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Tatuaggi Giapponesi: 5 Esempi tra Scritte, Fiori e Simboli

Drago, Geisha, Samurai, Tigre, Carpa, Oni e Fiori di ciliegio, sono solo alcuni dei più famosi soggetti dei tatuaggi giapponesi. Se avete intenzione di tatuarvi un soggetto Irezumi o siete semplicemente affascinati dai body suit giapponesi, in questa guida troverete la storia e il significato dei più famosi tatuaggi giapponesi. Bellezza, spiritualità, colori accesi: ecco le tre caratteristiche principali dei tattoo giapponesi.

In questa tipologia di tatuaggi ogni soggetto è curato nei minimi particolari e ha un significato ben preciso. Anche la posizione di questi tattoo segue delle regole ben precise. Nulla è affidato al caso. Sicuramente i tatuaggi giapponesi sono tra i più famosi al mondo poiché sono delle meravigliose opere d’arte sulla pelle (il che motiva anche il loro costo superiore ai tattoo tradizionali). Anche gli abbinamenti tra fiori e soggetti (i cosiddetti Kara-jishi) sono di provenienza classica e vanno sempre rispettati. Lo scopo di questi meravigliosi tattoo non è puramente decorativo, ma anche spirituale. Andiamo a vedere i tatuaggi giapponesi tipici, che fanno parte del nostro catalogo tatuaggi completo.

Tatuaggi Giapponesi: 5 Esempi tra Scritte, Fiori e Simboli

I tatuaggi giapponesi sono comunemente chiamati Irezumi (da “ireru” inserire e “sumi” inchiostro) oppure Horimono (da “horu” inscrivere e “mono” qualcosa”). Gli Irezumi però non hanno sempre avuto un’accezione positiva. Ancora oggi in Giappone i tatuaggi in generale non sono ben tollerati (la pratica dei tatuaggi è diventata legale solo nel 2020) e viene impedito l’accesso nelle onsen (terme) a chi è tatuato, anche se straniero. Perché? La storia dei tatuaggi giapponesi è millenaria e non ha termini di paragone, come quella del tattoo samurai.

Già nell’era Jomon (10.000 a.C.) i tatuaggi venivano usati come simbolo di appartenenza alla tribù. Fino all’epoca Kofun (300 d.C.) avevano un significato rituale ed era abitudine anche delle donne tatuarsi. Le cose cambiarono quando il Buddismo si diffuse dalla Cina al Giappone. Nel 720 d.C. il tatuaggio non era più un segno decorativo in Giappone, ma un marchio punitivo. In particolare veniva tatuato sulla fronte il kanji di ? inu, “cane” per connotare i delinquenti ed impedirgli qualsiasi possibilità di reinserimento futuro nella società. I tatuaggi giapponesi, così come oggi li conosciamo ed ammiriamo, nacquero solo nel periodo Edo (1603 d.C.).

Geisha, samurai, yokai, draghi, serpenti, fiori ed elementi stagionali, ma anche Buddha non venivano più usati solo per decorare kimoni e paraventi o incisi sul legno, ma venivano incisi sulla bellezza in tutto il loro splendore. In questo caso non si parlava di Irezumi, bensì di Horimono. I tatuatori utilizzavano non la macchinetta moderna, bensì la tecnica del Tebori (una stecca di legno di bambù a cui erano uniti gli aghi e si tatuava manualmente). Ancora oggi ci sono molti Tattoo Artist sia in Giappone che in Occidente che utilizzano ancora questa tecnica manuale per fare i tatuaggi giapponesi. La particolarità di questi tatuaggi era che ricoprivano gran parte del corpo, lasciando scoperti solo collo, polsi, mani e caviglie (ossia le parti sempre visibili del corpo).

Quando i tatuaggi giapponesi divennero illegali

Quando il tatuaggio Irezumi divenne illegale ed associato alla criminalità organizzata? Tutto accadde con la diffusione del romanzo cinese, intitolato Suikoden, nel 1757 che raccontava la storia di 108 fuorilegge che aveva il corpo interamente tatuato (body suit). Di qui la richiesta dei primi membri della Yakuza (mafia giapponese) di avere dei body suit come tratto distintivo e simbolo del loro allontanamento dalla società. Questa usanza continuò per secoli. Nel 1868 ci fu una prima battuta d’arresto e i tatuaggi divennero illegali in Giappone (anche per riabilitare questo paese agli occhi dell’Occidente). Ciò contribuì però ancor più alla sua diffusione, a causa del fascino del proibito e del segreto, unito alla bellezza di queste opere d’arte realizzate su tele umane.

Nella Seconda Guerra Mondiale le cose peggiorarono, e la pratica dei tatuaggi era duramente osteggiata, anche se continuava ad essere illegalmente praticata, soprattutto a Yokohama. Dal 1948 al 2020 solo chi possedeva una licenza medica poteva tatuare, altrimenti la pratica era ritenuta illegale. Oggi il legame tra Yakuza e tatuaggi giapponesi è superato, ma i tattoo sono ancora malvisti ed associati ai ceti umili e permane il divieto per le persone tatuate di entrare nelle onsen. Con la globalizzazione quest’arte tradizionale degli Irezumi si è ampiamente diffusa nel mondo occidentale, tanto che oggi rappresenta una delle tipologie di tattoo più richieste dai clienti, che sono disposti a sborsare cifre da capogiro per avere un bodysuit giapponese.

Tatuaggi Giapponesi scritte

Chi si tatua una scritta giapponese in Occidente è perché desidera un tatuaggio misterioso. Vuole nascondere un messaggio in una parola o una frase che pochi, pochissime persone sono in grado di conoscere il significato e quindi resta segreto ai più. C’è da dire che non tutti sanno che esistono due alfabeti giapponesi, Hiragana (originale giapponese) e Katakana (per le parole straniere) e Kanji (ideogrammi cinesi). Quindi se volete tatuarvi il vostro nome in giapponese, sarà scritto in Katakana. In alternativa si può scegliere un kanji con un significato particolare. A questo scopo leggi anche il nostro approfondimento sulle scritte tatuaggi.

Tatuaggi Giapponesi fiori

Nell’iconografia giapponese dei tatuaggi i fiori hanno un ruolo fondamentale. Ogni fiore ha un significato preciso ed è associato ad una stagione. I più famosi sono sicuramente i fiori di ciliegio (Sakura no Hana) che rappresentano anche i fiori nazionali del Giappone. Rappresentano la bellezza, la caducità della vita e l’importanza di cogliere l’attimo. I samurai erano soliti tatuarsi questi fiori per sfidare la paura della morte in battaglia. Questi fiori sono associati alla primavera perché fioriscono in aprile.

  • Un altro fiore celebre nei tattoo giapponesi è la peonia, la regina dei fiori. Elegante e maestosa, è considerata un potente portafortuna e simboleggia la nobiltà d’animo, l’amore sincero, l’onore, la pace e la prosperità della famiglia. Può essere di diversi colori: rossa, rosa, gialla, bianca o azzurra.
  • Il fiore di loto (Hasu) invece è legato al buddismo ed è uno degli 8 fiori fortunati. Simboleggia la compassione, la perfezione e la forza spirituale.
  • Il crisantemo (Kiku) è legato all’autunno ed è il simbolo della casa imperiale del Giappone. Rappresenta la longevità, la purezza, la determinazione e la nobiltà.
  • Le foglie d’acero anche sono legate all’autunno e rappresentano la caducità, la maturità e la bellezza effimera.

Tatuaggi Giapponesi: Samurai

I tatuaggi colorati di samurai sono molto diffusi nella cultura giapponese. Solitamente questi guerrieri sono raffigurati molto dettagliati e dai colori vivaci. Simboleggiano la forza, il coraggio, l’onore, la nobiltà d’animo, l’autodisciplina, il rispetto e l’accettazione del fato. Del resto il termine samurai deriva da “saburau” che significa “servire con onore” ma anche “mettersi in disparte”. Erano servitori fedeli dell’imperatore giapponese al punto che erano disposti a togliersi la vita in suo nome. Spesso negli Irezumi i samurai vengono raffigurati con la katana ed associati ai fiori di ciliegio, ma anche ai Kanji (scritte giapponesi di origine cinese). Solitamente sono soggetti prediletti da individui di sesso maschile.

Tatuaggi Giapponesi: Geisha

La geisha è uno dei soggetti più diffusi tra i tatuaggi giapponesi. Simboleggia la bellezza, la grazia, l’eleganza, il mistero, la sensualità, il sogno e la fertilità. Spesso si confonde il suo significato con quello “sbagliato” diffuso in Occidente. La geisha è un’artista, non una prostituta e per diventare esperta in tutte le arti deve seguire un lungo apprendistato. Solitamente viene rappresenta con labbra rosse, capelli neri raccolti, kimono dalla trama particolare e volto truccato di bianco. Spesso la geisha nei tattoo giapponesi è associata ai fiori di ciliegio (caducità della bellezza) o alla Han’nya (donna diventata demone perché impazzita di gelosia) o al drago. Un’alternativa è la geisha namabuki, una raffigurazione macabra di una geisha con la testa mozzata e trafitta da una lancia, pugnale o una katana che simboleggia l’accettazione del proprio fato con onore. I tatuaggi di geisha sono amati sia dagli uomini che dalle donne.

Tatuaggi Giapponesi: Drago

Il drago è un soggetto mitologico ampiamente conosciuto in Occidente. Viene visto da sempre come una creatura enorme squamosa alata, con fauci ed artigli e la capacità di lanciare fuoco dalla bocca. Chi conosce i tattoo giapponesi, sa che il dragone è uno dei soggetti più diffusi e famosi. Il suo significato però in Oriente è ben diverso da quello che ha in Occidente. Infatti in Giappone il dragone è simbolo di fortuna, prosperità e forza, mentre nella nostra cultura è visto come l’incarnazione del demonio, un essere malvagio, una creatura temibile e da esorcizzare.

L’importanza dei draghi nella mitologia giapponese deriva dalla credenza che il primo imperatore del Giappone discendesse direttamente da un drago. Nella cultura dei tatuaggi giapponesi il drago è raffigurato sempre come squamoso, con lunghi baffi, artigli come un’aquila, zampe di tigre, senza ali e a forma di serpente. Il drago tatuato raffigura un simbolo di potere, longevità, famiglia ed è di buon auspicio. Solitamente viene consigliato di tatuarsi un drago in posti dove c’è spazio come la schiena, il braccio, la spalla o il polpaccio. Il drago se raffigurato con la bocca spalancata è maschio, al contrario con la bocca chiusa è femmina. Anche il colore è importante:

  • Se è un Drago Blu è porta fortuna negli affari e protegge dalle malattie
  • Un Drago Nero è un drago giovane con meno di 100 anni ed abituato solo ad eseguire ordini
  • Un Drago Verde è di ottimo auspicio
  • Il Drago Bianco è pari a una divinità e ha più di 700 anni
  • Il Drago Oro è immortale e quindi tatuarselo significa essere molto ambiziosi. Spesso il Drago è associato ai fiori di ciliegio o alle fiamme o ad una carpa. Secondo la leggenda, infatti, la carpa che nuota controcorrente e risale il fiume giallo raggiungendo la “porta del cielo” sulla montagna diventa un drago, e questa raffigurazione compare spesso negli Irezumi.

Tatuaggi Giapponesi braccio

C’è chi si tatua solo l’avambraccio con fiori, bande nere e soggetti, chi si tatua l’intero braccio (fermandosi prima del polso). Si tratta di un tatuaggio di grandi dimensioni e caratterizzato da colori vivaci e accesi. I soggetti vanno scelti in base alla simbologia e quindi si può optare per un dragone con capra e fiori di ciliegio, o un leone o magari Buddha o ancora un samurai o un Kintaro o magari una tigre o perché no un serpente. Esistono infinite combinazioni di soggetti e fiori e bande. Senza dubbio fare un braccio tatuato giapponese è un investimento economico, oltre che di tempo e forza (è doloroso fare sessioni molto lunghe per zone così estese del corpo).

Tatuaggi Giapponesi piccoli

Chi ama i tatuaggi giapponesi deve essere consapevole che si tratta comunque sempre di tattoo di grandi dimensioni, molto estesi e colorati. Se si vuole un singolo soggetto di piccole dimensione, ma comunque Irezumi, si può optare per i fiori di ciliegio, un tattoo delicato e discreto, oppure per una peonia di dimensioni ridotte. I soggetti non sono consigliabili di piccole dimensioni perché perdono nei dettagli e con il passare del tempo si rovinano.

Scritte Giapponesi, linee e fascino assieme per il vostro tattoo

Le scritte giapponesi sono un soggetto per tattoo che ha preservato intatto il suo fascino nel tempo, vediamo quali sono quelli più ricercati e quali le ragioni della scelta.

L’impero dei segni

Questo è il titolo di un libro che rappresenta la scrittura giapponese, in generale gli ideogrammi, come forma artistica la cui base è la linea.

Probabilmente il fascino di questa scrittura deriva dal suo livello di astrazione e dalla sua armonia, armonia che non possiedono altre tipologie di scrittura.

L’impero dei segni di Roland Barthes viene così presentato:

«Perché il Giappone? perché è il paese della scrittura: fra tutti i paesi conosciuti, è in Giappone che ho incontrato la pratica del segno piú vicina alle mie convinzioni e ai miei fantasmi, o, se si preferisce, piú lontana dai disgusti, irritazioni e rifiuti che suscita in me la semiocrazia occidentale». Dice Barthes a proposito di quest’opera, al tempo stesso notazione di viaggio (ma agli antipodi delle cronache del letterato – inviato speciale) e perlustrazione entro un intero sistema di vita. Ne è risultato un libro particolarissimo, esauriente sotto tanti punti di vista, ricco di dottrina e di fatti concreti, perché, come ricorda ancora l’autore, «il luogo dei segni non è cercato negli aspetti istituzionali ma nella città, nel negozio, nel teatro, nella cortesia, nei giardini, nella violenza. Ci si occupa di alcuni gesti, di alcuni cibi, di alcune poesie; ma soprattutto di volti, di occhi e di pennelli con cui si può scrivere, ma non dipingere, il tutto».

Si comprende come la scrittura ad ideogrammi possa aver affascinato anche l’occidente e questa opera ne è testimone, ma per riportare il discorso sul mondo della Tattoo Art, ecco qualche esempio di tatuaggi giapponesi a seguire

Scritte giapponesi: le più richieste

Per capire quali siano le scritte giapponesi maggiormente richieste occorre iniziare dai nomi in giapponese.

Una delle richieste maggiormente cercate da chi naviga online è: “come si scrive il mio nome in kanji?”. Innanzitutto, è indispensabile sapere che la maggiore percentuale di nomi può essere trascritta unicamente in alfabeto Katakana.

In sostanza i nomi propri della persona vengono sostituiti dagli Yojijukugo, si tratta in questo caso di espressioni aggregato composto da 4 kanji, che prendono una forma simile a quella di proverbi e/o massime.

Dove fare un tatuaggio scritte giapponesi

Se ci troviamo in Italia è difficile reperire un maestro in tatuaggi giapponesi, ma questo è necessario visto che molte volte le scritte eseguite non sono conosciute nel significato dal tatuatore che le esegue.

 

 

 

 

 

 

 

 

In pratica si deve riuscire a reperire qualcuno che esegua il vero tatuaggio giapponese. Tali maestri sono molto difficili da reperire e questo può rappresentare un problema visto che si tratta di una capacità sviluppata attraverso l’esperienza oltre che lo studio, e unicamente solo dopo diversi anni di apprendistato è possibile conseguire l’appellativo di incisore, e iniziare solo in quel momento ad incidere la pelle altrui.

Se avete scelto un tatuaggio di scritte giapponesi quindi dovete fare molta attenzione a conoscere realmente il significato della scritta stessa che andrete a realizzarvi, che sia esso un nome oppure una scritta poetica o una parola.

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Scritto da Marianna Somma

So scrivere senza guardare la tastiera. Ma non so guardare la tastiera senza scrivere". Una storica dell'arte votata al copywriting. Svizzera nella precisione, partenopea nell'approccio positivo alla vita.