Con la locuzione ravvedimento operoso si intende appunto questa possibilità data al contribuente. Attenzione, non stiamo parlando di pagare quanto dovuto in seguito ad un controllo o ad una sanzione già comminata.
Questa è in pratica una possibilità data al contribuente che, in totale autonomia, si ravvede del fatto di aver pagato un tributo in forma minore rispetto a quanto dovuto.
Si tratta per altro di un tipo di strumento che si può sfruttare anche quando si comprende di non aver pagato un tributo, in alcun modo.
Come funziona il ravvedimento operoso
Per poter sfruttare l’istituto giuridico del ravvedimento operoso è necessario versare quanto dovuto, gli interessi calcolati dal giorno successivo alla scadenza del tributo, la sanzione che va considerata in forma ridotta. Il versamento si effettua con il “solito” modello F24, all’interno del quale è necessario utilizzare i corretti codici tributo, a seconda dello specifico tributo che non è stato pagato, o che è stato saldato in forma ridotta rispetto a quanto dovuto.
Il calcolo della sanzione dipende dal lasso di tempo che separa il giorno del ravvedimento da quello stabilito per il pagamento del tributo. In particolare:
Giorni di ritardo |
Sanzione senza ravvedimento | Riduzione | Sanzione ridotta |
Fino a 14 giorni |
15% |
1/10 |
0,1 per ogni giorno |
Dal 15° al 30° |
15% |
1/10 |
1,5% |
Dal 31° al 90° |
15% |
1/9 |
1,67% |
Dal 91° fino al termine della dichiarazione o entro un anno |
30% |
1/8 |
3,75% |
Entro il termine della dichiarazione successiva o entro due anni |
30% |
1/7 |
4,29% |
Oltre il termine precedente | 30% | 1/6 |
5% |
In sostanza il contribuente che si rende conto di un pagamento omesso o insufficiente per un tributo ha la facoltà di saldare subito quanto dovuto, saldando sia la cifra calcolata correttamente, sia la sanzione che viene però ridotta in modo importante.
Su tale sanzione sarà necessario anche calcolare gli interessi legali.
Senza ravvedimento
Ovviamente nessuno obbliga il contribuente di utilizzare l’istituto del ravvedimento, ma si deve considerare che tramite esso ottiene un forte sconto su quanto dovuto allo Stato, soprattutto per quanto riguarda la sanzione.
Come sopra indicato, per un tributo ritardato, o insufficiente, per anche un singolo giorno la sanzione è pari al 15% di quanto dovuto; tale cifra si abbassa a 0,1% del tributo in caso di ravvedimento operoso.
Chi può utilizzare questa opportunità
In teoria tutti i contribuenti possono approfittare dell’istituto giuridico del ravvedimento. Si devono però fare dei chiari distinguo: tale opportunità è infatti garantita solo a coloro i quali siano stati notificati degli atti riguardanti l’avvenuto accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Fino al 2015 non era possibile utilizzare un’opzione di questo genere quando l’Agenzia delle Entrate, o qualsiasi altro ente di controllo, avesse iniziato ispezioni o verifiche di qualsivoglia natura. Oggi tale preclusione non è più attiva, quindi solo in caso di notifica riguardante atti di liquidazione è ormai troppo tardi per il ravvedimento.
Conviene comunque ricordare che se si effettua il pagamento di una sanzione tramite ravvedimento operoso e l’Agenzia delle Entrate ha in atto un’ispezione, questo non porterà ad un arrestarsi dell’ispezione. Se durante l’ispezione si dovesse riscontrare l’omesso o insufficiente pagamento per cui si è effettuato il ravvedimento, la sanzione corrispondente non sarà comminata al contribuente.
I codici tributo
Come abbiamo detto, per saldare quanto dovuto attraverso l’istituto del ravvedimento operoso è necessario utilizzare il modello F24, indicando i corretti codici tributo.
Visto che per ogni tributo in Italia esiste uno specifico codice, appare chiaro che tali codici siano univoci anche per quanto riguarda i ravvedimenti. Considerando anche esclusivamente i codici tributo più utilizzati, stiamo parlando di un elenco non indifferente.
Imposta | Descrizione | Codice tributo |
Addizionale comunale IRPEF | Sanzione per ravvedimento | 8926 |
Addizionale comunale IRPEF | Sanzione per ravvedimento rettifica 730 | 8927 |
Addizionale Regionale IRPEF | Interessi sul ravvedimento | 1994 |
Addizionale Regionale IRPEF | Sanzione pecuniaria | 8902 |
Addizionale Regionale IRPEF
|
Sanzione per rettifica 730 | 8916 |
Successioni | Sanzione da ravvedimento | 1535 |
Successioni | Interessi da ravvedimento | 1537 |
Imposte sostitutive | Interessi sul ravvedimento | 1992 |
IRAP | Interessi sul ravvedimento | 1993 |
IRAP | Sanzione pecuniaria | 8907 |
IRES | Interessi sul ravvedimento | 1990 |
IRPEF | Interessi sul ravvedimento | 1989 |
IVA | Interessi sul ravvedimento | 1991 |
IVA | Sanzione | 8904 |
Ovviamente l’elenco potrebbe continuare; si invita il singolo contribuente a verificare il codice corretto direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che pubblica questo tipo di dati aggiornandoli regolarmente.
Nella pratica il modulo si compila in questo modo: si indicano diversi codici tributi a seconda della quota da saldare. Quindi per quanto riguarda l’ammontare della cifra dovuta come omesso o insufficiente pagamento di uno specifico tributo si utilizza il codice tributo canonico.
Ove indicato si barra la casella “ravvedimento”, quindi con il medesimo F24, o con un modulo aggiuntivo, si saldano anche interessi e sanzioni, utilizzando i codici tributo ad essi correlati.
Per quanto riguarda l’IMU, ad esempio, è possibile indicare precisamente che si desidera sfruttare tale strumento barrando l’apposita casella presente sul modello F24 alla sezione IMU e altri tributi locali.
Il calcolo del ravvedimento
Il calcolo di quanto dovuto con il ravvedimento si effettua sommando la cifra dell’omesso o insufficiente pagamento, più la sanzione (stabilita considerando i giorni che separano dal termine ultimo per il pagamento corretto del tributo), più gli interessi su tale quota.
Per il 2019 gli interessi legali sono stati stabiliti allo 0,80%.
Il ravvedimento per l’imposta di registro
Un caso particolare di ravvedimento è quello che si può attuare per l’imposta di registro. Questa è un’imposta indiretta che si salda ogni qual volta si “sposta” una certa ricchezza, quindi anche in caso di donazioni o vendite tra privati.
Il ravvedimento operoso per l’imposta di registro e tutti gli altri tributi indiretti si utilizza il modello F23. I codici tributo per questo modello sono diversi rispetto a quelli da utilizzare per il modello F24.
Un caso particolare di imposta di registro è quella da saldare nel momento in cui si registra un contratto di affitto. Tale registrazione deve avvenire entro 30 giorni dalla stipula del contratto, utilizzando apposita modulistica, disponibile presso gli uffici del’Agenzia delle Entrate.
Per il ravvedimento operoso che riguarda l’imposta di registro su un contratto di affitto si utilizza il Modello F24 Elide. Si tratta di un modulo semplificato pensato appositamente per le locazioni.
I codici tributo in questo caso vanno dal 1500 in avanti. Dove 1500 è il codice tributo per l’imposta di registro su prima registrazione; 1501 è il codice tributo per le annualità successive. Per quanto riguarda il ravvedimento si utilizzano i codici 1507 per la sanzione sul ritardo della prima registrazione, 1509 per le sanzioni sui ritardi delle annualità successive alla prima.
Gli interessi si pagano utilizzando il codice tributo 1508 per la prima registrazione, 1510 per le annualità successive.