Cosa si intende con la sigla RDW CV e SD nelle analisi del sangue? RDW alto o basso, cosa significa? Cerchiamo di capirlo insieme andando ad analizzare uno dei parametri rilevanti nell’emocromo riferito ai globuli rossi. I globuli rossi sono cellule del sangue conosciute anche con il nome di eritrociti o emazie. La loro funzione principale è correlata al trasporto di ossigeno dai polmoni verso gli altri tessuti (anche i più periferici). Ovviamente svolgono anche il compito inverso cioè trasportano l’anidride carbonica dai vari organi e tessuti ai polmoni che avranno il compito di eliminare il gas portandolo all’esterno del corpo con l’espirazione.
Quando il medico prescrive le comuni analisi del sangue si vanno a vedere parametri che riguardano anche queste cellule. Tra questi si trova il Red Cell Distribution Wildth (tradotto in italiano è ampiezza di distribuzione eritrocitaria) che è conosciuto con la sigla RDW. Questo viene utilizzato per misurare la cosiddetta anistocitosi che è la possibile presenza di variabilità in termini di volume degli eritrociti (i globuli rossi).
Questo è un parametro che può essere influenzato dall’età del paziente e che presenta un range di valori che spazia da 11,5 a 14,5 (dati che vengono espressi in percentuale).
RDW CV e SD: cos’è?
Con la sigla RDW si intende l’ampiezza di distrubizione eritrocitaria, ovvero si riferisce nello specifico al controllo del volume dei globuli rossi nel sangue. Ciò che misura questo parametro, dunque, è la variabilità del volume dei globuli rossi e la possibilità di intravedere nel sangue globuli rossi di diversa dimensione (Anistocitosi). Nello specifico questo parametro si divide in:
- RDW CV: che valuta la distribuzione in termini di volume dei globuli rossi in relazione al coefficiente di variazione e il valore si esprime in percentuali,
- RDW SD: che valuta la distribuzione in termini di volume dei globuli rossi in relazione alla deviazione standard e il valore si esprime in femtolitri.
L’ampiezza di distribuzione eritrocitaria viene misurata in qualsiasi emocromo e non richiede alcuna particolare preparazione da parte del paziente. Non si tratta assolutamente di un valore banale da sottovalutare perché può rappresentare un primo e importante indizio della presenza di uno stato anemico (questo perché le cellule immature sono più grandi ed hanno, dunque, un volume maggiore). Se i globuli rossi sono molto disomogenei si avrà grande variabilità in volume che si rifletterà in un valore di RDW alto. Se ci si trova ad avere un valore basso, invece, le cellule sono tra loro più omogenee e saranno molto simili in dimensioni. Inoltre, se il valore dell’emocromo non rientra nel range sopra citato è opportuno tenere sotto controllo la situazione ripetendo l’esame ogni sei mesi circa in modo di monitorare ulteriori possibili cambiamenti.
RDW alto: cosa significa?
Un valore di RDW alto può significare diverse condizioni. In particolare è un parametro essenziale nella diagnosi di carenze nutrizionali, nello specifico di ferro, folati e vitamina B12. Un RDW alto inoltre può aiutare a fare una diagnosi tempestiva dell’anemia (questo è il primo parametro fisiologico che, in questo caso, subisce un variazione). Le anemie sono di diversa tipologie:
- Sideroprenica (dovuta allo stato carenziale del ferro)
- Anemia da carenza di vitamine del gruppo B (siano questa la B9, meglio conosciuta come acido folico oppure la B12, o cobalamina)
- Anemia aplastica
- Anemia Falciforme
- Emolitica o autoimmune
- Anemia da malattia cronica o renale
Se viene interfacciato con il valore del volume corpuscolare medio è possibile distinguere la classica anemia dalla talassemia eterozigote. In entrambi i casi l’MCV sarà normale o basso e, nel secondo caso, anche RDW entrerà nel range della normalità. Un altro utilizzo riguarda la capacità d’individuare la causa di manifestazione dell’anemia megaloblastica (patologia caratterizzata dall’inefficace produzione dei globuli rossi). In questo caso l’ampiezza di distribuzione eritrocitaria è superiore ai valori considerati normali.
RDW alto: anemia o leucemia?
Quando si parla di anemia si fa riferimento ad una riduzione patologica dell’emoglobina o degli eritrociti (in alcuni casi potrebbe essere riconducibile ad una diminuita capacità da parte del sangue di trasportare l’ossigeno). Per avere un quadro preciso ed eseguire una diagnosi corretta, l’RDW CV viene studiato e posto in relazione ad altri parametri strettamente correlati ai globuli rossi. Stiamo parlando, ad esempio, del volume corpuscolare medio che definisce il volume medio degli eritrociti (indicato con la sigla MCV). Questo avviene soprattutto nel cercare di comprendere l’eziologia, cioè le cause che hanno portato alla condizione anemica.
Spesso, inoltre, il parametro RDW CV è chiamato in relazione anche alla diagnosi di una particolare malattia tumorale, la Leucemia. Con il termine Leucemia si intende un’insieme di malattie del sangue che si sviluppano a partire dalla proliferazione tumorale di una cellula ematopoietica. Questa cellula è ospitata dal midollo osseo e la sua funzione principale è proprio quella di produrre globuli rossi, bianchi e piastrine (le cellule del sangue). Quando il midollo osseo però perde la capacità di generare nuove cellule normali e acquisisce esclusivamente la funzione di produrre cellule tumorali, vuol dire che si è affetti da Leucemia. Per diagnosticare la Leucemia è utile in questo senso far riferimento al RDW CV ma in relazione all’MCV. Oltre all’analisi di questi valori in particolare, però, bisogna anche effettuare per la diagnosi di Leucemia:
- un prelievo di midollo osseo
- degli esami radiologici (ecografia, TAC, risonanza magnetica)
- un prelievo di liquido cerebrospinale con puntura lombare
RDW Basso: cosa significa?
Se nel referto il valore di RDW risulta più basso della media significa che i globuli rossi sono tutti omogenei tra loro per quanto riguarda le dimensioni (indica infatti una mancata disomogeneità). Ciò non indica particolari patologie, ma in questi casi bisogna comunque consultarsi col medico di fiducia e interpretare i valori del RDW in relazione ad altri parametri. In effetti, minimi scostamenti di RDW rispetto ai valori normali potrebbero non avere alcun significato clinico particolare. Come per altri parametri del sangue, infatti, per diagnosticare determinati patologie è fondamentale valutare i risultati in riferimento alla condizione clinica generale.
RDW Valori normali
Per interpretare al meglio i risultati delle analisi del sangue in riferimento al parametro dell’RDW, è raccomandabile un consulto col medico di fiducia. In questo caso, infatti, il medico può valutare correttamente i risultati dell’emocromo, anche nella relazione tra parametri differenti tra loro. Questo perché non è sempre assodato che un solo parametro possa significare malattie particolari o carenze nutrizionali ma deve sempre essere associato, nell’interpretazione, ad altri che possano influenzarlo. In linea generale, i valori normali dell’RDW nelle analisi del sangue, sono:
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