La storia della lira italiana è stata praticamente monopolizzata dalle monete e banconote che abbiamo imparato a conoscere molto bene. Tra le emissioni più note spicca sicuramente la 1000 lire, sviluppata in modo particolare in formato cartaceo, il formato monetario che più ha contraddistinto la lira fino a pochi anni dopo la sua dismissione.
La storia delle 1000 lire corrisponde un po’ a quella dell’intera moneta, in quanto la lira fu concepita molto prima dell’Unità d’Italia, cioè dell’Italia intesa come nazione unificata, e la primissima forma di documento finanziario definibile come “1000 lire” risale alla metà del Settecento, ideato dal Regno di Sardegna sotto il regno di Carlo Emanuele III. Non era una banconota come la intendiamo oggi ma piuttosto una forma di banconota ma anche un’obbligazione. Le prime 1000 lire cartacee del Regno d’Italia risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, sviluppate prima dalla Banca nazionale e poi dalla Banca d’Italia.
La Banca d’Italia ha emesso banconote in lire italiane in 10 diversi tagli, inclusa questa banconota da 1000 lire italiane (Verdi). Fanno parte della serie Banconote in Lire Italiane. La Banca d’Italia iniziò ad emettere queste banconote da 1000 lire italiane nel 1962. Furono ritirate dalla circolazione nel 1968. La banconota da 1000 Lire di colore blu e rosso ha sul fronte il ritratto del compositore d’opera Giuseppe Verdi, oltre alla testa della mitica Gorgone Medusa.
Il prezzo può variare, ma da una rapida ricerca su amazon oppure ebay, i prezzi si attestano anche su qualche migliaia di euro, vista la rarità del pezzo in questione. Risale al dicembre 1897 la prima vera banconota da 1000 lire, nota come M Grande per la raffigurazione di una M di “Mille” chiaramente disposta su uno dei due lati.
Progettato da Rinaldo Barbetti, artista senese, che contribuì a realizzare il bozzetto che fu mantenuto con alcune differenze estetiche fino a tutta la prima metà del Novecento, per poi essere considerato “fuori corso” a partire dal 1953. Nel frattempo, a partire dagli anni ’30, la Banca d’Italia aveva già iniziato a distribuire la seconda banconota di questo valore, nota come Regine del Mare, nome che deriva dalla rappresentazione di 3 figure allegoriche, riferite ad una scultura che simboleggia l’Industria, Agricoltura e Commercio. Questa rappresentazione era più popolare della Big M, e fu stampata e diffusa fino al 1943.
La banconota da mille lire rappresenta il simbolo per eccellenza della cartamoneta italiana. Questa banconota era la più conosciuta, la più nominata e la più grande, e dal 1896 accompagna la storia del nostro Paese, raccontando l’evoluzione storica della moneta e la sua iconografia.
La carta moneta è stata inventata dai cinesi. I primi esempi risalgono al XIII secolo; tuttavia è possibile che fosse in uso prima di questo momento. In Europa, la carta moneta fece la sua comparsa nel 1661 in Svezia. In Italia i primi titoli al portatore furono emessi nel 1746 dal Regio Dipartimento delle finanze di Torino per coprire le spese militari che il Piemonte, alleato dell’Austria, sostenne nella guerra contro Francia e Spagna. Questo strumento, ibrido tra una banconota e un’obbligazione (vedi foto n. V1), pagava interessi al portatore ed era emesso a fronte di fondi depositati.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la popolarità della carta moneta aumentò progressivamente con l’aumentare della domanda di strumenti circolanti, spinta dallo sviluppo economico che accompagnò la Rivoluzione Industriale. La banconota, essendo uno strumento circolante di importo fisso e pagabile al portatore, poteva essere utilizzata per effettuare pagamenti senza necessità di girata, come era richiesto per le cambiali o per i certificati di credito (vedi foto n. V.9). Con il tempo si è trasformato da sostituto del denaro in una vera e propria moneta, emessa dalle banche in quantità significativamente superiori alle loro riserve fisiche. Tuttavia, le banconote potevano ancora essere convertite in monete.