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Lente Ocumetics: la lenti bioniche che sostituiscono il cristallino

Addio occhiali con la lente Ocumetics

Sono 285 milioni le persone che in tutto il mondo hanno problemi di vista, in gran parte a causa della cataratta, una patologia legata all’invecchiamento o a particolari malattie che causa la perdita di trasparenza del cristallino e quindi difficoltà di visione. Nei Paesi a medio e basso reddito la cataratta è la prima causa di cecità, ma anche nel mondo occidentale sono numerosi i soggetti che devono operarsi precocemente per recuperare un minimo di visione.

Da qualche tempo tuttavia c’è una nuova speranza: è la lente bionica Ocumetics, in fase di test, che sostituisce il cristallino e permette di vedere tre volte meglio rispetto ai 20/20 superando quindi di gran lunga le lenti aberrometriche. Per essere più chiari, si riuscirebbero a vedere oggetti molto lontani o al contrario molto vicini, come i dettagli delle cellule della cute.

La lente Ocumetics sostituisce il cristallino dell’occhio

Attualmente l’unico trattamento per la cataratta consiste nella rimozione del cristallino e nella sua sostituzione con lenti artificiali, mono o multifocali, che nella maggioranza dei casi permettono al soggetto di poter fare anche a meno degli occhiali. Si tratta di un intervento poco invasivo ma che potrebbe migliorare ulteriormente grazie alle lenti bioniche Ocumetics, che vengono

  • inserite nell’occhio tramite una siringa di soluzione salina
  • attraverso un procedimento che non è doloroso (richiede anestesia locale leggera)
  • è rapido (solo 8 minuti)
  • ha maggiori benefici rispetto al tradizionale intervento per rimuovere la cataratta

Le lenti Ocumetics rappresentano il frutto di anni di ricerca guidata dall’optometrista canadese dottor Garth Webbs.

Le lenti sono state sviluppate non solo per aumentare l’acutezza visiva e le capacità dell’occhio, ma anche per modificarsi ad aggiornarsi nel corso del tempo, funzionando virtualmente come sistemi di proiezione delle immagini. Una sorta di sistema di intelligenza artificiale, quindi, che potenzierà le capacità dell’uomo interfacciandosi con altri sistemi di realtà aumentata ed integrandosi con il mondo digitale.

Le lenti sono sicure e non modificano l’occhio

Dopo 8 anni di ricerca scientifica e 3 milioni di dollari spesi, è stato accertato che le lenti sono sicure, non affaticano l’occhio e non causano modificazioni a lungo termine. L’intervento potrà essere eseguito dai 25 anni in poi (cioè quando la visione si sarà totalmente sviluppata).

Niente più miopia (vedi cause della miopia, eliminare la miopia, laser per la miopia), astigmatismo, ipermetropia e, ovviamente, cataratta: grazie alle lenti bioniche Ocumetrics gli occhiali diventeranno obsoleti e verrà ristabilita una visione chiara a qualsiasi distanza, dato che le lenti esattamente come il cristallino possono regolarsi collegandosi ai minuscoli muscoli che regolano la visione. Inoltre, siccome le lenti funzionano con necessità di minore energia rispetto al cristallino, sarà anche possibile focalizzarsi per più tempo sui dettagli senza affaticare l’occhio e questo risolverà anche il problema della presbiopia.

Non tutte le patologie però possono essere curate con le lenti bioniche: la degenerazione maculare, le malattie retiniche, le lesioni ai nervi ottici, l’opacità corneale ed altre patologie non potranno essere trattate sostituendo il cristallino.

Quando saranno disponibili le lenti Ocumetics?

Le lenti saranno a disposizione di chi potrà permettersele probabilmente a partire dal 2019.

Il costo, almeno inizialmente, si prospetta elevato: si parla di 3200 dollari per singola lente, non calcolando i costi dell’intervento stesso. La società che sviluppa le lenti si sta già accordando con cliniche e studi per proporre le proprie lenti.

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Scritto da Sara Roversi

Specializzata in Microbiologia e Virologia. Esperienza in laboratorio di diagnostica microbiologica (batteriologia, virologia, micologia, parassitologia, micobatteriologia, sierologia), conoscenza delle tecniche diagnostiche di biologia molecolare, anche per ricerca SARS-CoV-2.