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Intolleranze alimentari: Elenco, Cause, Sintomi, Test e Costi

Le intolleranze alimentari si verificano quando l’organismo ha una reazione avversa ad alcuni cibi. L’intolleranza alimentare è diversa dall’allergia. Sono numerosissime le persone che soffrono di intolleranza ad uno o più cibi, ma non sono sempre chiari i meccanismi che ne stanno alla base e c’è ancora molta incertezza sui sintomi, sulla diagnosi e sui test per diagnosticarla. L’intolleranza ad alcuni alimenti si manifesta con sintomi che vanno da lievi a gravi, ma non è severa come un’allergia ed è proporzionale alla quantità di alimento ingerita. Essere intolleranti ad un certo cibo, ad esempio ai latticini, non significa esserne allergico.

intolleranze alimentari

Intolleranze alimentari elenco

Le intolleranze alimentari sono molto numerose. Alcune sono molto comuni, come la celiachia e l’intolleranza al lattosio, mentre altre più rare. Ecco l’elenco delle intolleranze ed i cibi che possono scatenare i sintomi:

  • Glutine e cereali: Orzo, Avena, Segale, Farro, Grano, Grano saraceno, Semi di lino, Mais, Miglio, Riso
  • Carni bianche e rosse: Manzo, Pollo, Agnello, Maiale, Tacchino
  • Ortaggi, tuberi, funghi e legumi: Patata, Pomodoro, Rapa, Zucchine, Carciofo, Asparago, Carota, Sedano, Spinaci, Lattuga, Songino, Fagiolino, Pisello, Melanzana, Barbabietola, Peperone dolce, Broccoli, Semi di soia, Cetriolo, Rafano, Porro, Oliva, Cipolla, Lenticchia, Fagiolo bianco
  • Pesce e crostacei: Salmone, Tonno, Vongola, Acciuga, Pesce spada, Trota, Sogliola, Merluzzo, Gamberetto
  • Frutta: Limone, Uva, Mela, Albicocca, Banana, Ciliegia, Cocco, Kiwi, Arancia, Ananas, Fragola, Anguria, Pera, Prugna, Pompelmo, Pesca, Dattero
  • Frutta secca: Nocciola, Arachide, Pistacchio, Sesamo, Semi di girasole, Noce, Mandorla, Anacardo
  • Spezie: Pepe, Cannella, Timo, Cavolo rosso, Noce moscata, Origano, Prezzemolo, Menta piperita, Seme di papavero, Rosmarino, Vaniglia, Aglio, Semi di senape, Peperoncino, Basilico
  • Lattosio: Latte di capra, Latte di pecora, Latte di mucca, Yogurt, Formaggio di pecora, Formaggio di capra
  • Uovo: Tuorlo d’uovo, Albume
  • Lievito: Lievito di birra, Lievito madre
  • Caffeina e teina: Caffè, Tè nero

Intolleranze alimentari cause

L’ingestione di particolari cibi può scatenare un malessere in chi è intollerante. Di solito le intolleranze alimentari riguardano cibi comuni come il grano, le uova, i latticini. Le cause sono diverse. Molte intolleranze sono ereditarie (ad esempio la mancanza di specifici enzimi) mentre altre sono dovute a malattie, stress, dieta sregolata ed alterazioni della flora residente. Che differenza c’è tra allergia ed intolleranza? L’intolleranza, nello specifico:

  • insorge nel tempo, in modo non violento
  • non è mediata da IgE e non causa rilascio massivo di istamina
  • non coinvolge direttamente il sistema immunitario

Intolleranze enzimatiche

Le intolleranze enzimatiche sono causate dall’incapacità dell’organismo di metabolizzare alcune molecole contenute nel cibo in questione. Sono esempi di intolleranze enzimatiche:

  • Intolleranza al lattosio. Il lattosio è uno zucchero presente nel latte, che viene digerito dall’enzima lattasi. La lattasi è funzionante nella prima infanzia, ma una certa percentuale di popolazione (circa il 50%) lo perde dopo la prima infanzia e diventa quindi incapace di metabolizzare il lattosio. L’intolleranza al lattosio può variare da lieve a grave, ma non mette in pericolo la vita di chi ne soffre, anche se può risultare molto fastidiosa. Per i soggetti affetti, le soluzioni sono evitare i cibi contenenti lattosio (sono purtroppo moltissimi) oppure assumere l’enzima lattasi.
  • Intolleranza alle proteine del latte. Si tratta di una reazione tardiva ad una proteina del latte, normalmente inoffensiva per l’individuo non-allergico e non-intollerante. Questa intolleranza è mediata da un anticorpi non IgE e quindi non è rilevata dalle analisi del sangue che indagano le allergie. La gamma di sintomi è molto simile a quella dell’intolleranza al lattosio.
  • Favismo. Da alcuni viene considerato un’intolleranza, da altri invece una malattia grave, perché mette a rischio la vita delle persone. Il favismo è un’anomalia genetica che comporta l’assenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), essenziale per il corretto funzionamento dei globuli rossi e per la difesa dalle sostanze ossidanti. La mancanza di questo enzima espone i globuli rossi ad un elevato stress ossidativo, che diventa estremo quando vengono assunti cibi molto ossidanti, come le fave, i piselli ed alcuni farmaci (antimalarici, salicilati, analgesici, antipiretici). L’assunzione di composti ossidanti da parte dei soggetti affetti può causare gravissime conseguenze, anche letali, prima tra tutte l’emolisi intravascolare acuta.

Intolleranze immunologiche

L’unica intolleranza immunologica è la celiachia. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine di origine genetica, causata da una reazione del sistema immunitario al glutine, contenuto in alimenti come pane, pasta, biscotti, cereali. Nei soggetti geneticamente predisposti, il sistema immunitario riconosce il glutine come estraneo ed attacca l’epitelio intestinale, causando infiammazione cronica, danni gravi e distruzione dei villi. La celiachia può variare da lieve a molto grave, e richiede l’eliminazione totale del glutine dalla dieta. Il rischio a lungo termine è quello di sviluppare malattie infiammatorie croniche e cancro all’intestino. (Vedi anche: Esempio di Dieta senza glutine)

celiachia intolleranze alimentari

Intolleranze farmacologiche

Questo tipo di intolleranze alimentari si manifesta quando nel cibo sono presenti sostanze ad attività farmacologica, come l’istamina, la tiramina, la caffeina e l’alcol etilico. Molte di queste sostanze sono normali componenti di alcuni cibi. Una eventuale reazione che segua un pasto può quindi essere dovuta sia ad un cibo in particolare, molto ricco di una di queste sostanze, sia al sommarsi di piccole quantità di queste molecole fino a raggiungere un valore soglia. In persone suscettibili, il superamento di tale valore può determinare la comparsa di sintomi.

  • Istamina. Presente in vino, spinaci, pomodori, pesce mal conservato, acciughe e formaggi stagionati
  • Tiramina. Presente in formaggi stagionati, birra, vino, lievito di birra, pesce affumicato, spinaci, banane
  • Caffeina. Presente in caffè e numerose bevande gassate
  • Solanina. Presente in patate, melanzane, pomodori
  • Teobromina. Presente in tè e cioccolato
  • Glutammato monosodico. Presente naturalmente in grande quantità in cibi come il parmigiano e il grana, utilizzato come additivo per rinforzare il sapore di alcuni cibi
  • Solfiti. Utilizzati come antiossidanti e conservanti in vini, zuppe, succhi e bevande
  • Additivi, coloranti e conservanti. Contengono acido sorbico, tartrazina ed eritrosina
  • Salicilati. Presenti in alcuni frutti e in alcune verdure, hanno un’azione simile a quella dell’acido acetilsalicilico e possono dare delle reazioni pseudo-allergiche

Alcune molecole chiamate ammine biogene, come istamina, tiramina, xantine (caffeina, teobromina, teofillina) e alcol etilico hanno azione vasoattiva e quindi possono causare sintomi cutanei.

Intolleranze alimentari sintomi

I sintomi delle intolleranze alimentari sono ricorrenti e persistenti e colpiscono soprattutto l’apparato gastrointestinale e la cute. I sintomi non si manifestano subito dopo l’ingestione, come avviene per le allergie; possono insorgere con il tempo e sono dose-dipendenti (maggiore è la quantità, più gravi sono i sintomi). Ecco un elenco dei sintomi che possono essere ricondotti ad una intolleranza:

  • Acne
  • Astenia
  • Aumento di peso
  • Bruciori di stomaco
  • Digestione prolungata/difficile
  • Crampi addominali/gastrici
  • Depressione
  • Diarrea
  • Difficoltà di concentrazione
  • Gonfiore e dolore addominale/gastrico
  • Flatulenza
  • Insonnia
  • Mal di testa
  • Meteorismo
  • Nausea
  • Prurito/orticaria
  • Rigurgito acido
  • Ritenzione idrica
  • Sonnolenza
  • Stitichezza

Nel caso delle intolleranze alimentari occorre eliminare per qualche mese, sotto controllo medico, i cibi responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell’organismo.

Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta.

Intolleranze alimentari test e costi

Esistono numerosi test per rivelare una intolleranza alimentare. Alcuni si eseguono sul siero e quindi necessitano di un prelievo, altri invece si basano sulla rilevazione di sostanze che indicano la mancanza di un enzima specifico. Siccome alcune intolleranze sono mediate da immunoglobuline (in particolare IgG), alcuni test le ricercano nel sangue.

Parlando di test per valutare le intolleranze alimentari secondo l’omeopatia, è dovere citare il Vega test.

Vedi anche: anticorpi ed immunoglobuline

Intolleranza al lattosio/glutine

Nonostante la loro diffusione, le uniche intolleranze alimentari scientificamente riconosciute sono quelle al glutine (celiachia) e al lattosio. Queste intolleranze sono diagnosticabili medianti specifici test, universalmente riconosciuti e validati:

  • Intolleranza al lattosio. Viene rilevata attraverso il breath test, che si esegue a digiuno e dura circa 4 ore. Per eseguire l’esame, il paziente deve bere una soluzione contenente lattosio; ad intervalli regolari (ogni 30 minuti circa) deve soffiare in una sacca che rileva la presenza di idrogeno nel respiro. Infatti, se il paziente è intollerante e quindi non in grado di metabolizzare il lattosio, questo zucchero viene fermentato dalla flora microbica intestinale con produzione di gas idrogeno. Tale gas è la causa dei sintomi dell’intolleranza e viene eliminato con il respiro. Rilevando la quantità di idrogeno espulsa, è possibile diagnosticare l’intolleranza al lattosio.
  • Celiachia. Per la diagnosi bisogna sottoporsi ad un prelievo del sangue ed alla ricerca, nel siero, di anticorpi specifici anti-tranglutaminasi, anti-endomisio, anti-gliadina. La conferma avviene con esame istologico da un campione di tessuto duodenale (biopsia) eseguita nel corso di una esofago-gastro-duodenoscopia.

Quanto costano il breath test ed il test della celiachia? Questi test non sono a pagamento, perché vengono prescritti dal medico di base o dallo specialista nell’ambito di un accertamento diagnostico.

lattosio breath test

Altre intolleranze alimentari e costi

Le intolleranze che riguardano altri cibi vengono solitamente diagnosticate con test che ricercano specifiche IgG nel sangue. I più diffusi test esaminano circa 250 alimenti per determinare eventuali intolleranze e costano sui 300 euro. A differenza delle allergie alimentari, nelle quali sono coinvolte le IgE ed attivamente il sistema immunitario, nelle intolleranze sono implicate le IgG.

I test delle intolleranze alimentari ricercano le Ig-G specifiche e le associano alla presenza di una intolleranza.

Purtroppo, la ricerca di IgG specifiche contro gli alimenti non è mai stata validata scientificamente: non ci sono prove che le IgG trovate siano responsabili di intolleranze. Uno studio ha mostrato che pazienti che avevano nel sangue IgG contro uova, latte e grano, non presentavano nessun sintomo ed assumevano tranquillamente questi cibi.

Test intolleranze alimentari, funzionano?

C’è un grande mercato per i test che dovrebbero diagnosticare le intolleranze alimentari, ma purtroppo ben pochi sono utili, pur essendo in certi casi piuttosto costosi. I test per diagnosticare le patologie dovrebbero essere accurati e precisi, ma molti degli esami proposti per la diagnosi delle intolleranze non rispettano queste caratteristiche. In molti casi, i test sulle IgG sono poco accurati, ampiamente variabili in base all’operatore e scarsamente precisi. In certi casi sottoporsi a questi test può addirittura indurre il paziente a pensare di essere intollerante a certi cibi e quindi eliminarli dalla dieta, determinando carenze. Altre volte, una diagnosi poco accurata può mascherare una patologia sottostante, ritardando la definizione di una terapia adeguata.

A parte le intolleranze scientificamente provate (al lattosio, al glutine ed il favismo) per i quali esistono test validati, la diagnosi di tutte le altre spetta al medico. Chi propone test costosi spesso inganna le persone, con conseguenze gravi, come il mascherare allergie reali, ritardare la diagnosi di malattie importanti, indurre comportamenti nevrotici nei confronti del cibo, ecc.

Intolleranze alimentari, cosa fare?

La diagnosi di intolleranza alimentare spesso avviene per esclusione, eliminando il cibo sospettato e reintroducendolo a piccole dosi dopo un po’ di tempo, osservando l’evolversi dei sintomi. Se i sintomi scompaiono durante il periodo in cui viene abolito l’alimento e si ripresentano nel momento in cui viene reintrodotto nella dieta, si tratta evidentemente di una reazione avversa al cibo. A questo punto si verifica attraverso test specifici se è coinvolto il sistema immunitario e se si tratta pertanto di un’allergia. Altrimenti, il disturbo è molto probabilmente dovuto a un’intolleranza. Una volta posta la diagnosi, si procederà con un piano alimentare adeguato, evitando il fai-da-te. Spesso le restrizioni e le esclusioni di cibi non sono necessarie. Per quanto riguarda il piano alimentare, è bene lavorare con professionisti. I protocolli diagnostici e terapeutici accurati, precisi ed efficaci sono anche molto più economici.

Scritto da Sara Roversi

Specializzata in Microbiologia e Virologia. Esperienza in laboratorio di diagnostica microbiologica (batteriologia, virologia, micologia, parassitologia, micobatteriologia, sierologia), conoscenza delle tecniche diagnostiche di biologia molecolare, anche per ricerca SARS-CoV-2.