Il film che oggi presentiamo ai nostri lettori è “Soft & Quiet“, pellicola thriller horror americana, prodotta e diretta da Beth de Araújo, uscita nel novembre del 2022, dalla durata di 91 minuti. Il seguente articolo cerca di mostrare al lettore la trama del film, ed i punti di forza dello stesso. Buona lettura.
Soft & Quiet, informazioni generali sul film
La regista americana sceglie di ambientare nell’arco di un pomeriggio tutti gli eventi che accadono nel film, dando così alla pellicola un ritmo rapido e coinvolgente che non lascia mai respirare l’osservatore. Il personaggio principale è Emily, una semplicissima insegnante elementare di una piccola cittadina americana, particolarmente ligia al lavoro. Oltre a tale attività, però, la nostra insegnante, ha anche un altro “hobby” che la impegna, e non poco, l’indottrinamento cioè, di chiara matrice ariana, di un gruppo di donne, sue amiche, che vivono nella stessa città.
Le donne danno addirittura vita ad un club che si chiama, appunto, “Daughters for Aryan Unity”. Il tema preferito dalle donne è sostanzialmente il seguente, come, nella società odierna, i bianchi abbiano un ruolo sempre meno decisivo ed importante nel tessuto sociale mondiale. Stando al club, infatti, a causa dei vari movimenti in favore dei diritti dei neri, i bianchi sono ormai stati soppiantati.
Un normale pomeriggio, si organizza un incontro a casa di Emily, prima però le donne devono passare in un supermercato per fare un’adeguata spesa, qui però, il gruppo di donne, rimane coinvolto in un alterco con due giovani sorelle di origine asiatica. Dopo un iniziale scontro verbale, una delle donne del club, si arma di pistola ed intima alle due di uscire immediatamente dal supermercato. Successivamente, grazie all’aiuto del marito di una delle donne, le 4 donne riescono ad entrare in casa delle due sorelle, che restano così alla loro mercé.
Pro e Contro della pellicola
La parte del piccolo rituale del tè, esclusa la sorpresa della torta che ha impressa una svastica al di sopra, è secondo me la parte meno riuscita della pellicola. A causa della scelta di inserire un infinito piano sequenza, infatti, una dopo l’altra le donne hanno un piccolo monologo in cui mostrano i loro pensieri in merito al nazismo. Il momento in questione, fin troppo lungo, è inoltre messo in scena grazie all’ausilio di una camera che resta fissa per minuti sui loro visi, un qualcosa che, dal mio punto di vista, era assolutamente evitabile. Il lavoro però ha anche momenti ben fatti, in particolare quando la piega del film diventa più action, con una serie di scene ben scritte ma anche ben realizzate.
L’originalità del film
L’originalità del film risiede proprio in questo affresco che si fa del mondo femminile. Spesso, infatti, quando si parla di razzismo o nazismo, sono gli uomini ad essere messi in scena dai registi, e viene mostrato dunque sempre il loro punto di vista. La regista riesce dunque a ribaltare questo cliché, ed a far emergere in maniera impeccabile alcune delle motivazioni che causano sentimenti tanto oscuri negli esseri umani. Il lavoro riesce, circa a metà dell’opera, quando cioè le vicende prendono davvero una piega drammatica, ad approfondire ancora di più i personaggi, mostrando interamente le problematiche quotidiane che affliggono queste donne, con un epilogo davvero crudo.
Come sappiamo il problema delle armi è ben radicato negli Stati Uniti, ma la regista decide, coraggiosamente, di avvicinare questo problema anche al mondo femminile, considerato dai più lontano da tali gesti violenti ed aggressivi. Ho davvero trovato interessante questa scelta, un voler anche uscire dai canoni comuni e scontati che vedono l’uomo come l’unico essere capace di tali azioni sconsiderate, dove la rabbia per un evento davvero di poco conto, si trasforma in pura violenza cieca.