Il Sucralosio è un dolcificante artificiale molto diffuso negli Stati Uniti. Si tratta di una vera e propria alternativa allo zucchero classico, scoperta per caso ma che è attualmente molto apprezzata. Si preferisce allo zucchero classico per le sue potenzialità nell’ambito del dimagrimento e della nutrizione. Difatti si utilizza nelle diete ipocaloriche grazie alla sua capacità di non accumularsi nel tessuto adiposo. Per questo motivo si ritrova spesso nella lista degli ingredienti di integratori alimentari, snack e alimenti dietetici in grado di diminuire l’apporto di calorie e di favorire dunque il processo di dimagrimento. Ma vediamo nello specifico cos’è il Sucralosio e eventuali risvolti in ambito di tossicità e complicanze per l’organismo.
Sucralosio: Cos’è?
Il sucralosio è una sostanza di natura semi-sintetica, conosciuta anche con il nome di Splenda. Si tratta di un dolcificante artificiale che si produce mediante un processo brevettato di clorurazione del Saccarosio. Attraverso questo processo, che richiede diverse fasi, si sostituiscono tre gruppi idrossilici con un numero equivalente di atomi di cloro. Non si tratta, quindi, di un prodotto di origine naturale che normalmente è presente in natura. In più, è l’unico edulcorante artificiale che ha la peculiarità di mantenere parzialmente la struttura originale dello zucchero e che deriva da questo. La sua scoperta è recente, risale alla metà degli anni Settanta, ed è avvenuta in modo completamente casuale. Un gruppo di ricerca stava svolgendo degli studi sui composti clorurati (più precisamente riguardo il loro ruolo come composti intermedi) e, per un’incomprensione, uno dei collaboratori assaggiò questo composto. Restò piacevolmente stupito dal suo gusto molto dolce che non lasciava alcun retrogusto sgradevole, a differenza ad esempio della Saccarina.
Sucralosio: Tossicità e Leucemia
La sua natura di clorocarburo ha gettato dubbi sulla sicurezza di questo composto. In linea di massima queste sono sostanze che hanno sull’organismo un effetto tossico e, soprattutto all’inizio, ha creato pareri discordati. Ancora oggi, nonostante ci siano molti studi che ne provano la sicurezza, alcuni studiosi lo considerano come nocivo. La Food and Drug Administration (FDA), per determinarne la sicurezza, si è affidata a molti studi che sono stati condotti sia sull’uomo che sugli animali. Lo scopo era quello di escludere il tanto temuto potere cancerogeno ed effetti indesiderati importanti come danni al sistema nervoso centrale o all’apparato riproduttivo. Uno dei rischi più acuti e preoccupanti inoltre sarebbe proprio quello dello sviluppo della Leucemia, così come evidenziato da uno studio sperimentale condotto dall’Istituto Ramazzini di Bologna.
Ulteriori dubbi sulla sicurezza d’utilizzo di questo composto sono gettati dai possibili effetti che il Sucralosio potrebbe esercitare a livello del timo. Si tratta di un organo linfoepiteliale fondamentale nel mantenere l’omeostasi del sistema immunitario. Sempre da queste ricerche è emerso che questa sostanza potrebbe svolgere un ruolo nell‘induzione del CYP3A4 sovra-esprimendolo. Questo è implicato nel metabolismo di molti farmaci. Se aumenta la sua sintesi si riducono le concentrazioni attive dei farmaci da questo metabolizzati. Si tratta di un fenomeno che sta alla base della tolleranza farmaco-metabolica e dell’aumentata bioattivazione. In questo modo, così, si diminuirebbero le concentrazioni plasmatiche e di conseguenza gli effetti terapeutici per diminuita biodisponibilità (quantità di farmaco che raggiunge inalterato il sito d’azione). Questo dolcificante sembra anche alterare la flora batterica intestinale benefica (meno sui patogeni) e, addirittura sembrerebbe anche causare sbilanciamenti alla secrezione ormonale.
Sucralosio e diabete
Il nostro organismo non riconosce il Sucralosio come uno zucchero o, in generale, come un carboidrato. Per cui non va ad alzare o ad abbassare in alcun modo la glicemia. Questo avviene perché il metabolismo dei carboidrati e la fisiologica stimolazione dell’insulina sia nel breve che nel lungo utilizzo, non varia e non è esposta dunque ad alterazioni preoccupanti. Questa teoria, ovviamente, è supportata da studi eseguiti su un grande campione di persone che presentavano un tasso glicemico nella norma e, soprattutto, su soggetti affetti da diabete (sia di tipo I sia di tipo II). Leggi anche il nostro articolo approfondimento sui cibi dietetici.
Sucralosio Calorie
Il Sucralosio non è liposolubile per cui non si scioglie nei grassi e non si accumula nel tessuto adiposo (questo scongiura anche la possibilità di forme di tossicità dovute ai grandi accumuli). In più non si scinde e quindi non perde il cloro (motivo che lo distingue dagli altri clorocarburi che se ingeriti potrebbero creare danni). Una quantità di questo dolcificante variabile dal 70-90% salta il processo dell’assorbimento e si espelle mediante le feci. La rimanente quota è rapidamente metabolizzata ed escreta dai reni attraverso le urine. Non venendo assorbito non ha calorie. Questo perché per creare energia il corpo non lo utilizza come substrato. Questa caratteristica lo rende un coadiuvante importante nelle diete ipocaloriche al fine del dimagrimento ed è accettato anche nella restrittiva Dieta Dukan in cui lo zucchero solitamente viene bandito.
Diffusione e livelli di assunzione raccomandati
Il primo Paese in cui è stato approvato l’utilizzo e il consumo di Sucralosio è il Canada. Attualmente si trova sempre con più frequenza anche nei ristoranti (fenomeno riscontrato soprattutto all’estero) affiancato da altri dolcificanti, tra cui l’aspartame. 80 Paesi confermano la sua sicurezza e si riscontra pertanto un grande successo del prodotto; specie in relazione alla sua peculiarità di non essere nocivo a:
- pazienti diabetici
- bambini
- donne in gravidanza e durante l’allattamento
Nonostante l’approvazione della sua sicurezza, esiste comunque un limite massimo d’assunzione giornaliera che è raccomandato non superare. Il limite massimo è pari a 15mg per kg di peso corporeo.
Sucralosio: dove si trova?
Recentemente è scoppiata la moda degli “alimenti zero calorie” che portano ad un consumo sempre maggiore, talvolta spropositato, di alimenti (sia bevande che cibo) che contengono dolcificanti in sostituzione allo zucchero. Il Sucralosio è sempre più utilizzato e si trova negli alimenti confezionati a livello industriale, da solo o associato ad altri dolcificanti, e anche nelle preparazioni casalinghe. Si tratta di una sostanza che ha 600 volte la capacità di dolcificare rispetto allo zucchero da cucina. Questa caratteristica lo rende difficile da dosare a livello domestico ma facilita di molto le preparazioni industriali di bevande ed alimenti.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Facendo un esempio pratico: per dolcificare un litro di una qualsiasi bevanda occorreranno circa 210 milligrammi di sucralosio contro i 130 grammi di zucchero.[/md_boxinfo]
Tra i prodotti comunemente venduti al supermercato, in cui si trova questa sostanza, ci sono anche:
- gomme da masticare (non favorisce lo sviluppo di batteri orali e di carie)
- snack dietetici
- integratori alimentari e dietetici
Di sempre più largo impiego è anche il suo uso nelle cucine domestiche e nella piccola e grande ristorazione. Per facilitarne il dosaggio che, come detto prima, non è semplice si trova disponibile in confezioni in cui viene addizionato ad altre polveri o dolcificanti. In questo modo ha lo stesso potere edulcorante a parità di volume del saccarosio. Quindi si sostituisce facilmente al comune zucchero da cucina nelle piccole preparazioni domestiche. È particolarmente adatto ai cibi cotti e per i prodotti da forno perché, per le sue proprietà chimico-fisiche, si mantiene stabile ad elevate temperature. Nel corso della cottura e dei trattamenti (anche industriali) o durante la lunga permanenza nei magazzini non subisce nessuna perdita misurabile. Le uniche occasioni in cui non si presta bene riguardano:
- le ricette che contengono una grande quantità di zucchero
- come attivatore della lievitazione
- nella preparazione del caramello perché, a differenza del saccarosio, non scurisce
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