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Tumore alla Prostata: Sintomi, Cause, Sopravvivenza e Cure

Il tumore alla prostata è una formazione di tessuto costituito da cellule si sviluppano in modo incontrollato e anormale all’interno della prostata (o ghiandola prostatica), organo prettamente maschile. Negli ultimi anni è diventato il tumore maligno più frequente nella popolazione maschile.

La prostata è un organo presente solamente negli uomini; si posiziona di fronte al retto, più precisamente sotto la vescica. Il compito della prostata è quello di produrre il liquido seminale che verrà poi rilasciato con l’eiaculazione, indispensabile per la fecondazione. È spesso paragonata per la sua forma e dimensione ad una castagna, anche se in presenza di diverse patologie e con il passare degli anni può ingrossarsi fino a intaccare anche l’apparato urinario. La ghiandola è sensibile agli effetti degli ormoni, specie quelli maschili (ad esempio il testosterone) che alterano la sua crescita.

Tumore alla Prostata

Il cancro alla prostata è uno dei tumori più diffusi nelle persone di sesso maschile; rappresenta, infatti, circa il 20% di tutti i tumori più diagnosticati nell’uomo. Si parla infatti di circa 34.800 casi diagnosticati ogni anno in Italia, nella maggior parte dei casi la malattia non viene diagnosticata in tempo con conseguenti esiti infausti. I dati più recenti dimostrano che circa 1 uomo su 8, nella nostra nazione ha più probabilità di ammalarsi di tumore alla prostata nell’arco della sua vita. Il tumore alla prostata cresce in genere, molto lentamente, senza proliferarsi al di fuori della ghiandola. Esistono tuttavia anche forme più aggressive, nelle quali le cellule malate invadono rapidamente i tessuti circostanti e si diffondono anche ad altri organi, si parla di metastasi. 

Tumore alla Prostata: Sintomi

In realtà nelle sue asi iniziale il tumore della prostata non si manifesta, è quindi asintomatico. L’unico fastidio che si manifesta è un leggero rigonfiamento della ghiandola prostatica. L’effettiva diagnosi avviene dopo un’attenta visita urologica, composta da esplorazione rettale e controllo del PSA, senza dimenticarsi delle analisi del sangue. I primi sintomi iniziano a comparire solo quando la massa tumorale comincia a svilupparsi e a ingrandirsi, diciamo quando il tumore si trova già allo stadio avanzato, provocando i primi fastidi a livello urinario:

  • Disuria: difficoltà a urinare
  • Minzione frequente: bisogno di urinare molto spesso
  • Dolore quando si urina
  • Ematuria, sangue nelle urine o nello sperma
  • Sensazione di non riuscire a urinare in modo completo
  • Eiaculazione dolorosa

A questi si accompagnano sintomi che spesso possono essere sottovalutati o confusi con altri disturbi:

  • Perdita di appetito
  • Perdere peso senza motivo
  • Dolore nella zona pelvica
  • Stanchezza e spossatezza
  • Dolore irradiato a schiena, fianchi e gambe

I soggetti affetti da cancro manifestano sintomi come:

  • Pallore cutaneo
  • Debolezza
  • Fiato corto
  • Affanno e capogiri
  • Nausea e Vomito

Spesso i sintomi urinari possono essere legati a problemi prostatici di tipo benigno come l’ipertrofia prostatica o una prostatite. I sintomi sono simili perchè in entrambi i casi, la sintomatologia è dovuta a una pressione esercitata dalla prostata ingrossata sull’uretra: in ogni caso è utile rivolgersi al proprio medico o allo specialista urologo che sarà in grado di decidere se sono necessari ulteriori esami di approfondimento.

Tumore alla prostata: Cause

Le cause del tumore alla prostata, in realtà, tutt’oggi non sono ancora del tutto chiare. Si pensa che alla base vi è una mutazione nel DNA delle cellule che causa una proliferazione anomala delle stesse cellule, che andranno a creare il tumore. I ricercatori, anche con il passare degli anni cercano di trovare i fattori che fanno predisporre un individuo alla formazione del tumore. Per poterci discostare dalle cause attribuite solamente alla genetica bisognerà riconoscere anche i fattori di rischio che aumentano la probabilità di ammalarsi, anche se non sono i diretti responsabili della patologia.

  • Età avanzata: l’età è il principale fattore di rischio, questo tumore, infatti, si presenta di rado negli uomini di età inferiore a 40 anni. Chiaramente le probabilità aumentano con l’avanzare dell’età, tant’è vero che i soggetti più a rischio sono gli uomini con più di 60 anni.
  • Storia familiare: il rischio per un uomo aumenta nel caso in cui il padre o un fratello abbiano una storia clinica di tumore della prostata.
  • Etnia e Popolazione: il tumore della prostata è più comune negli uomini afroamericani rispetto ai bianchi, compresi gli uomini di origine ispanica. La frequenza è inoltre minore negli uomini asiatici e nei nativi americani.
  • Alimentazione e Stile di vita: numerosi studi sostengono che i soggetti più a rischio sono tutti gli uomini che consumano cibi ricchi di grassi saturi e che, parallelamente, seguono una vita più sedentaria. E’ dimostrato che l’obesità e la mancanza di esercizio fisico possono indurre in più probabilità all’insorgenza del cancro alla prostata.
  • Fattori genetici e ormonali: le mutazioni di alcuni geni come BRCA1 e BRCA2 o HPC1, maggiormente frequenti nei soggetti di età < 55 anni, ed elevati livelli di testosterone e dell’ormone IGF1 possono aumentare il rischio di tumore alla prostata. Oltre ciò, tutti i soggetti che hanno avuto o hanno un parente stretto consanguineo affetto da tumore alla prostata hanno la probabilità di ammalarsi 2-3 volte maggiore rispetto agli altri soggetti.
  • Contatto con sostanze chimiche, come cadmio, alcuni fertilizzanti e coloranti.

Tumore alla Prostata: Sopravvivenza

Per quanto riguarda la sopravvivenza a questa tipologia di tumore, nonostante sia uno dei tumori più diffusi tra gli uomini, la prognosi è molto buona quando lo si diagnostica in tempo. Ovviamente la sopravvivenza dipende molto dal grado istologico e dalla stadiazione del tumore. Quando il tumore presenta già delle metastasi, quindi risulta già in fase avanzata, non sempre è curabile. Nonostante ciò molti pazienti hanno migliorato l’aspettativa di vita rimastagli. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni è di oltre il 98-99%.

Si guarisce?

Si guarisce?” è tra le domande più frequenti che viene fatta una volta scoperta la diagnosi. Ad oggi possiamo dire che almeno 9 persone su 10 guariscono dalla malattia. I risultati positivi e la buona qualità della vita sono migliorate anche grazie alle nuove terapie. La mortalità è scesa del 36%, oltre il fatto che nove pazienti su dieci superano la malattia, guariscono o imparano a conviverci per molti anni. Merito della diagnosi precoce, ma anche di nuovi trattamenti innovativi (farmaci, chirurgia, radioterapia) sempre più efficaci e meno invasivi che riescono a cronicizzare la malattia senza peggiorare la qualità di vita dei pazienti.

Tumore alla prostata: Trattamenti e Cure

Quando iene confermata la diagnosi di cancro della prostata e dopo aver individuato il grado di gravità del tumore, l’urologo, insieme al paziente decidono la strategia terapeutica migliore. La scelta del trattamento dipende da fattori come: presenza o meno di metastasi, dimensioni del tumore, l’età del paziente e il suo stato di salute generale. Se il tumore non si è ancora diffuso negli altri distretti corporei, e quindi sono assenti le metastasi, la cura prevede:

  • Vigilanza attiva: da preferire quando la crescita del tumore è lenta e non dà problemi. Il medico terrà sempre sotto controllo le condizioni dell’individuo. E’ la scelta preferita per chi è più anziano e ha già problemi di salute.
  • Intervento chirurgico: l’intervento prevederà la rimozione in blocco la ghiandola prostatica e le vescicole seminali, prende anche il nome di prostatectomia radicale. E’ considerata la terapia standard per curare il tumore prostatico localizzato. Con gli anni sono anche migliorate le tecniche chirurgiche, che hanno ridotto al minimo il rischio di complicanze post-chirurgiche (es. disfunzione erettile e incontinenza). Dopo questo intervento, il PSA sierico non dovrebbe essere più dosabile. Anche in questo caso bisognerà discutere col proprio medico degli eventuali rischi e complicanze.
  • Radioterapia: Questa terapia sfrutta i raggi X ad alta energia per uccidere le cellule tumorali e arrestare quindi lo sviluppo del tumore.La durata dipende dal tipo di tumore, dalle sue dimensioni e dalla sua eventuale diffusione. In alcuni casi la radioterapia della prostata può dare: fastidi a livello del retto , aumento della peristalsi intestinale, irritazione della regione anale, cistite, problemi di erezione. Tutti i disturbi possono scomparire col passare delle settimane anche se in rari casi possono diventare permanenti.
  • Terapia ormonale: si può essere curati con farmaci che bloccano la produzione di ormoni, anche quando si vuole evitare una recidiva. La terapia ormonale è anche indicata quando il tumore alla prostata è arrivato a colpire anche altre parti del corpo.
  • Chemioterapia: Nel caso in cui la terapia ormonale non risulti più efficace perché il tumore diventa ormono-refrattario, si utilizza la chemioterapia. In pratica viene somministrata per ridurre le dimensioni del tumore, per mantenere la situazione sotto controllo e per alleviare i sintomi e i dolori dovute alle metastasi. In genere per molti tumori si utilizza anche per migliorare la qualità della vita rimanente, seppur apporti anch’essa numerosi disturbi e fastidi all’individuo.

Diagnosi

Partendo dal presupposto che, il sospetto diagnostico si fonda su:

  • Sintomi
  • Esito dell’esplorazione rettale
  • Dosaggio di PSA, che altro non è che l’antigene prostata specifico, rilevato dal prelievo ematico.

Nella maggioranza dei casi, la conferma di diagnosi di tumore della prostata è dovuta al risultato degli esami di screening, perchè ricordiamo che agli stadi iniziali la patologia risulta asintomatica. Infatti per questo motivo circa il 30% dei soggetti ha una diagnosi di tumore alla prostata quando le cellule si sono proliferate oltre la ghiandola. Gli esami di screening vengono effettuati in una normale visita di routine, ma sono più frequenti per gli uomini che superano i 40 anni di età. Quando si ha il sospetto è il medico che decide di raccomandare anche altri esami specifici:

  • Esplorazione rettale: in questo esame il medico, andrà a toccare la parete posteriore della ghiandola prostatica premendo contro la parete dell’ano, servendosi di un guanto lubrificato. Non è doloroso, sicuramente fastidioso per molti. Circa il 70% dei tumori si sviluppano vicino alla parte esterna della prostata e, in alcuni casi, sono rilevabili tramite un’esplorazione rettale. In questo caso il paziente, qualora dovesse avere problemi a livello della prostata “salterà” dal dolore al momento del tatto.
  • Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico): Si tratta di un prelievo di sangue che andrà a individuare il livello ematico di PSA, che è una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica utile per fluidificare il liquido seminale. Una piccola quantità di PSA circola sempre nel sangue. Quando questi livelli sono elevati o aumentano costantemente nel tempo possono indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.
  • Biopsia: È un esame più invasivo che viene eseguito quando si ha il sospetto clinico (alla palpazione) o biochimico (PSA elevato). La biopsia prostatica multipla verrà eseguita per via transrettale, con anestesia locale, servendosi di un ecografo come guida. L’esame consiste in una serie di prelievi di piccoli campioni di tessuto da aree diverse della prostata. Il tessuto viene poi analizzato al microscopio per accertare la presenza di cellule neoplastiche. La biopsia è un esame generalmente ambulatoriale che non richiede il ricovero ospedaliero.

Aggressività e Stadiazione

Una volta eseguita la biopsia, se vengono individuate cellule anomale neoplastiche, il medico provvederà a eseguire accertamenti più approfonditi che andranno a rilevare l’eventuale aggressività e infiltrazione del tumore. Gli esami effettuati saranno:

  • Radiografia del torace: anche se meno del 5% dei tumori prostatici si diffonda ai polmoni, prima di un’eventuale operazione viene sempre eseguita un RX del torace
  • TAC (Tomografia Assiale Computerizzata): deve essere associata sempre a qualche altro esame. Può mostrare i linfonodi patologici nella pelvi e nell’addome, dove il tumore prostatico può metastatizzare. Non è un esame accurato e sensibile nell’individuare tutti i linfonodi intaccati dal tumore. La TAC non fornisce informazioni sufficientemente attendibili sullo stato della prostata o sullo stadio del tumore.
  • Risonanza Magnetica: viene anche effettuata senza l’utilizzo di forti radiazioni. Ad oggi viene utilizzata in casi specifici per valutare la presenza di malattia nell’osso e nelle parti molli.
  • PET: È una metodica moderna che utilizza un radiofarmaco specifico. Attualmente è l’esame con più precisione diagnostica per la valutazione della diffusione della malattia e, in particolare, per la rivalutazione in caso di recidiva

Prevenzione

Tutt’oggi non esiste una vera e propria prevenzione che riesce a sconfiggere del tutto il tumore della prostata, anche se il medico stesso consiglia di rispettare delle utili regole comportamentali per migliorare il proprio stile di vita:

  • Aumentare l’integrazione di frutta, verdura, cereali integrali e ridurre quello di carne rossa e cibi ricchi di grassi saturi.
  • Mantenere il peso nella norma
  • Praticare attività fisica anche solo per mezz’ora al giorno, di camminata a passo sostenuto, corsa, pesi ecc…
  • Rivolgersi al medico ed eventualmente nel sottoporsi ogni anno a una visita urologica, se si ha familiarità per la malattia o se sono presenti fastidi urinari.

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{“domanda”: “Come curare tumore prostata?”, “risposta”: “Esistono diversi modi per curare il tumore alla prostata, in modo da non ridurre l’aspettativa di vita del paziente: Sorveglianza attiva, prostatectomia, radicale, Radioterapia, Terapia ormonale, Chemioterapia ecc…”} ,
{“domanda”: “Che cos’è un adenocarcinoma alla prostata?”, “risposta”: “L’adenocarcinoma della prostata è una patologia tumorale maligna più frequente nel maschio adulto oltre i 60 anni. “} ,
{“domanda”: “Che sintomi dà il tumore alla prostata?”, “risposta”: “I sintomi del tumore alla prostata riguardano in maggioranza l’apparato urinario: Difficoltà a urinare (esitazione); Stimolo frequente a urinare, specialmente di notte (nicturia); Difficoltà a mantenere un flusso costante di urina (il flusso è debole, intermittente o persiste la sensazione di non riuscire svuotare la vescica in modo completo);”} ,
{“domanda”: “Come diagnosticare tumore prostata?”, “risposta”: “Il sospetto di tumore della prostata viene posto o dal dosaggio dell’antigene specifico della prostata (PSA) nel sangue o dall’esplorazione digito-rettale (DRE) della ghiandola. Una volta che si sospetti un tumore, la diagnosi può essere fatta esclusivamente con una biopsia alla prostata”}
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