Come ogni anno, anche nel 2023 abbiamo spostato avanti di un’ora le lancette dei nostri orologi. In particolare dalle ore 2:00 della notte tra il 25 e il 26 Marzo, ci siamo ritrovati sotto l’ora legale, che soppianta quella solare almeno fino al 28-29 Ottobre. Questo cambiamento, attivo ormai da decenni nel nostro paese, ha uno scopo ben preciso che pochi conoscono, sfruttare al massimo la luce solare naturale ed aumentare così l’efficienza energetica, sprecando meno corrente elettrica. A questo punto però sorge una domanda spontanea, quanto risparmieremmo noi cittadini se in Italia l’ora legale fosse in vigore per tutto l’anno? Scopriamolo insieme nel corso del seguente articolo.
Cosa sono l’ora legale e l’ora solare?
L’ora legale è quella che ritroviamo sostanzialmente nei mesi primaverili ed estivi del nostro calendario, tale scelta cade ovviamente in questi mesi perché caratterizzati da un maggior numero di ore in cui è disponibile la luce solare, le ore di buio cioè sono meno di quelle in cui c’è sole. Facciamo un semplice esempio per spiegarci meglio e rendere l’idea.
Il giorno in cui c’è più luce nel nostro paese si ha in estate, in particolare, il sole sorge verso le 5:30 di mattina e tramonta invece alle ore 21:00. Se non ci fosse l’ora legale, sarebbero, invece, le 4:30, mentre il tramonto si avrebbe alle 20:00, con tale scelta dunque non solo si garantisce un’ora di sonno in più col buio, ma soprattutto una di luce in più in serata, quando tutti i cittadini cioè sono attivi e possono goderne. Avere più luce di sera, inoltre, permette di risparmiare sui consumi elettrici nazionali, dovendo accendere i lampioni stradali, o le luci in casa, un’ora dopo rispetto alla normalità. La cifra che si risparmia, stando agli enti che si occupano di tale calcolo, supera i 110 milioni di Euro.
L’ora solare è invece l’ora che seguiamo per gran parte dell’anno, l’ora “giusta” tra molte virgolette, che si ha da Ottobre a fine Marzo. Se l’ora solare non venisse mai presa in considerazione in inverno il sole semplicemente tramonterebbe un’ora dopo rispetto alla normalità, ma il buio si protrarrebbe anche in mattinata, fino almeno alle 9:00, quando praticamente tutti abbiamo già iniziato le nostre attività quotidiane, scuola, lavoro ecc.
I vantaggi dell’ora legale
Non sostituendo mai l’ora legale durante l’anno, stando a delle statistiche, risparmieremmo, come paese, circa 1 miliardo di euro tra elettricità e gas, ogni anno. Ovviamente, meno consumo di gas ed elettricità, significa anche meno emissioni di anidride carbonica nell’ambiente, particolarmente dannosa, come ben sappiamo, per la natura, provocando cambiamenti climatici sempre più seri ed evidenti.
Inoltre, stando ad alcune ricerche mediche, rimanere in un fuso orario costante tutto l’anno, garantirebbe all’essere umano una salute migliore. Il passaggio all’ora legale da quella solare, infatti, stando ad alcuni specialisti della materia, può disturbare il nostro organismo ed il ritmo circadiano che possiede, causando stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
Perché conviene di più agli stati “mediterranei”?
Per motivazioni prettamente legate alla geografia, gli stati che si trovano nella parte Sud del nostro continente, come l’Italia, ottengono benefici superiori rispetto agli altri dall’ora legale. Lo spostamento in avanti di un’ora, quindi, rende sì le giornate più lunghe del giusto, facendo in modo che la luce solare non sia ancora presente in tarda serata, donando, sostanzialmente, solo benefici alla cittadinanza.
Nei paesi del Nord Europa, ed in particolare della penisola scandinava, invece, l’ora legale accentua un fenomeno già presente, una presenza di luce che dura già per gran parte del giorno, non garantendo a questi paesi un particolare risparmio monetario ed energetico. In città come Helsinki ed Oslo, ad esempio, il sole sorge addirittura alle 4 e tramonta dopo le 22.30 a metà giugno, quasi 20 ore di luce, mentre, con l’ora solare, il tramonto si osserverebbe alle 21:30.
Cosa dice in merito l’Unione Europea?
L’Unione Europa già dal 2018 ha approvato l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere autonomamente se optare per l’ora solare o legale. Non esiste infatti più una imposizione che debba riguardare tutti i paesi facenti parte dell’Unione, ma molti di essi, come l’Italia, sono ancora indecisi sul da farsi.