I reticolociti sono globuli rossi giovani, appena fuoriusciti dal midollo osseo e immessi nel circolo ematico. Il loro conteggio dà una misura corretta dell’eritropoiesi effettiva; queste cellule costituiscono una piccola percentuale dei globuli rossi in circolo ed il loro dosaggio serve sia a determinare l’efficacia della terapia in caso di alcune patologie, sia per verificare il corretto funzionamento del midollo osseo. I reticolociti sono privi di nucleo ma, per qualche tempo (circa 24 ore) dopo il loro ingresso nel sangue, conservano i ribosomi che servono a produrre proteine tra cui l’emoglobina. Proprio dalla presenza dei ribosomi e di materiale nucleare residuo, che si colorano di blu brillante e formano reticoli nel citoplasma, deriva il loro nome. In queste cellule immature possono essere visibili alcuni inclusi citoplasmatici chiamati corpi di Jolly e anelli di Cabot.
I reticolociti rappresentano l’ultimo stadio della maturazione degli eritrociti: il processo intero dura circa 10 giorni e il passaggio reticolocita-globulo rosso maturo è l’ultimo step.
I reticolociti hanno una dimensione di circa il 25% maggiore rispetto ai globuli rossi maturi. Quando il reticolocita matura, diventa un globulo rosso vero e proprio. Ogni globulo rosso ha una vita in circolo di circa 120 giorni, al termine dei quali viene sequestrato da fegato o milza e distrutto. Al posto dei globuli rossi invecchiati, entrano in circolo i reticolociti; in questo modo nel sangue c’è un costante ricambio di eritrociti.
Reticolociti: Alti e Bassi
È importante rapportare qualsiasi valore dei reticolociti con gli altri esami di laboratorio eseguiti. Da solo, ogni parametro dell’emocromo non ha significato; assume invece importanza inserito nel quadro completo delle analisi del sangue. Ad esempio:
- Emoglobina normale e reticolociti normali: attività del midollo osseo nella norma
- Reticolociti alti, emoglobina normale: è avvenuta una perdita di sangue, ma il midollo ha compensato aumentando la produzione di globuli rossi
- Reticolociti normali, emoglobina bassa: è avvenuta una perdita di sangue, ma il midollo non ha reagito adeguatamente e si è instaurato uno stato di anemia
Una reticolocitemia alta dopo una terapia instaurata per una condizione di anemia, indica che il midollo osseo si sta riprendendo e sta producendo eritrociti.
Reticolociti alti cause
Un aumento del conteggio dei reticolociti viene definito reticolocitosi. Le cause possono essere:
- anemia perniciosa (ridotta produzione di eritrociti causata da deficit di vitamina B12 a causa di meccanismi autoimmuni)
- anemia sideropenica (anemia da carenza di ferro)
In queste forme di anemia, il midollo tenta di compensare la carenza di eritrociti aumentandone la produzione e quindi il rilascio dal midollo. Se invece i reticolociti sono elevati ma l’emoglobina, l’ematocrito e i globuli rossi sono bassi, le cause possono essere:
- emorragie acute o croniche
- anemia emolitica (eccessiva distruzione dei globuli rossi)
Nel caso di alti livelli di globuli rossi e reticolociti alti, è possibile che la produzione eritrocitaria sia eccessiva, ad esempio in caso di:
- policitemia vera: patologia causata dall’eccessiva proliferazione midollare
- tumori renali secernenti eccessive quantità di eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di eritrociti
In alcuni pazienti, gli eritrociti hanno un difetto di maturazione per cui le cellule non maturano abbastanza da entrare in circolo (eritropoiesi inefficace). In questo caso si osservano alti globuli rossi (da iperplasia midollare) ma bassi reticolociti.
Quando i reticolociti alti sono normali?
I reticolociti alti sono comunemente riscontrati in gravidanza: si tratta di un fenomeno da considerarsi del tutto fisiologico. Anche nei neonati si può osservare reticolocitosi ed è un fenomeno fisiologico che si normalizza nel giro di pochi giorni. Si osserva un aumento dei reticolociti in circolo anche nel caso di persone che si recano in località che si trovano a un’altitudine maggiore rispetto a quelle in esse cui vivono normalmente: l’organismo produce una maggior quantità di globuli rossi per aumentare l’apporto di ossigeno ai tessuti. Una conta reticolocitaria più elevata si riscontra talvolta anche nei fumatori.
Reticolociti bassi cause
Una conta bassa di reticolociti viene chiamata reticolocitopenia. Tra le varie cause ci sono:
- alcolismo
- anemia aplastica
- carenza di acido folico o vitamina B12
- carenza di ferro
- cirrosi epatica
- insufficienza midollare
- malattie endocrine
- patologie renali (con riduzione dei livelli di eritropoietina)
- terapie con radiazioni ionizzanti
Parametri reticolocitari
Per studiare i reticolociti esistono anche diversi parametri che si riferiscono a queste cellule, detti parametri reticolocitari. Vediamo il significato di alcuni, i loro valori normali e la loro importanza clinica:
- LFR (Low Fluorescence Ratio). Indica la percentuale di reticolociti maturi. Valore normale: 78-92%
- MFR (Medium Fluorescence Ratio). Indica la percentuale di reticolociti con caratteristiche intermedie tra maturi ed immaturi. Valore normale: 6-18%
- HFR (High Fluorescence Ratio). Indica la percentuale di reticolociti immaturi. Valore normale: 0-4%
- IRF (Immature Reticulocite Fraction). Indica la percentuale di reticolociti immaturi o non ancora del tutto maturi, quindi MFR+HFR. Valore normale: 6-22%
La frazione immatura dei reticolociti (IRF) è il parametro reticolocitario clinicamente più significativo, perché indica la percentuale di cellule che sono state indotte dalla stimolazione dell’eritropoietina e quindi l’accelerazione della produzione di globuli rossi, che entrano rapidamente in circolo. In poche parole, l’IRF indica l’attività midollare precoce ed i reticolociti più giovani ad alto contenuto di acido nucleico e quindi media-intensa fluorescenza. Una delle utilità dell’IRF è il monitoraggio della ripresa dell’attività midollare dopo trapianto di midollo osseo o come risposta ai trattamenti con vitamine, folati, ferro ed EPO-ricombinante nei soggetti dializzati, HIV-positivi, mielodisplastici o trasfusi. Il miglior uso clinico dell’IRF prevede il confronto con il conteggio reticolocitario assoluto. In particolare questa valutazione permette di diagnosticare la sferocitosi ereditaria (in cui si osservano alti reticolociti ma IRF basso).
Altri parametri reticolocitari
Come avviene per i globuli rossi, anche per i reticolociti si può dosare il contenuto di emoglobina, chiamato CHr oppure RET-He o RHE, a seconda dello strumento utilizzato. Il contenuto di emoglobina dei reticolociti riflette la sintesi di emoglobina a livello dei precursori midollari e quindi fornisce anche una stima della quantità di ferro disponibile, oltre a rappresentare un parametro quasi in tempo reale dell’eritropoiesi midollare. La diminuzione di questo parametro indica una eritropoiesi con carenza di ferro. Inoltre, può essere dosato il volume reticolocitario medio (MCVr o MRV) che clinicamente è utilizzato per valutare stati precoci di carenza di ferro e per monitorare la terapia dei pazienti anemici.
Reticolociti valori normali
I reticolociti rappresentano dallo 0,5% al 2,5% dei globuli rossi circolanti, in ogni momento della vita. Quindi ogni 10 milioni di globuli rossi, ci sono circa 80-200 mila reticolociti. Il conteggio può anche essere riportato come valore assoluto, quindi come numero di reticolociti per microlitro: valori normali 25-75 milioni/millilitro. Un conteggio di reticolociti normale con valori di emoglobina normali indica che l’attività del midollo osseo è nella norma.
Utilità clinica del dosaggio reticolocitario
Perché ci interessa conoscere la percentuale di reticolociti nel sangue? La reticolocitemia serve a:
- valutare la funzionalità del midollo osseo e la sua capacità di produrre globuli rossi sempre nuovi
- distinguere tra anemia di tipo emolitica o emorragica ed anemia da alterata funzionalità midollare
- supportare la diagnosi di malattie che impattano sulla produzione di eritrociti
- monitorare l’andamento di patologie e di terapie
- valutare le cause dell’alterazione di altri valori di laboratorio (emocromo)
In particolare per il medico questo dosaggio è molto importante in caso di anemia normocitica (con MCV normale), perché permette di fare diagnosi differenziale tra anemie senza reticolocitosi e anemie con reticolocitosi.
La valutazione della funzionalità midollare rappresenta la causa più importante per eseguire il conteggio reticolocitario. La conta viene sempre associata ad altre analisi del sangue (ematocrito, emoglobina ed altri valori riportati nell’emocromo).
Nella valutazione delle malattie che influenzano la produzione degli eritrociti, è richiesta l’esecuzione di altri esami, tra cui:
- Profilo metabolico del ferro
- Dosaggio della vitamina B12 e folati
- Funzionalità del G6PD
- Dosaggio aptoglobina
- Dosaggio eritropoietina
Nel caso vengano riscontrate alterazioni in questi esami di primo livello, è possibile che il medico richieda approfondimenti diagnostici, fra cui l’aspirato midollare e la biopsia osteomidollare.
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