Spesso i lavoratori dipendenti si lamentano dell’eccessivo carico di lavoro e dell’incredibile ammontare di stress che ne deriva. In particolare quando i datori di lavoro hanno bisogno di ore extra, dette comunemente “straordinario”, tutto ciò non fa altro che acuirsi. Negli ultimi anni lo stress è stato riconosciuto come una malattia professionale vera e propria, sebbene non sia stato ancora inserito nelle tabelle dell’INAIL. Vediamo però cosa si intende per lavoro straordinario, e quando è possibile chiedere un risarcimento per le troppe ore di lavoro svolte.
Quando si può parlare di straordinario?
La prima cosa da chiarire ai lettori è il significato stesso di straordinario lavorativo, quando cioè terminano le “normali” ore di lavoro e quando entro in “straordinario”? In maniera immediata potremmo pensare che una volta superate le ore di lavoro previste dal nostro contratto si entri in straordinario, ed è effettivamente così, ma bisogna approfondire tale questione per capirla al meglio. Intanto chiariamo quando scatta lo straordinario: scatta non appena si superi la soglia delle ore di lavoro contrattualmente previste, direte voi. Si, ma adesso poter reclamare lo straordinario è più facile. Infatti grazie alla normativa europea la Cassazione ha dovuto modificare la precedente definizione di orario di lavoro.
Nel 2018 la Cassazione si è adeguata ad una particolare normativa emanata dall’Unione Europea, all’interno di tale normativa si afferma che è orario di lavoro ogni istante in cui un lavoratore è a completa disposizione del proprio datore di lavoro, anche quanto effettivamente non svolge alcuna funzione. Per fare un esempio potremmo dire che, anche la pausa caffè, o il pranzo, sono orari normali di lavoro. Possiamo infatti parlare di straordinario, stando a tale normativa, quando il dipendente lavora oltre le nove ore e mezza in una singola giornata. Come detto poco fa in questo numero di ore vanno calcolate anche le pause e gli spostamenti da compiere tra una sede e l’altra qualora il lavoro lo richiedesse.
Lo stress da troppe ore di lavoro, quando è possibile chiedere un risarcimento?
Come detto all’inizio dell’articolo è possibile richiedere un indennizzo economico per stress derivante da un eccessivo numero di ore di lavoro, e dunque da un eccessivo numero di ore di straordinario. Nel 2018, ancora una volta, la Corte di cassazione ha infatti chiaramente riconosciuto che a causa di un monte ore troppo eccessivo lo stress e l’ansia possono colpire i dipendenti, rendendola una malattia professionale. E proprio con questa ordinanza la Corte ha riconosciuto ai lavoratori la possibilità di richiedere un vero e proprio risarcimento economico, nonostante, come asserito, lo stress derivante dal troppo lavoro non risulti ancora nelle famose tabelle INAIL, che riportano tutte le malattie professionali ufficialmente riconosciute dallo stato italiano.
Il problema in realtà a causa di ciò esiste, a differenza delle malattie presenti in questa tabella, infatti, bisognerà avere il cosiddetto onere della prova. L’onere della prova è una sorta di principio logico-giuridico, sostanzialmente chi vuole dimostrare l’esistenza della suddetta malattia dovrà fornire tutte le prove dell’esistenza della malattia stessa. Ciò, con le malattie riconosciute dall’INAIL non accade, e non ci sarà bisogno di fornire nessun tipo di dato che supporti la vostra richiesta.