Il colosso afferma che Bruxelles ha superato l’autorità legale imponendo un prelievo che dovrebbe aumentare fino a 25 miliardi di euro. Si prega di utilizzare gli strumenti di condivisione disponibili tramite il pulsante di condivisione nella parte superiore o laterale degli articoli. ExxonMobil ha citato in giudizio l’UE nel tentativo di costringerla a eliminare la nuova tassa sui gruppi petroliferi del blocco, sostenendo che Bruxelles ha superato la sua autorità legale imponendo il prelievo.
La causa — promossa attraverso controllate in Germania e nei Paesi Bassi — sostiene che il provvedimento è una tassa, che è un diritto riservato ai governi nazionali, e contesta l’utilizzo dell’articolo 122 del Trattato UE, una procedura d’urgenza che esclude il Parlamento europeo, per emanare la legislazione. Ai sensi dell’articolo 122, la Commissione avvia una proposta legislativa, ma è il Consiglio che adotta il provvedimento a maggioranza qualificata dei paesi membri dell’UE.
La causa è la risposta più significativa finora contro la tassa dell’industria petrolifera, che è stata presa di mira dai governi occidentali in mezzo all’impennata dei prezzi dell’energia a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. L’azione minaccia la fattibilità di un prelievo che, secondo la Commissione europea, aumenterebbe di 25 miliardi di euro “per aiutare a ridurre le bollette energetiche”.
I paesi dell’UE a settembre hanno approvato un pacchetto legislativo di emergenza volto a contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia. Comprendeva un’imposta temporanea minima del 33% – soprannominata “contributo solitario” – sui profitti delle società di combustibili fossili e raffinerie che superano del 20% una media storica di quattro anni. I profitti rilevanti potrebbero provenire dagli anni fiscali 2022 o 2023, a seconda del paese.
La causa non impedisce alla legislazione di entrare in vigore – e senza limiti di tempo per il tribunale per decidere il caso, potrebbero passare anni prima che venga pronunciata una sentenza. Il pacchetto legislativo in questione include anche tasse denominate “limiti di entrate” per i produttori di elettricità e agevolazioni finanziarie per alcuni consumatori al dettaglio.