Il Lansoprazolo è un farmaco generico inibitore di pompa protonica (IPP – ovvero in grado di diminuire le secrezioni acide dello stomaco) e ha la funzione di protettore gastrico. Attualmente viene commercializzato da differenti case farmaceutiche. Pertanto, si trova disponibile sia come farmaco originale che generico in quanto è scaduto il brevetto. Il Lansoprazolo viene solitamente prescritto per la gastrite, il reflusso gastroesofageo e l’ulcera. Si tratta di un farmaco molto utilizzato per combattere problematiche di questo tipo, molto frequenti.
Ma non solo, il Lansopranzolo è un farmaco che è possibile prescrivere anche in situazioni differenti ma che hanno sempre a che fare con la protezione gastrica. Ad esempio può essere assunto in casi di esofagite da reflusso e anche allo scopo di trattare le ulcere causate dall’Helicobacter pylori (H. pylori). Ma vediamo nello specifico come assumere il Lansopranzolo, quando e il prezzo in cui si trova in commercio.
Lansoprazolo: A Cosa Serve?
Il lansoprazolo, a cosa serve nello specifico? Protegge lo stomaco da patologie come ulcere, gastriti, reflusso e tutti i processi infiammatori a carico dello stomaco. Problematiche molto frequenti per alcuni di noi ed estremamente fastidiose. La patogenesi delle ulcere gastriche e duodenali, che si ipotizza colpiscano il 10% delle persone nel corso della vita, non è ancora stata completamente chiarita. Un ruolo chiave è quello dall’ipersecrezione gastrica, come risposta ad alterati stimoli secretori e al rilascio di gastrina. Anche una iperstimolazione del nervo vago può provocare una ipersecrezione acida.
Il lansoprazolo trova utilizzo soprattutto nel trattamento degli stati morbosi dello stomaco e del duodeno, causati da una alterata secrezione gastrica. Questo accade, ad esempio, nel bruciore di stomaco (dispepsia) e nell’infiammazione della mucosa gastrica (gastrite). Ma anche nell’ulcera duodenale e gastrica, in pazienti in terapia prolungata con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Stesso discorso per soggetti con esofagite da reflusso gastro-esofageo e nella sua profilassi, nella sindrome di Zollinger-Ellison e nell’eradicazione di H. pylori (in associazione con altri principi attivi).
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Numerosi studi clinici hanno studiato l’efficacia del lansoprazolo nel trattamento gastroprotettore del reflusso gastro-esofageo anche complicato ed atipico ed è stata dimostrata la superiorità del lansoprazolo, rispetto ad altri IPP, nel normalizzare l’esposizione esofagea all’acido. Di conseguenza, l’utilizzo di inibitori della pompa protonica è la terapia d’elezione per il trattamento di questi stati patologici, ma nei pazienti in terapia prolungata potrebbero insorgere effetti collaterali. L’alternativa non farmacologica ma naturale contro bruciori di stomaco e reflusso può essere il Neobianacid della Aboca.[/md_boxinfo]
Come agisce il lansoprazolo?
L’azione terapeutica del lansoprazolo è dovuta all’inibizione selettiva della H+/K+ ATPasi. Si tratta di una pompa presente a livello delle cellule parietali gastriche. Il suo scopo è quello di pompare protoni (H+) nel lume, aumentando l’acidità dei succhi gastrici. Questo avviene con uno scambio di ioni K+, che al contrario vengono portati all’esterno dello stomaco. L’inibizione della pompa protonica impedisce l’acidificazione del contenuto gastrico e protegge la mucosa dall’azione degli acidi. Questo sistema è direttamente coinvolto nella secrezione acida, che ha come conseguenza una riduzione del contenuto acido a livello dello stomaco. La riduzione avviene anche in percentuali che si aggirano attorno all’80%.
Gli inibitori della pompa protonica non agiscono dall’interno dello stomaco. Necessitano di essere assorbiti a livello intestinale, per raggiungere i micro-canali presenti all’interno della mucosa gastrica. Solo nei micro-canali, dove l’ambiente è estremamente acido (pH 2), il lansoprazolo si attiva. Qui si modifica, chimicamente, per esplicare la sua azione di blocco irreversibile della pompa protonica.
Ciò spiega per quale motivo l’inibitore è inattivo a livello del colon e del retto. Perché l’attività di pompaggio degli ioni H+ riprenda, le cellule della mucosa gastrica creeranno nuove pompe e ciò richiede tra le 18 e le 24 ore. Un’unica dose, quindi, agisce per circa 24 ore. Comunque importante è ricordare che questo farmaco e, in generale, gli IPP, sono raccomandati soprattutto nella secrezione acida basale più che in quella stimolata in quanto si ha una buona percentuale di inibizione dopo circa un paio di giorni.
Lansoprazolo, Quando Prenderlo
Il lansoprazolo è disponibile in capsule rigide gastroresistenti da 15mg e da 30mg, il più utilizzato. Il principio attivo arriva a livello dello stomaco attraverso alcuni canalicoli secretori. Dosi differenti da queste possono essere prescritti nel trattamento del reflusso gastroesofageo, con livelli più bassi, o nella sindrome di Zollinger-Ellison, più alti. Spesso il dosaggio va in base al peso del paziente e alla severità della patologia.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]In caso il soggetto presenti alcune difficoltà nella deglutizione, è possibile aprire le capsule e mescolare i granuli all’interno di un’opportuna quantità di liquido oppure cibo dalla consistenza morbida come lo yogurt. Meglio evitare il succo di pompelmo perché è un inibitore del CYP3A4. Seguendo questa procedura, è possibile somministrare il farmaco anche attraverso un sondino nasogastrico.[/md_boxinfo]
Lansoprazolo Prezzo
Una confezione di lansoprazolo della TEVA da 30 capsule ha un costo di circa 7 euro. In base alla ricetta o alla deducibilità potrebbe costare meno. Ad esempio il Lansoprazolo 14cps di 15 mg ha un costo minore che si aggira intorno ai 4 euro. Il costo è molto contenuto poiché il farmaco è generico.
Lansoprazolo 30 mg
Il lansoprazolo si vende tipicamente in capsule da 30 mg. Per il trattamento dell‘ulcera duodenale, dell’ulcera gastrica, dell’esofagite da reflusso e delle ulcere duodenali e gastriche benigne da uso di FANS. Il dosaggio è di 30 mg una volta al giorno per 4 settimane, con rivalutazione al termine della terapia e possibilità di prolungare il trattamento. Nei pazienti che non possono sospendere l’assunzione di FANS, il trattamento si prolunga generalmente.
Per la malattia da reflusso gastro-esofageo, si consigliano 15 mg/30 mg al giorno per 4 settimane e 15 mg/die nella profilassi. Mentre, nel trattamento della sindrome di Zollinger-Ellison, la dosa iniziale è da 60 mg/die fino ad un massimo di 180 mg/die (frazionate). Sono possibili aggiustamenti personalizzati del dosaggio, in base alle valutazioni dello specialista.
Nella eliminazione di infezioni sostenute da H. pylori, devono essere considerati i risultati dell’antibiogramma. Questo per programmare l’utilizzo contemporaneo di lansoprazolo 30 mg/die e antibiotici (claritromicina, amoxicillina, metronidazolo). Il lansoprazolo si assume con un bicchiere di acqua, preferibilmente la mattina e senza rompere o frantumare le capsule.
Lansoprazolo e Omeprazolo: le differenze
Un altro protettore gastrico che gode di buona popolarità, spesso prescritto dal medico, è l’omeprazen, a base di omeprazolo. Dal punto di vista di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione, il lansoprazolo risulta migliorato rispetto al precedente omeprazolo. Questo oprattutto dal punto di vista della biodisponibilità (quantità di farmaco che raggiunge inalterato il sito d’azione) che raggiunge percentuali che si aggirano attorno all’ 80 / 90 % della totale dose assunta. Il picco massimo plasmatico si osserva entro due ore dall’assunzione.
Per quanto riguarda le reazioni di biotrasformazione, il farmaco subisce dapprima reazioni di idrossilazione e solfatazione e poi metabolismo da parte di CYP2C19 e CYP3A4 (sono isoforme del citocromo p450). Questo dato è importantissimo, soprattutto nella somministrazione cronica di lansoprazolo, in quanto getta una base per lo studio di possibili interazioni con altri farmaci substrato di questi CYP.
Una volta subiti i processi di metabolizzazione i prodotti vengono escreti per lo più attraverso i reni (attenzione ai pazienti nefropatici) con le urine. Vi consigliamo anche di leggere il nostro articolo sull’ Esomeprazolo, il primo protettore gastrico per velocità di azione e l’approfondimento sul Pantoprazolo.
Lansoprazolo Effetti collaterali
Il lansoprazolo è un farmaco che generalmente risulta essere sicuro (qualche eccezione in soggetti che risultano intolleranti al principio attivo oppure ad altri IPP) e ben tollerato. Nei soggetti più sensibili, tuttavia, possono venire a riscontrarsi vari effetti collaterali. Tra questi i più frequenti sono:
- nausea
- diarrea
- mal di stomaco
- flatulenza e dispepsia
- eczema
- orticaria
- prurito
- sonnolenza e vertigini
Secondo quanto riscontrato sino ad ora, tuttavia, questi tendono a scomparire con la sospensione della terapia. In caso siano fortemente disturbanti, generalmente, si tende a prescrivere un diverso IPP.
Lansoprazolo: Rischi
Generalmente il trattamento con il lansoprazolo dura uno o due mesi. In caso in cui il medico ritenga opportuno continuare la terapia è necessario ricordare alcuni rischi. Come avviene per gli antiacidi, il paziente presenta un maggior rischio di imbattersi in infezioni come quelle da Salmonella e da Campylobacter.
Un altro rischio è strettamente correlato alla presenza nella formulazione di una sostanza come il saccarosio che potrebbe portare ad affezioni del tratto gastro-intestinale. Questo soprattutto in quei pazienti che presentano una ridotta tolleranza al fruttosio, al glucosio/galattosio oppure un deficit enzimatico di maltasi, isomaltasi e saccarasi. La somministrazione di questi farmaci in modo prolungato può portare all’insorgenza di disturbi come vertigini e sonnolenza che possono portare anche ad una ridotta capacità di reazione andando a compromettere, dunque, la capacità di guidare veicoli od usare macchinari a livello industriale.
Trattamento in gravidanza e allattamento
Attualmente non disponiamo di sufficienti studi in merito e, pertanto, l’utilizzo del farmaco non può essere, in questi casi, ritenuto con certezza assoluta sicuro e privo di qualsiasi tipo di effetti indesiderati. Importante è comunque ricordare che su studi in vivo su specie animali gravide il lansoprazolo non sembra aver apportato effetti indesiderati.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Vista la situazione e che per ora non si esclude l’escrezione del farmaco attraverso il latte materno (cosa che avviene negli animali) non viene utilizzato, oltre che in gravidanza nel successivo periodo di allattamento. La decisione di continuare od interrompere l’allattamento al seno deve essere presa andando a considerare il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino ed il beneficio offerto dalla terapia per la madre. Vi consigliamo anche di assumere un’integratore in gravidanza.[/md_boxinfo]
Soggetti anziani
Nei soggetti anziani la clearance (eliminazione del farmaco attraverso tutte le vie nell’unità di tempo) risulta essere ridotta (a causa di una diminuita funzionalità renale ed/od epatica) per cui potrebbero rendersi necessari aggiustamenti nella posologia a seconda del singolo caso individuale.