutare a far oscillare il processo.

Scritto da Gianluigi Salvi