Vaccini: cosa sono e qual è la situazione in Italia? Quali sono i vaccini obbligatori? C’è un grosso dibattito oggi in Italia sui vaccini e sul perché alcuni devono essere resi obbligatori. Ma che cos’è esattamente un vaccino, che cosa contiene e come viene creato? Perché sono stati sviluppati i vaccini? Quali sono le malattie per cui esiste un vaccino e quali sono i vaccini obbligatori?
Un vaccino è un preparato creato dall’uomo che contiene microrganismi (batteri, virus) o parti di essi (antigeni), trattati in modo da fornire all’organismo un’immunità acquisita, senza sviluppare la malattia vera e propria. I vaccini sono stati sviluppati per immunizzare il corpo da infezioni gravi che, se acquisite, potrebbero causare una malattia grave ed anche la morte. La pratica della vaccinazione si basa sul fatto che il sistema immunitario è in grado di sviluppare anticorpi contro gli antigeni di un certo microrganismo. Questo processo avviene naturalmente dopo aver contratto la malattia e richiede però un certo tempo, che serve alle cellule per produrre anticorpi contro il patogeno. La vaccinazione permette di produrre anticorpi senza però sviluppare la malattia vera e propria.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Un antigene è una qualsiasi sostanza estranea contro cui l’organismo scatena una risposta immunitaria con produzione di anticorpi.[/md_boxinfo]
Vaccini: Tipologie
A prescindere dalla malattia dalla quale proteggono, i vaccini possono essere sviluppati in diversi modi. Tutte le tipologie di produzione sono comunque in grado di scatenare la risposta immunitaria. La prima vaccinazione della storia è stata effettuata dal medico inglese Edward Jenner che inoculò negli esseri umani il materiale prelevato da vacche malate di vaiolo bovino: le persone inoculate infatti non si ammalavano del ben più letale vaiolo umano, perché avevano sviluppato anticorpi contro il virus. Dall’aggettivo “vaccino”, che viene da “vacca”, deriva la parola vaccinazione. La vaccinazione in pochi decenni ha permesso di debellare numerose malattie gravissime, diffuse da millenni in tutto il mondo: oggi, grazie alla vaccinazione di massa, il vaiolo non esiste più.
Vaccini con microrganismi attenuati o uccisi
Vaccini con microrganismi inattivati
I vaccini inattivati sono a base di microrganismi trattati in modo da non poter più replicare, bloccando la sintesi della proteine; questa inattivazione però impedisce anche al patogeno di produrre antigeni, quindi la risposta immunitaria che si ottiene con questo tipo di vaccini non è duratura.
Siccome l’immunità da vaccini con patogeni inattivati non è completa, richiede più dosi per essere duratura: è il caso del vaccino per l’influenza, per la pertosse, per la febbre tifoide, per la peste, per la rabbia, per la poliomielite (vaccino Salk), per il colera e per l’epatite A. Questi vaccini sono i più sicuri perché non è possibile che il microrganismo inizi a replicare o diventi virulento.
Vaccini con antigeni purificati
- A subunità. Sono composti da antigeni purificati ricavati dal microrganismo o dalle sue tossine; infatti molti patogeni, come quelli responsabili della difterite e del tetano, liberano delle esotossine che causano effetti gravissimi sull’organismo. In questi casi il vaccino consiste in un tossoide, ovvero un complesso che inattiva la tossina (vaccino antitetanico e antidifterico). Altri vaccini sono costituiti dalle subunità appartenenti alla capsula del patogeno vivo (vaccini contro pneumococco e meningococco) che permettono ai batteri di sfuggire alla fagocitosi.
- Con antigeni sintetici. I peptidi sintetici e gli antigeni ricombinanti sono formati da molecole sintetizzate chimicamente identiche a quelle appartenenti al microrganismo: sono prodotti usando la tecnologia del DNA ricombinante. La protezione conferita dai vaccini con antigeni sintetici è però bassa e non completa, quindi si sta cercando di migliorare questa tipologia di vaccino. Il primo vaccino ricombinante è stato quello per l’epatite B che è diretto contro un antigene sulla superficie del virus (HBsAg).
Vaccini con virus vivi
I vaccini con virus vivi e i vaccini a DNA sono gli unici in grado di far sviluppare all’organismo una risposta immunitaria da parte dei linfociti T citotossici. Vengono realizzati infettando le cellule dell’organismo con un virus vivo ma non citopatico (cioè che non uccide le cellule e non causa danni) oppure inoculando un plasmide (una sequenza di DNA) che contiene un gene che esprime l’antigene contro cui si vuole stimolare la produzione di anticorpi. In entrambi i casi, l’obiettivo è quello di sfruttare le cellule umane per produrre antigeni virali, contro i quali si attiverà la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi. I vaccini a DNA sono in fase di studio per proteggere non solo da virus e batteri patogeni, ma anche contro alcune tipologie di tumore.
Vaccini: Rischi ed effetti collaterali
La somministrazione di vaccini è stata certificata come estremamente sicura da numerosi studi commissionati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo scopo delle vaccinazioni è proteggere la popolazione da malattie infettive letali e nei vaccini è riconosciuto un certo grado di rischio, dovuto non tanto ai componenti del vaccino quanto a possibili errori nella preparazione, contaminazioni o ipersensibilità del paziente agli antigeni del patogeno.
In risposta alle preoccupazioni sollevate negli ultimi anni da una certa parte della popolazione, è stata eseguita una revisione della letteratura scientifica e sono state condotte sperimentazioni cliniche rigorose per attestarne la sicurezza. Per citare alcuni numeri, il vaccino anti-poliomielite Sabin ha una probabilità di reversione di virulenza (ovvero di ritorno del patogeno allo stato virulento) dello 0,00004% (1 persona su 2,4 milioni).
Per quanto riguarda le complicanze, esse sono rarissime ed esistono specialmente per i vaccini a base di virus attenuati. Tali complicanze sono simili a quelle causate dall’infezione naturale, ma anche quando si verificano, sono in numero nettamente inferiore. Su 75 milioni di vaccini anti-morbillo eseguiti in 23 anni solo 48 hanno causato come complicanza l’encefalopatia (0,000064%). Dopo un’infezione naturale, la probabilità di sviluppare encefalopatia è invece dello 0,1%. Attenzione anche a vaccini su neonati.
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Dopo l’inoculazione del vaccino, nella coscia o nel deltoide a seconda dell’età, è possibile che si sviluppi una papula dolorosa (dovuta alla formulazione vaccinale utilizzata) e che dopo qualche giorno insorga febbre moderata. Si tratta di fenomeni del tutto normali, dovuti alla risposta immunitaria ed alla produzione di anticorpi; febbre e dolore possono essere trattati con paracetamolo o ibuprofene.[/md_boxinfo]
Vaccini obbligatori in Italia per età
In Italia alcune vaccinazioni sono gratuite ed obbligatorie per legge secondo il D.M. 1999: anti-difterica, anti-tetanica, anti-poliomielite ed anti-epatite B. Quelle consigliate ma non obbligatorie sono l’anti-morbillo-parotite-rosolia (MPR), l’anti-H. influenzae tipo B, l’anti-meningococcica.
A seguito del calo dell’immunità di gregge dovuta alla crescente disinformazione ed alla comparsa di movimenti anti-vaccinisti, la legge 119/2017 ha reso obbligatorie le vaccinazioni contro malattie a rischio epidemico e per mantenere la soglia di copertura della popolazione del 95%, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: sono state quindi rese obbligatorie (oltre a difterine, tetano, poliomielite ed epatite B) anche le vaccinazioni per morbillo, parotite, rosolia, pertosse, varicella ed Haemophilus tipo B. Sono inoltre raccomandate (gratuitamente o a pagamento, a discrezione delle singole Regioni) le vaccinazioni per meningococco B e C, pneumococco e rotavirus.
La legge sui vaccini obbligatori è entrata in vigore nell’anno scolastico 2017/18 e per gli inosservanti sono previste sanzioni da 100 a 500 euro; la sanzione estingue l’obbligo della vaccinazione ma non permette comunque la frequenza dei bambini non vaccinati agli asili nido ed alle scuole dell’infanzia, a meno che non si adempia alle vaccinazioni.
Purtroppo, nel corso del tempo si è persa la percezione del rischio di molte malattie: negli ospedali italiani la maggior parte dei medici non ha mai visto un caso di poliomielite, difterite, pertosse. Le migliorate condizioni igienico-sanitarie e gli elevati standard di vita non proteggono dall’infezione. I vaccini funzionano molto bene, tanto che le malattie che prevengono sono ormai rare, ed il vaccino sembra superfluo. In realtà non lo è: solo il vaiolo è totalmente scomparso (proprio grazie ai vaccini) e le altre malattie non sono ancora debellate.
Vaccini: Perché è importante vaccinarsi?
La vaccinazione permette di diventare immuni ad una malattia senza sviluppare la malattia reale, che potrebbe portare a gravi complicanze o alla morte. Durante tutta la storia dell’uomo, milioni di persone sono morte a causa di patologie oggi prevenibili grazie alla vaccinazione, come il morbillo, il tetano, il meningococco, la poliomielite, la difterite, la pertosse. La vaccinazione protegge non solo sé stessi, ma tutta la popolazione, nel caso di malattie trasmissibili da uomo a uomo.
Le malattie infettive che si diffondono nella popolazione da persona a persona possono essere eradicate con la vaccinazione di massa, che riduce la circolazione del patogeno (immunità di gregge). Questo tipo di immunità di gruppo protegge anche gli individui che non possono sviluppare direttamente l’immunità, a causa di patologie (immunodepressi) o perché non hanno ancora avuto accesso alle vaccinazioni (neonati).
Nessun vaccino ha un’efficacia del 100% e ci sono persone che per diversi motivi non si possono vaccinare. L’immunità di gregge interrompe la catena della trasmissione, perché l’agente infettivo non trova individui suscettibili. La soglia minima di immunità di gregge varia a seconda del patogeno: per il morbillo ad esempio è del 95%. L’utilità dell’immunità di popolazione è maggiore di quella delle singole vaccinazioni, perché solo impedendo la trasmissione uomo-uomo è possibile ottenere l’estinzione di un patogeno: in questo modo nel 1980 è stata certificata la scomparsa del vaiolo, che nel corso dei secolo ha ucciso milioni di persone. L’immunità di gregge si applica solo a malattie che si trasmettono nella popolazione e non vale per le patologie che derivano dall’ambiente (tetano) o per le zoonosi (peste).
Cosa contiene un vaccino?
Oltre agli antigeni dei microrganismi patogeni, un vaccino contiene anche altre sostanze che hanno lo scopo di conservare e stabilizzare la soluzione, impedire che all’interno si formino batteri e aiutare lo sviluppo della risposta immunitaria (adiuvanti e proteine carrier). I criteri di efficacia e di sicurezza dei vaccini moderni sono estremamente rigorosi.
I vaccini contengono adiuvanti, ovvero sostanze che vengono somministrate per potenziare la risposta immunitaria. Perché la risposta immunitaria sia completa e quindi protettiva, è necessario che avvenga la produzione di molecole stimolatorie che innescano la proliferazione e la differenziazione dei linfociti; in caso contrario la risposta immunitaria sarà incompleta e verranno prodotti solo anticorpi immediati IgM, con un basso coinvolgimento di cellule della memoria.
I vaccini che contengono antigeni proteici sono in grado di indurre una risposta da parte dei linfociti B e T, mentre gli antigeni polisaccaridici sono riconosciuti più difficilmente; per questo motivo esistono i vaccini coniugati, che rispondono al principio che diverse sostanze inducono una risposta immunitaria bassa da sole, ma potente se prese tutte insieme. Per questo motivo ai bambini sotto i 2 anni (che hanno un deficit immunologico verso gli antigeni polisaccaridici) sono somministrati vaccini coniugati (ad esempio il vaccino coniugato contro Haemophilus influenzae, Streptococcus pneumoniae e Neisseria meningitidis).
[md_boxinfo title=”Curiosità”]Un antigene proteico consiste in una proteina; un antigene polisaccaridico è una catena di zuccheri.[/md_boxinfo]
Vaccini: Teorie del complotto e movimenti NoVax
Molte patologie fortunatamente non sono più presenti da decenni nelle aree industrializzate in cui le vaccinazioni sono diffuse. Questo ha reso minore la consapevolezza, da parte dei cittadini, della gravità di alcune delle patologie oggi prevenibili grazie alle vaccinazioni ed ha permesso il diffondersi di movimenti anti-vaccinisti (NoVax) che si basano su non meglio specificate teorie del complotto, che in linea di massima accusano le industrie farmaceutiche di utilizzare i vaccini come espediente per guadagnare denaro. I movimenti NoVax inoltre sostengono che i vaccini contengono adiuvanti pericolosi per la salute dei bambini.
A sostegno delle loro tesi, i movimenti antivaccinisti citano spesso uno studio pubblicato in Inghilterra nel 1998 che associava il vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia) allo sviluppo di autismo e malattie croniche. Lo studio fu successivamente ritirato in quanto del tutto falso, ma intanto aveva portato ad un calo delle vaccinazioni e al diffondersi di un’epidemia di morbillo, a causa della diminuzione dell’immunità di gruppo.
Nonostante il clamoroso ritiro dello studio, nel corso del tempo molte campagne hanno messo in dubbio la sicurezza dei vaccini, sostenendo che provochino autismo, ADHD, malattie autoimmuni ecc. Tali credenze pseudoscientifiche sono state smentite da centinaia di studi condotti in base al metodo scientifico, ma rimangono ancora radicate nella mentalità dei movimenti antivaccinisti. In particolare in tutti gli studi è stata evidenziata la totale mancanza di correlazione tra vaccini ed autismo, accusa periodicamente riproposta dai NoVax.Altre teorie accusano i vaccini di contenere metalli pesanti (alluminio e mercurio). I sali di alluminio (alluminio idrossido, alluminio fosfato, alluminio potassio o alluminio solfato) sono effettivamente usati come coadiuvanti per migliorare la risposta immune, attirando le cellule immunitarie nel luogo di inoculo e rendendo il vaccino più efficace. Da quasi 100 anni i sali di alluminio vengono aggiunti ai vaccini e gli studi scientifici hanno correlato il suo uso a dolore e gonfiore maggiori nel sito di infezione; non c’è però evidenza di effetti collaterali gravi o di malattie.
Terminata la sua funzione, l’alluminio viene eliminato esattamente come quello alimentare (numerosi alimenti contengono alluminio, che viene eliminato con l’urina). Per quanto riguarda il mercurio, un vaccino ormai abbandonato (Thiomersal) lo utilizzava per disinfettare la soluzione ed evitare contaminazioni. Oggi, nessun vaccino viene decontaminato con il mercurio.
Vaccini: domande frequenti
- Perché per alcune malattie non esiste un vaccino?
- Alcuni patogeni (soprattutto virus) come l’HIV o il virus dell’influenza sono soggetti a mutazioni molto frequenti che rendono il vaccino inutile. Sarebbe quindi possibile in linea teorica sviluppare un vaccino contro alcuni di questi antigeni virali, ma in risposta il virus muterebbe rapidamente e non verrebbe più riconosciuto dal sistema immunitario, rendendo del tutto inefficace la protezione data dal vaccino.
- Se i vaccini sono sicuri, perché esiste una legge che risarcisce il danno vaccinale?
- Purtroppo, scienza e legge non sempre vanno d’accordo: alcune sentenze molto contestate hanno obbligato lo Stato a risarcire genitori convinti che il figlio fosse stato danneggiato dal vaccino. In una di queste sentenze, il tribunale come motivazione ha riportato che “siccome non si trova altra causa per la patologia in questione, non possiamo escludere che sia stato il vaccino a causarla”. Considerando che migliaia di malattie esistenti non hanno causa nota, ciò permetterebbe a chiunque di ritenere i vaccini responsabili. Recentemente però la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una coppia che sosteneva che la figlia si fosse ammalata di autismo a causa dei vaccini. La battaglia quindi è ancora aperta.
- Le prime vaccinazioni si eseguono a 2 mesi: non si rischia di sovraccaricare il sistema immunitario?
- All’uscita dell’utero materno, il sistema immunitario del neonato viene a contatto con l’ambiente e quindi con milioni di antigeni nuovissimi, senza tuttavia venirne sopraffatto. Quotidianamente il neonato è esposto a moltissimi antigeni e ciò è necessario per sviluppare correttamente le difese immunitarie. Il sistema immunitario del neonato non è fragile: si calcola che potrebbe gestire 10 mila vaccini contemporaneamente e già nei primi mesi di gravidanza nel sangue del feto sono presenti le cellule immunitarie. I primi vaccini vengono somministrati a due mesi perché a quell’età iniziano a scomparire gli anticorpi passati dalla madre e si è quindi più suscettibili alle infezioni.
- Le case farmaceutiche guadagnano con i vaccini?
- Sì, così come qualsiasi altra azienda guadagna vendendo i propri prodotti, ma il costo dei vaccini è giustificato: derivano da anni di ricerca scientifica costosissima e tuttavia vengono venduti allo Stato a prezzi calmierati. Comunque i vaccini oggi rappresentano un guadagno piuttosto marginale per le aziende del farmaco, a fronte dei prodotti omeopatici e dei farmaci per le malattie croniche, che rappresentano oltre metà del loro fatturato. Non vaccinare i bambini perché l’industria farmaceutica ci guadagna è come vivere senza corrente elettrica per non finanziare i produttori di energia.
- Ci sono casi in cui i vaccini sono controindicati?
- Sì, nel caso ad un precedente vaccino si sia verificata una grave reazione allergica, se il bambino soffre di patologie del sistema immunitario, se il bambino assume farmaci immunosoppressivi, se al momento della somministrazione il bambino è malato. I vaccini possono essere somministrati in presenza di malattie croniche (asma, diabete, malattie autoimmuni…), malattie neurologiche, psichiatriche o genetiche.
- Ci sono esami che permettono di valutare se un bambino può essere vaccinato senza rischi?
- Non esiste alcun esame diagnostico per certificare l’idoneità alla vaccinazione, perché eventuali allergie o altri effetti sono imprevisti. I test pre-vaccinali sono del tutto inutili. La sola controindicazione alla vaccinazione è la presenza di una patologia del sistema immunitario.
Vedi anche: cos’è il CoronaVirus